Lettere - Sono H 351. Prevenzione e controlli devono continuare

Sono H351, fibra killer: prevenzione e controlli devono continuare

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Sono H351, fibra killer: prevenzione e controlli devono continuare

Di Redazione • Pubblicato il 18 Feb 2023
Copertina per Sono H351, fibra killer: prevenzione e controlli devono continuare

Ci scrive il lettore Luigino Francovig, per parlarci della 'fibra killer' che ha fatto tante vittime nel mondo del lavoro locale.

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Per lavorare in maniera sicura, bisogna essere anche consapevoli dei rischi che si corrono in materia di di salute sul lavoro. Scorrendo una delle tante schede dedicate alla prevenzione predisposte dall’Inail – nello specifico, quella dedicata all’etichettatura di agenti cancerogeni e mutageni – si può comprendere che, inserita nella categoria 2, con l’avvertenza “attenzione!”, l’etichetta H351 sta a significare: “sospettato di provocare il cancro”.

Per di più, di seguito si legge: “indicare la via di esposizione se è accertato che nessun’altra via di esposizione comporta il medesimo pericolo”. Su questo argomento ci scrive il signor Luigino Francovig per parlarci della fibra killer che ha fatto tante vittime anche nel mondo del lavoro locale. Francovig ci parla di prevenzione e rivolge un appello volto all’esecuzione di controlli sull’utilizzo di tale fibra per il rivestimento isolante di edifici che sono ancora tra noi. SF


Di Luigino Francovig

“Mi presento: mi chiamo H351 sono una lana minerale, materiale di categoria 2, sospettata di provocare il cancro per inalazione sugli esseri umani. Faccio parte della famiglia delle fibre vetrose e di roccia, molto numerosa, formata da oltre trentamila unita, non tutte uguali, ma molte simili. Siamo tenute in osservazione, controllate, studiate, però, ancora in modo insufficiente. Come precauzione ci sono una serie di precise indicazioni, di regole di prevenzione individuale per le lavorazioni.

Come materiali isolanti, fibre vetrose e di roccia, siamo conosciute da molti decenni di anni, ma abbiamo conquistato il mercato come prodotti sostitutivi, con la messa al bando dell'amianto. Siamo utilizzate una volta e mezza più dell'amianto, costiamo poco, garantiamo grandi utili. Siamo in forte evoluzione, infatti, il 25% dei prodotti usati oggi non esistevano 5 anni fa”.

Dopo questo breve racconto scritto per addentarsi nella materia, vengo al punto. Si è venuti a conoscenza dell’utilizzo della fibra H351, in alcune realtà della Lombardia e Piemonte, durante la rimozione dell’amianto dagli edifici pubblici, negli anni ’60 e ‘ 90. La lana minerale H351, era utilizzata come materiale isolante e spesso riversava in condizioni degradate. Le forze politiche, istituzionali, mediche di queste regioni, da diversi anni, dopo aver subito la sconfitta da parte dell'amianto, si sono interessate alla famiglia delle fibre artificiali vetrose, preoccupati di eventuali possibili conseguenze, sviluppando in modo intelligente il "mai più amianto".

Sulla base delle Linee guida elaborate dalle Regione Lombardia nel 2010 per la bonifica dell’amianto e delle fibre vetrose, in diversi comuni di queste regioni viene fatta la rimozione e la messa in sicurezza degli edifici pubblici (scuole). Anche se il materiale non è proibito dalla legge viene fatto un giusto lavoro di prevenzione.

È utile conoscere le precauzioni indicate per maneggiare questo materiale H351. È consigliata per esempio l’asportazione ad umido mediante nebulizzazione e utilizzo di attrezzature manuali per minimizzare il rilascio di fibre nell’ambiente. L’operatore deve indossare almeno: una maschera facciale filtrante usa e getta FFP3; tuta e calzoni monouso; guanti. I materiali recuperati seguono una loro specifica procedura: contenitori omologati e identificati, trasporto con mezzi autorizzati con destinazione in centri di raccolta autorizzati.

La documentazione deve essere conservata a tempo indeterminato. Quindi vi è un’estrema severità di prevenzione nei vari passaggi. L’esperienza dell’amianto ci ha insegnato che non bisogna sottovalutare i rischi delle fibre artificiali vetrose, che occorre conoscerle e controllarle e applicare tutte le prevenzioni, prima che i rischi diventino realtà. Il tema era stato sollevato nel 2019, ma non ha avuto seguito, non c’è stata nessuna risposta.

Si è preferito non vedere e verificare se, negli edifici pubblici era stato utilizzato questo materiale per gli isolamenti, negli anni Sessanta e Novanta. La questione tempo è fondamentale. E un nostro dovere morale, è di responsabilità, fare subito le verifiche e rimuovere se necessario, coinvolgendo l’ente regionale.

Foto Montagnoli Rino/Flickr

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