il ricordo
Leggenda dell'hockey stimata da tutti, Gorizia dice addio a Mauro Nassiz

60enne, era noto in città e non solo. Vinse diversi scudetti a livello giovanile, il ricordo di chi giocò con lui.
Il suo nome è legato indissolubilmente al periodo d’oro dell’hockey di Gorizia. Si è spento Mauro Nassiz, 60enne ex giocatore su pista, molto conosciuto per la sua passione sportiva non solo in città ma anche nel resto del Friuli Venezia Giulia e d’Italia. Era ammalato da tempo. Vestì infatti la fascia di capitano della Triestina, negli anni Ottanta, dopo aver lasciato la squadra della sua città. Pilastro della difesa in riva all’Isonzo, fece reparto insieme a Edoardo Quiroga, mentre la porta era difesa da Alessandro Fedon. Correva la stagione 1987/88.
“Mauro era un atleta che si allenava durante - ricorda Fedon - disciplinato e leader in campo. Era sempre rispettato da tutti, giocatori e arbitri. Giocava duro ma non violento, molto spigoloso. Era anche dotato di un tiro fortissimo e preciso”. Un connubio che gli fece compiere vere e proprie prodezze in alcuni match, tra cui quello con il Viareggio dove, vedendo il portiere avversario mal posizionato, provò l’impresa da centrocampo. La pallina finì velocissima dentro la rete, realizzando un gol da cineteca. Prodezze che gli valsero anche la convocazione in Nazionale giovanile.
Era l’Italia di Gianni Massari, vera e propria leggenda tricolore della disciplina. Nassiz riuscì a laurearsi campione italiano più volte nelle categorie giovanili, mentre nella vita quotidiana lavorava nel commerciale del settore automobilistico. Tutti, comunque, lo ricordano con la divisa addosso e la visiera abbassata, pronto a non far passare nessun avversario grazie al suo fisico possente. “Ho ricevuto tantissime telefonate in queste ore, da tutta Italia - prosegue l’ex compagno di squadra - da campioni che non credevano alla notizia. Anche dall’estero, tra cui molti tifosi”.
La sua militanza in Serie A fin dai 16 anni non è così passata nel dimenticatoio, anzi è entrata nell’albo di quell’esperienza che ha ha segnato un’epoca. “Era un atleta esemplare - ancora Fedon, che ha giocato con lui fin dalle giovanili - sempre presente agli allenamenti e tirava il gruppo. Portava i ragazzi in palestra, era un ragazzo educato e serio”. Residente a Lucinico, ora riposerà nella frazione dove si sono celebrati i funerali. A ricordarlo, insieme alla moglie e ai tre figli, sono anche coloro che hanno percorso con lui gran parte della carriera: da Marco Antonini a Marco Vidoz.
C’erano poi Tonino Lepore, Claudio Figar e tanti altri. “Come portiere, avere davanti un giocatore così era una sicurezza e c’era un grande feeling. Seguivo sempre le sue direttive, ci parlavamo. In tante partite che abbiamo vinto, quando ero battuto lui salvava la porta buttandosi con il corpo, quando ormai lo specchio era vuoto. Lui era grande, prendeva tutte la palle addosso. Era facile giocare con lui, non faceva passare nemmeno l’uomo, nell’uno contro uno non gli scappavi. Con un tiro micidiale da entrambe le parti, di dritto e rovescio, e su tre che faceva due erano gol”.
Nella foto: Mauro Nassiz (primo in piedi a sinistra e nel riquadro a destra)
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