l'indagine ires fvg
Lavoro, duro colpo della pandemia ai dipendenti privati a Gorizia
Calano gli assunti nel settore privato in regione. I dati Inps.
Calano del 9,8% le giornate di lavoro retribuite dalle imprese del settore privato in provincia di Gorizia. Nel 2020, sono state poco più di novemila, il numero più basso in regione. Il dato si inserisce nell’indagine Ires Fvg sugli effetti della pandemia nel lavoro dipendente privato. Esclusa l’agricoltura, l’anno scorso il numero di assunti nel settore in Friuli Venezia Giulia è diminuito rispetto all’anno precedente, dopo un quinquennio di crescita. È infatti passato da una media di quasi 303.500 occupati nel 2019 a 291.334 (-4%).
Lo evidenzia il ricercatore dell’Ires Fvg, Alessandro Russo, che ha rielaborato dati Inps. In particolare, osserva Russo, tra aprile e maggio 2020 si è verificato un crollo del numero di lavoratori retribuiti dalle aziende private della regione (quasi 43.000 in meno, -14,6% in un solo mese). Bisogna però tenere presente che la maggior parte di questi è rimasta occupata, pur percependo un trattamento di integrazione salariale (ad esempio la cassa integrazione guadagni ordinaria con causale Covid-19, che è stata largamente utilizzata).
La flessione misurata in termini di giornate retribuite dalle imprese è stata ancora più marcata, pari complessivamente a -8,5%. Come evidenziato, il livello territoriale la provincia di Gorizia presenta la contrazione maggiore, che corrisponde a quasi il 10% in meno di giornate retribuite. Nei mesi successivi si è registrato un progressivo recupero, che ha riportato l’occupazione più vicina ai livelli dell’anno precedente. L’occupazione a tempo indeterminato (tutelata anche dal cosiddetto “blocco dei licenziamenti”) già a giugno aveva recuperato i valori del 2019.
Quella a termine e stagionale, invece, nonostante la dinamica positiva del secondo semestre, è rimasta costantemente al di sotto dei livelli dell’anno precedente. I settori che hanno sofferto di più nel 2020 sono stati il commercio, gli alberghi e i ristoranti, a lungo gravati dalle pesanti restrizioni introdotte per contrastare l’epidemia. In questi ambiti peraltro sono particolarmente diffusi i contratti stagionali e a tempo determinato. Le conseguenze negative della pandemia sono state inoltre più evidenti per la componente femminile e per i rapporti di lavoro a tempo parziale.
Questi sono stati molto utilizzati nelle attività commerciali e turistiche. Per quanto riguarda le fasce di età, gli over 50 hanno registrato una contrazione delle giornate retribuite inferiore alla media (-3,8%), mentre è stata molto rilevante la diminuzione per gli under 30 (-12,7%), più frequentemente impiegati in occupazioni precarie, spesso proprio nei settori maggiormente colpiti dalla pandemia. Uno dei pochi comparti che ha registrato un aumento dell’occupazione e delle giornate retribuite dalle imprese è stato quello dell’assistenza sociale residenziale.
Nella categoria ci sono le case di riposo per persone anziane. Anche i servizi informatici, le attività di pulizia e smaltimento dei rifiuti e la fabbricazione di prodotti farmaceutici hanno evidenziato delle dinamiche positive. Nel contesto nazionale, il Fvg risulta comunque la regione con la minore flessione sia in termini di occupati (-4% contro una diminuzione nazionale pari a -5,7%), sia delle giornate retribuite dalle aziende (-8,5% contro -10,6%). A livello nazionale, infine, la percentuale di dipendenti retribuiti dalle imprese è crollata dal 54,4% nel 2019 al 32,9% nel 2020.
In regione l’incidenza degli occupati dipendenti che hanno lavorato con continuità nell’arco dell’anno è invece passata nello stesso periodo dal 60,7% al 36,5%. I dati illustrati provengono dall’archivio amministrativo Inps delle denunce retributive mensili e riguardano il settore privato non agricolo, ad esclusione del lavoro domestico (sono inclusi anche alcuni lavoratori del settore pubblico, nei casi in cui siano soggetti al contributo per la disoccupazione, ad esempio i supplenti della scuola).
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