Lettere – Patrimonio storico-archeologico a San Canzian d’Isonzo, «manca proposta di progetto lungimirante»

Lettere – Patrimonio storico-archeologico a San Canzian d’Isonzo, «manca proposta di progetto lungimirante»

LA LETTERA

Lettere – Patrimonio storico-archeologico a San Canzian d’Isonzo, «manca proposta di progetto lungimirante»

Di COMITATO 'CANTIA VERA' • Pubblicato il 29 Lug 2025
Copertina per Lettere – Patrimonio storico-archeologico a San Canzian d’Isonzo, «manca proposta di progetto lungimirante»

Ci scrive il direttivo del Comitato spontaneo ‘Cantia Vera’, sollevando alcune perplessità sui nuovi interventi deliberati dal Comune e sollecitando quest’ultimo ad attivarsi su questioni ritenute prioritarie.

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Interventi di impatto ridotto, oppure molto costosi e «sovradimensionati», ma soprattutto la mancanza di una proposta progettuale lungimirante da parte dell’amministrazione comunale per valorizzare il patrimonio storico-archeologico di San Canzian d’Isonzo. Questi i principali punti sostenuti nella lettera scritta e inviata in redazione dal direttivo del Comitato spontaneo ‘Cantia Vera’; un contributo che non manca comunque di individuare questioni ritenute prioritarie, come il restauro di alcuni reperti, la riapertura degli scavi e l’impegno a pubblicare saggi e ricerche di archeologi del territorio. [F.D.G.] 

Da recenti atti amministrativi del Comune di San Canzian, e dalla stampa, abbiamo appreso alcune prossime realizzazioni per la “Valorizzazione del patrimonio storico-archeologico”. Nel breve spazio tra la chiesa Santi Martiri e quella di San Proto vedremo:

Come riporta la Delibera di Giunta Comunale n. 75 del 23/06/2025, “lungo la via Romana a fianco della chiesetta e in linea con i preesistenti totem”, un “pannello polisensoriale visivo-tattile”, dotato di QRcode per accesso a materiali multimediali aggiuntivi, (speriamo non sopra i resti archeologici), prodotto, realizzato e offerto dal Rotary Club di Monfalcone- Grado, per il quale il Comune costruirà con manodopera propria la piattaforma su cui fissarlo (“spese vive” di 1.000 €, rimborsate dal Rotary).

Un punto di accoglienza e informazioni “in struttura temporanea nei pressi del sagrato della chiesa” (il baracchino di legno con ribalta, già installato entro il perimetro del nartece della basilica!), costato 2.500 €. Per provvedere all’apertura del punto, alle “attività di escursioni e tutta l'attività di ricezione volta a valorizzare il sito” è stato assunto il dott. Luca Ventura2 per 120 ore con scadenza entro la fine dell'anno corrente. Con “Atto di indirizzo”, la giunta prevede anche “idonea dotazione software all’interno del punto di accoglienza temporaneo, nonché la realizzazione di un sistema di audioguide”, per 9.516,00 €! Ci chiediamo se sono previste condizioni di sicurezza sia per l’operatore che per i beni custoditi all’interno. Non era preferibile affittare “temporaneamente” uno dei locali vuoti?

Un nuovo totem, con testi plurilingue e immagini, che andrà ad aggiornare quello attuale (spostato nella Biblioteca di Pieris), e “da collocare nei pressi della tomba attribuita ai martiri Canziani”, ossia sopra il pavimento musivo della basilica! La realizzazione è stata assegnata all’archeologo Dario Innocenti, cui spetterà anche la redazione di “un dépliant informativo da fornire ai visitatori dell'antiquarium e a disposizione nel punto informativo in allestimento”. Dovrà inoltre relazionare in due conferenze sui recenti ritrovamenti.

Pur apprezzando la voce di spesa, dobbiamo constatare come non sia cambiata la logica della provvisorietà: piccole spese per piccoli interventi, la cui ubicazione sull’area archeologica può risultare pericolosa e riduce la già risicata zona di rispetto a prato erboso, oppure investimenti costosi ma futuribili e sovradimensionati. Ci chiediamo soprattutto se queste installazioni siano autorizzate dalla Sovrintendenza, considerando anche che, proprio nella zona degli scavi da poco tombati a lato dell’Antiquarium, sono affiorati dei frammenti di pavimentazione tardo antica e un piccolo dado di epoca romana, come confermato dalla SABAP, Ufficio di Aquileia, dove li abbiamo consegnati il 23 luglio.

Sollecitiamo il Comune ad avviare la pratica per chiedere il “deposito di beni statali a fini espositivi” presso l’Antiquarium (posto che sia a norma), altrimenti anch’essi resteranno nel museo di Aquileia. Tutto ciò, anziché investire per un Museo Archeologico Comunale (come fatto a San Pier d’Isonzo, realtà più piccola), dove concentrare e valorizzare i reperti museali (quelli in vista e quelli da recuperare), con un organico apparato informativo (e si spera anche didattico, ammesso che la scuola non resti definitivamente chiusa) e un curatore archeologo stabile. Locali inutilizzati non mancherebbero nel paese!

Alla prevedibile critica che confondiamo interventi a breve e a lunga scadenza, rispondiamo che è mancata finora da parte della Giunta una lungimirante proposta di progetto per valorizzare davvero il sito archeologico, e addirittura la composizione del tavolo tecnico che dovrebbe elaborarlo è stata demandata al Consorzio Culturale Monfalconese (assoluta novità!).

Vogliamo però guardare alla nuova opportunità fornita dalla Regione: il recentissimo bando che stanzia 100.000 € “Per sostenere iniziative come nuove campagne di scavo archeologico, pubblicazioni o prodotti multimediali dedicati alle ricerche effettuate”. Comuni e associazioni regionali potranno chiedere fino a 15.000 €, presentando un regolare progetto, approvato dalla Sovrintendenza. Domande da 1/08 al 31/10/25.

Ebbene, chiediamo che il Comune si attivi immediatamente, e proponiamo le seguenti priorità: restauro conservativo dei precari tre sarcofagi e dell’osteoteca di età romana presenti sul sagrato; riapertura degli scavi a lato della chiesa parrocchiale; finanziamento della attesa pubblicazione del saggio di Luca Villa sugli scavi effettuati a San Canzian e della ricerca e stampa del catalogo dei beni archeologici di San Canzian stilato dall’archeologo Cristiano Tiussi (direttore Fondazione Aquileia), consegnato in sede comunale ma andato disperso.

L’archeologo Luca Villa, relazionando al convegno “Sulle tracce dell’archeologia seguendo la via Gemina” (Aquileia, 9 luglio), proprio sugli scavi a San Canzian, ha comunicato che l’indagine con georadar ha confermato la presenza di una villa di età imperiale con ambienti rurali attorno ad un piccolo porticato (presunta domus rustica dei Cantii) presso l’area indagata negli anni Sessanta da Mirabella Roberti e nel 2011-12 dallo stesso Villa. Inoltre si è resa più evidente la struttura del primo impianto basilicale del IV secolo, forse con più absidi su lati opposti (l’esedra ne sarebbe una), simile a quella ritrovata a Milano, dedicata proprio a San Canziano. Tale costruzione venne poi abbattuta e livellata per edificarci sopra la grande basilica del VI secolo. Come sottolineato dall’archeologo Villa, questa affascinante ricostruzione dimostrerebbe la persistenza e diffusione del culto dei Canziani, unico caso nella cristianità dell’occidente (oltre San Pietro a Roma) di cui si conosca la storia, il luogo del martirio e quello di sepoltura, sul quale venne costruito un edificio di culto. 

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