Lettere - I Cpr non sono luoghi di sicurezza, non si torni a una psichiatria garante dell'ordine

Lettere - I Cpr non sono luoghi di sicurezza, non si torni a una psichiatria garante dell'ordine

La lettera

Lettere - I Cpr non sono luoghi di sicurezza, non si torni a una psichiatria garante dell'ordine

Di Carla Ferrari Aggradi • Pubblicato il 14 Set 2025
Copertina per Lettere - I Cpr non sono luoghi di sicurezza, non si torni a una psichiatria garante dell'ordine

Ci scrive Carla Ferrari Aggradi del Forum Salute Mentale, Coordinatrice del Viaggio di Marco cavallo nei Cpr, viaggio che ha toccato anche il nostro territorio lo scorso sabato 6 settembre.

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Ci scrive Carla Ferrari Aggradi del Forum Salute Mentale, Coordinatrice del Viaggio di Marco cavallo nei Cpr, viaggio che ha toccato anche il nostro territorio lo scorso sabato 6 settembre. Ferrari Aggradi replica con una lettera aperta alle dichiarazioni di alcuni esponenti di sindacati delle Forze dell'ordine relativamente alla sicurezza all'interno e all'esterno del Centro sito a Gradisca nell'ex Caserma Polonio. (i.b.)

Gentile direttore,
alcune riflessioni in risposta all’intervento sul vostro giornale da parte di alcuni rappresentanti sindacali del corpo della Polizia di Stato, a proposito della manifestazione di sabato scorso davanti al Cpr di Gradisca. Ha guidato il corteo Marco Cavallo. Il grande Cavallo azzurro, viaggia e porta con sé istanze di Libertà, Giustizia e Convivenza. In una parola, istanze di Pace.

Il Forum Salute Mentale nazionale ha voluto fortemente questo viaggio attraverso i Cpr perché crediamo che sia necessario, in questo momento storico di grandi stravolgimenti in cui soffiano venti di guerra, portare i riflettori su quei luoghi che rappresentano “l’istituzione totale” nelle sue forme più aberranti, la somma, se possibile, di Manicomio e Carcere.

Marco cavallo, nato nel 1973 nel manicomio di Trieste ad opera di internati, volontari, operatori ed artisti, ha viaggiato per tutta Italia e anche all’estero, dando voce e visibilità al dolore e alla sofferenza nascosta agli occhi dei più. Nel 2017 ci ha accompagnati in ogni sede di Manicomio Giudiziario chiedendo a gran voce la loro chiusura. Sono stati chiusi. Oggi 2025 siamo davanti ai Cpr perché anche quei muri vengano abbattuti e vengano trovate soluzioni di vera accoglienza e di vera giustizia nella cornice della nostra Costituzione.

Noi del Forum sappiamo bene, perché l’abbiamo vissuto in prima persona, che nei luoghi chiusi, sottratti al controllo democratico, si generano mostri che nulla hanno a che fare con la soluzione delle difficoltà e con la “cura” delle persone. E oggi più che mai la violenza regola le relazioni umane ad ogni livello.

E qui è il punto centrale per il Forum: è inaccettabile che si ritorni ad una psichiatria garante dell’ordine e controllora del comportamento di uomini e donne detenute/i: sappiamo, perché così dicono i numerosi report ormai fatti negli anni da Parlamentari, Sanitari e Garanti, che vengono distribuiti psicofarmaci in abbondanza, anche in assenza di medici e/o di prescrizione medica; sappiamo che le condizioni di vita all’ interno sono tali da non garantire salute fisica e mentale a chi vi è recluso.

Ci spiace ma non riusciamo a condividere l’immagine di “presidio di legalità”, come il Cpr di Gradisca è stato definito (e non pensiamo solo a Gradisca) da parte di rappresentanti di un corpo dello Stato che dovrebbe essere garante dei diritti che la nostra Costituzione proclama. Ed è di quest’estate la sentenza con cui la Corte Costituzionale solleva importanti questioni riguardanti il trattenimento nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio, criticando aspramente la mancanza di una normativa specifica e compiuta a livello di legge primaria, cosa che non garantisce i diritti fondamentali delle persone trattenute. Ma basta scorrere le storie delle persone che vi sono rinchiuse, di chi da lì è passato, di chi lì ha perso la vita. Vengono definiti luoghi indispensabili per la nostra sicurezza? Luoghi affollati di persone con gravi precedenti penali? Le storie che conosciamo ci dicono altro. 

In ogni caso, a proposito di chi pure reati ha commesso, sappiamo che chi ha precedenti la sua pena la sconta nel paese dove il reato è stato commesso, e normalmente l’ha scontata. E, ci chiediamo, al netto del principio per cui la pena deve tendere alla rieducazione, ammesso pure che “chi ha dimostrato di non rispettare la legge deve essere allontanato”, perché i rimpatri non vengono organizzati durante la detenzione? Su quali basi si priva ancora una persona della libertà? I Cpr sono un carcere-bis ingiustificato.

Ancora. I rimpatri sono un’eccezione, lo dicono i dati. Le espulsioni non si realizzano perché mancano accordi bilaterali con i paesi d’origine, non perché non ci sono abbastanza luoghi di detenzione. Ma la stragrande maggioranza delle persone che vi sono rinchiuse non ha commesso alcun reato. Non è reato avere un documento scaduto. Mentre non possiamo far finta di non sapere che la gestione dei Cpr è appaltata a cooperative e privati, gestita con logiche di risparmio che calpestano la dignità delle persone. E ci chiediamo quanto siano formate a gestire la situazione specifica dei Cpr le persone cui è affidata la vigilanza.

È di ieri [la lettera ci è stata inviata il 12 settembre e il riferimento temporale, dunque, è da prendere in base a questa data, ndr] la denuncia, l’ultima dopo tante, della Commissione Centri di Permanenza per i rimpatri dell’Unione camere penali italiane e della Camera penale di Bari, entrata nel Cpr di Bari Palese per saggiare le condizioni della struttura e del centinaio di occupanti. “Uno scenario sconfortante, una gabbia di leoni”, hanno testimoniato, denunciando anche le pessime condizioni igieniche e i lunghi tempi di trattenimento.

Comprendendo benissimo le difficoltà della gestione di luoghi inadeguati alle soluzioni dei problemi per cui sono nati, quindi, per loro natura, impossibilitati a rendere un servizio alla comunità, ci farebbe piacere dialogare con chi di questi posti si occupa.

Carla Ferrari Aggradi, Forum Salute Mentale
Coordinatrice del Viaggio di Marco cavallo nei Cpr 

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