Lettere – Aeroporto Duca d’Aosta e grandi eventi, Moretti: «A che punto siamo?»

Lettere – Aeroporto Duca d’Aosta e grandi eventi, Moretti: «A che punto siamo?»

LA LETTERA

Lettere – Aeroporto Duca d’Aosta e grandi eventi, Moretti: «A che punto siamo?»

Di DIEGO MORETTI • Pubblicato il 06 Set 2025
Copertina per Lettere – Aeroporto Duca d’Aosta e grandi eventi, Moretti: «A che punto siamo?»

L’esponente dem porta l’attenzione sulle «previsioni sballate» e sulle «perplessità rimaste aperte» circa il futuro dell’area tra Gorizia e Savogna d’Isonzo.

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Ci scrive Diego Moretti, esponente dem in Consiglio regionale e in Consiglio comunale a Monfalcone, richiamando l’attenzione sulla situazione dell’Aeroporto Duca d’Aosta. Rispetto alle previsioni degli enti coinvolti nella sua gestione, fa notare il consigliere, «se tutto andrà per il verso giusto vedremo i primi grandi concerti nella prima metà del 2026». Rimangono, a suo avviso, diverse perplessità e questioni da chiarire: viabilità d’accesso al sito, sufficienza dei fondi, collaborazione con il Comune di Savogna d’Isonzo e valutazioni più approfondite circa l’utilizzo futuro dell’area. (F.D.G.)

Guardando la rassegna stampa sul tema “Aeroporto Duca d’Aosta” da luglio 2024 ad oggi, non possiamo non notare come tutte le previsioni di un anno fa di Comune, Regione e vertici aeroportuali (“inizio lavori a gennaio 2025”, “primo concerto a maggio 2025”, “ci saranno due concerti nel 2025”) erano platealmente sballate, e le nostre preoccupazioni (per cui eravamo accusati dal sindaco Ziberna di “remare contro la città”) erano assolutamente fondate.

Avevamo ragione, perché i 2,5 milioni di euro stanziati con la legge numero 3 del 2024 e la successiva sottoscrizione dell’Accordo di programma per la “valorizzazione e l’adeguamento” dell’aeroporto di Gorizia da parte di Regione, Comune di Gorizia e Società consortile, non hanno chiarito nulla, lasciando aperte tutta una serie di perplessità, circa il futuro di quello che è stato definito in maniera impropria e inutilmente boriosa il nuovo “Campovolo”, per il quale – se tutto andrà per il verso giusto – vedremo i primi grandi concerti per la prima metà del 2026.

Ripropongo allora le cinque domande di un anno fa, sperando che dalle istituzioni non vi siano i silenzi e le omissioni che da allora permangono.

La prima: perché, invece di un utilizzo saltuario, Comune e Regione non hanno il coraggio di andare fino in fondo, cambiare la destinazione urbanistica dell’area e farne un polo regionale per i grandi eventi? È lo stesso articolo 4 della Convenzione a impegnare il Comune a predisporre le procedure di tipo urbanistico e pianificatorie per la modifica dell’attuale destinazione.

La seconda: come pensa di intervenire il Comune circa la viabilità di accesso al sito, visto che ad oggi è del tutto insufficiente?

La terza, rivolta ai vertici della Consortile: come pensano di valorizzare e sviluppare l’utilizzo delle attività legate al volo a fronte di un utilizzo promiscuo e del tutto incerto dell’area?

La quarta: visto che il sedime dell’area insiste su due comuni - Gorizia e Savogna d’Isonzo - il Comune di Savogna è stato sentito, oppure il sindaco di Gorizia pensa di fare tutto per proprio conto senza occuparsi del Comune confinante?

Quinta ed ultima domanda, banale ma fondamentale al tempo stesso: i 2,5 milioni stanziati nel 2024 basteranno?

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