LA LETTERA
Lettere – «Contro la qualificazione dell’antifascismo come ‘terrorismo’»
Ci scrive Marino Clemente a nome della Rete Internazionale Antifascista, condannando le pericolose e «menzognere» implicazioni della scelta recentemente presa dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Ci scrive Marino Clemente, proponendo una lettera a nome di tutta la Rete Internazionale Antifascista costituitasi lo scorso anno a Sešana e comprendente associazioni di Slovenia, Croazia ed Italia. L’oggetto è la condanna della recente decisione di Donald Trump, seguita alle vicissitudini dell’omicidio Kirk, di dichiarare il movimento Antifa un’organizzazione terroristica. Una decisione che rischia di allargarsi con le sue conseguenze anche all’Europa. La Rete ribadisce allora che l’antifascismo, avendo liberato il continente dai ben noti regimi del secolo scorso, costituisce il «fondamento della democrazia, delle libertà e dei diritti umani»: etichettarlo come fatto dal presidente Usa equivale, oltre che a «una menzogna storica», a un pericoloso precedente di deriva autoritaria [F.D.G.]
Nella Rete Internazionale Antifascista condanniamo con fermezza la decisione del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di proclamare con decreto il movimento antifascista Antifa quale organizzazione terroristica interna. Una simile dichiarazione rappresenta una pericolosa falsificazione della storia e un attacco ai principi fondamentali sui quali si fondano le società democratiche moderne.
L’antifascismo non è terrorismo né ideologia estremista. Esso costituisce il fondamento della libertà, dei diritti umani e della democrazia: è il valore che ha liberato l’Europa dalla tirannide fascista. Assimilarlo al terrorismo significa equiparare la violenza e l’intimidazione alla lotta per la dignità umana: una menzogna storica che mina le basi stesse della nostra civiltà.
Noi antifascisti europei ricordiamo le prime vittime delle persecuzioni fasciste organizzate: resistenti che già negli anni Trenta, a Trieste e in altre città d’Europa, furono bollati come “terroristi” perché si opposero alla tirannide. Il loro sacrificio aprì la via alla libertà; anche nel loro nome non possiamo consentire che l’antifascismo venga nuovamente bollato come terrorismo.
L’antifascismo è il cuore dell’identità europea: ha reso possibile la pace e l’integrazione, ha difeso i popoli dall’assimilazione forzata e dall’annientamento culturale, ha ispirato le lotte di liberazione nazionale e la nascita di Stati democratici indipendenti.
Sebbene la decisione di Trump riguardi formalmente soltanto l’ordinamento giuridico statunitense, le sue conseguenze travalicano i confini americani. In quanto potenza guida, gli Stati Uniti legittimano in tal modo analoghi provvedimenti in tutto il mondo. I regimi autoritari potranno servirsi di tale precedente come giustificazione per perseguitare gruppi e attivisti antifascisti, per bollare l’opposizione democratica come “terroristica” e per restringere lo spazio della società civile sotto il pretesto della sicurezza nazionale.
Gli stessi Stati Uniti, guidati dal Presidente Franklin D. Roosevelt, durante la Seconda guerra mondiale si unirono alla coalizione antifascista che sconfisse le potenze fasciste e naziste, contribuendo in modo decisivo alla trasformazione democratica del mondo. Il Presidente Trump, dichiarando i movimenti antifascisti statunitensi organizzazioni terroristiche, ha dunque compiuto un grave errore storico. La Costituzione americana, con il solenne principio “We the People”, garantisce la libertà a tutti i cittadini: questa libertà rischia ora di essere sottoposta all’arbitrio delle forze politiche dominanti.
La scelta di Trump alimenta inoltre il revisionismo storico, che nega gli orrori del fascismo, sminuisce l’importanza della lotta antifascista, travisa la storia della Seconda guerra mondiale e tenta di riabilitare collaborazionisti e criminali di guerra. Già in diversi Paesi si osservano tali pratiche: la decisione americana le incoraggia in modo pericoloso.
Respingiamo con decisione l’equiparazione tra antifascismo e terrorismo. Difendiamo la verità storica sul suo ruolo nella costruzione delle società democratiche e rivendichiamo il diritto alla libertà di espressione e alla protesta pacifica. Continueremo a seguire i valori dell’antifascismo, a promuovere la cooperazione tra le organizzazioni e a rafforzare la società civile nella difesa dei diritti democratici.
L’antifascismo è la pietra angolare della democrazia. Senza di esso, la democrazia – come dimostrano le sempre più gravi tensioni globali – cadrebbe vittima delle dittature del nostro tempo.
Come ha scritto Timothy Snyder, illustre storico statunitense ed esperto di totalitarismo, l’antifascismo non è un’ideologia, ma la difesa della dignità umana e della democrazia contro la loro distruzione.
La storia ci insegna che il fascismo non sorge all’improvviso: cresce lentamente, attraverso la revisione storica, la discriminazione e la stigmatizzazione degli oppositori. Oggi vengono dichiarati “terroristi” gli antifascisti; domani potrà essere così definito chiunque difenda la democrazia. La memoria delle vittime delle lotte di liberazione ci impone di opporci con fermezza al pericoloso percorso che il decreto di Trump inaugura.
L’antifascismo non appartiene al passato: è il nostro presente e il nostro futuro.
Foto: www.mmantifa.org
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.
Occhiello
Notizia 1 sezione
Occhiello
Notizia 2 sezione
















