Lettere – Festa dei popoli e integrazione, Moretti: «Da Monfalcone un ragionamento di sistema con i Comuni vicini»

Lettere – Festa dei popoli e integrazione, Moretti: «Da Monfalcone un ragionamento di sistema con i Comuni vicini»

LA LETTERA

Lettere – Festa dei popoli e integrazione, Moretti: «Da Monfalcone un ragionamento di sistema con i Comuni vicini»

Di DIEGO MORETTI • Pubblicato il 30 Lug 2025
Copertina per Lettere – Festa dei popoli e integrazione, Moretti: «Da Monfalcone un ragionamento di sistema con i Comuni vicini»

Il consigliere dem ringrazia le parrocchie di Staranzano, Monfalcone e quelle vicine «esempi concreti di apertura al dialogo interreligioso». L’appello alla Regione.

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Immigrazione e convivenza interculturale sono i temi di cui parla il consigliere comunale di Monfalcone e capogruppo in Regione del Pd, Diego Moretti che scrive questa lettera alla nostra redazione per proporre una sua riflessione dopo il convegno tenutosi a Staranzano nell’ambito della Festa dei Popoli. Un evento che ha offerto spunti importanti - in particolare attraverso l’intervento del presidente di Migrantes, Monsignor Gian Carlo Perego - e che ha riacceso la riflessione su come il tema venga affrontato, o eluso, dalle Istituzioni locali, con particolare riferimento alla situazione e al ruolo della città di Monfalcone. In questo contributo si propone quindi un approfondimento critico ma costruttivo sulle politiche adottate finora e sulla necessità di una visione territoriale condivisa, capace di superare «la logica dello scaricabarile» e di promuovere soluzioni concrete, rispettose dei diritti e della complessità sociale di un territorio in continua evoluzione. S.F.

Il puntuale resoconto sull’incontro ospitato nell’ambito della Festa dei Popoli tenutosi a fine giugno alle Stalle Rosse di Staranzano da parte della vostra testata e l’aver assistito alla prima parte del Convegno - quella che ha visto l’intervento di Monsignor Gian Carlo Perego, presidente di Migrantes - mi permette di intervenire pubblicamente per cercare di proporre alcune riflessioni su un tema assai complesso che non può avere soluzioni semplicistiche, né è possibile ridurre ai soliti slogan utili magari a raccogliere consenso e alimentare la paura, l’odio e i conflitti tra le persone, ma inefficaci anche nel tentare di risolvere i problemi. Questo è l’atteggiamento che in questi anni ha purtroppo sempre tenuto l’Amministrazione Comunale di Monfalcone, incapace di guardare oltre i propri confini se non per scaricare agli altri Comuni la “questione Monfalcone” e nascondere la testa sotto la sabbia. Nelle scorse settimane ho letto che dal neo sindaco di Monfalcone si “riscopre” improvvisamente la necessità di affrontare il problema, dichiarazione che però finora si è rivelata come una mera buona intenzione e nulla più.

Dell’incontro, invece, mi è piaciuto molto il pacato, lucido e fermo intervento di Monsignor Perego perché ha spazzato via tanti luoghi comuni e tanta ipocrisia sul tema “emigrazione”, dicendo cose semplici e veritiere su una questione assolutamente complessa e per nulla facile da affrontare. Lo stesso tema dell’individuazione di uno spazio per la preghiera collettiva anche per la comunità islamica non può continuare ad essere eluso dalla Giunta Fasan, né tantomeno essere scaricato sul resto del territorio. Se invece l’Amministrazione Comunale di Monfalcone continuerà a dimostrare la sua chiusura, l’esigenza di professare la propria fede non sparirà perché è un diritto costituzionalmente garantito. Saranno quindi altri soggetti privati o altre Amministrazioni Comunali che dovranno sopperire all’ostruzionismo del Comune come è successo per la concessione di spazi da parte della Parrocchia di Sant’Ambrogio per la Festa del Sacrificio (l’ultimo esempio che possiamo citare), dopo le giornate che hanno visto ospitate le comunità bengalesi in altre località vicine per l’espletamento dei documenti con i Consolati, oppure i tornei e le partite di cricket in trasferta nelle altre realtà del Mandamento.

Ecco perché vanno ringraziate le parrocchie di Staranzano e Monfalcone per aver messo a disposizione le proprie aree e perché – com’è giusto – non si sono mai tirate indietro, assieme ad altre comunità cristiane, nel dare esempi concreti di apertura al dialogo interreligioso. Aggiungo una riflessione: è sbagliato voler scaricare sul circondario ogni questione legata alla comunità bengalese. Ci sono troppi studenti a Monfalcone? «Mi rivolgo alla Regione», quasi questo Ente potrebbe imporre ai Comuni vicini lo spostamento forzate di centinaia di ragazzi. Vogliono giocare a cricket? «Vadano nei Comuni limitrofi». Vogliono pregare in gruppo? «Non abbiamo nemmeno un parcheggio disponibile per una giornata». Utilizzano il welfare sociale previsto dalle normative? «È colpa degli stranieri e delle loro famiglie perché sono pagati troppo poco nel sistema degli appalti del cantiere» e così via, pur concorrendo anche loro (perché residenti e lavoratori) al gettito complessivo delle Entrate e dei relativi trasferimenti regionali.

Ecco allora progetti di legge nazionali per impedire o mettere limiti alle rimesse dall’Italia verso l’estero, che a inizi ‘900 e negli anni ’40 e ’50 del ‘900 hanno fatto la fortuna di tanti paesi del nord e sud Italia quando i soldi arrivavano dai nostri connazionali, emigrati all’estero per lavoro perché in Italia non ne trovavano. Andando avanti su questa strada, si cristallizzano divisioni e si alimentano paure dannose per tutti. All’Amministrazione Regionale faccio presente che prima di aprire tavoli dedicati esclusivamente al tema “scuola e istruzione”, è necessario mettere in campo un organico “Piano territoriale per Monfalcone” come – assieme al collega Enrico Bullian - abbiamo proposto nel 2024 attraverso specifiche audizioni in Consiglio Regionale, mirate ad affrontare complessivamente le varie tematiche legate alla grande presenza straniera sul territorio. Un ragionamento di sistema territoriale andrebbe fatto con l’intesa degli altri Comuni e sindaci, non certo se l’Amministrazione Comunale di Monfalcone dovesse perseguire l’unico fine di scaricare le problematiche sui Comuni contermini.

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