Mancano candidati, oltre metà delle aziende non trova personale a Gorizia

Mancano candidati, oltre metà delle aziende non trova personale a Gorizia

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Mancano candidati, oltre metà delle aziende non trova personale a Gorizia

Di Redazione • Pubblicato il 26 Gen 2023
Copertina per Mancano candidati, oltre metà delle aziende non trova personale a Gorizia

Gran parte delle difficoltà legate alla mancanza di candidati, crollano le partite Iva in provincia: -72%.

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La provincia di Gorizia è ai primi posti in Italia con le maggiori difficoltà di reperimento del personale. Lo certifica l'Ires Fvg nella ricerca sull'occupazione in Friuli Venezia Giulia. Il 56,2% delle aziende lamenta difficoltà in questo senso, piazzando l'area al terzo posto nazionale dopo Bolzano (58,2%) e Pordenone (59,8%). In regione, in base alla rilevazione condotta dal sistema informativo Excelsior, le imprese dell’industria e dei servizi stimano quasi 11mila entrate di lavoratori a gennaio 2023. Nel 55,5% dei casi prevedono di avere delle difficoltà a trovare i profili professionali ricercati.

Una situazione dettata soprattutto per la mancanza dei candidati (35,1%) più che per la scarsa preparazione degli stessi (14,4%). Tra le figure che presentano le maggiori criticità a livello regionale si trovano: gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche (con l’89,2%), i tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell'istruzione (87,3%), gli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici (76,9%). In base ai titoli di studio richiesti le maggiori difficoltà si registrano in corrispondenza delle assunzioni di candidati che hanno concluso un percorso Its (71,9%).

A queste seguono quelle dei possessori di una qualifica di formazione o diploma professionale (70,1%), in particolare con indirizzo legno (88,9%) e impianti termoidraulici (92,5%). Si può infine evidenziare che negli ultimi anni gli ostacoli al reperimento del personale da parte delle imprese appaiono crescenti. Nel 2017 le assunzioni ritenute difficili in regione erano appena la metà di quelle rilevate attualmente (26,3%). Nel primo semestre del 2021 si aggiravano intorno al 40% del totale e a giugno dello scorso anno si attestavano ancora al 45%, dieci punti percentuali in meno rispetto alle previsioni odierne.

In ogni caso, cuardando ai primi nove mesi del 2022, l’occupazione nell'estremo Nordest è aumentata in media di 16.500 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+3,3%), quando l’economia era ancora negativamente condizionata dalle restrizioni introdotte per fronteggiare la pandemia. La crescita, informa il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo sulla base di dati nazionali e locali, ha riguardato soprattutto l’industria e l’edilizia (+5,5% in entrambi i settori) e unicamente il lavoro dipendente (+4,2%). Il numero medio di disoccupati è pari a 27.300 unità contro le 30.400 del periodo gennaio-settembre 2021.

I dati relativi al solo terzo trimestre del 2022 mostrano un leggero calo tendenziale dell’occupazione rispetto al corrispondente periodo del 2021 (-2.300 unità, pari a -0,5%). Anche il tasso di occupazione, che nel secondo trimestre aveva superato il 70% (nella fascia di età 15-64 anni) ed era il secondo in Italia dopo quello della provincia di Bolzano, è sceso al 67,8% e al settimo posto a livello nazionale. Il tasso di disoccupazione si è mantenuto comunque inferiore al 5%. Nei primi nove mesi del 2022, il numero di assunzioni in Fvg nel settore privato (esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli) è aumentato del 18,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (da 106.600 a 126.200, circa 19.500 unità in più).

Tale valore risulta inoltre superiore (di quasi 12.000 unità) anche a quello dello stesso periodo del 2019, l’anno precedente alla pandemia. Nel 2022 sono cresciute in termini relativi soprattutto le assunzioni a tempo indeterminato (+34,5%), mentre in valori assoluti l’incremento più rilevante ha riguardato quelle a termine (+6.133 unità). A livello territoriale le province di Trieste (+20,3%) e Udine (+21,7%) presentano le variazioni positive di maggiore entità. Pordenone (+12,4%) e Gorizia (+15,3%) evidenziano degli incrementi comunque significativi, anche se inferiori.

Nella seconda parte dell’anno si osserva un rallentamento della domanda di lavoro. La crescita rilevata si è infatti concentrata nei primi cinque mesi, mentre da giugno i valori sono allineati a quelli dello stesso periodo del 2021. Infine, sempre fino a settembre scorso, il numero di aperture di partite Iva è diminuito del 24% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’area giuliana è l’unica che mostra un incremento (+8%), mentre a livello nazionale la variazione è stata pari a -7,7%. Il calo si è concentrato nella provincia di Gorizia (-72%), che nel 2021 aveva registrato un anomalo incremento di aperture da parte di soggetti non residenti operanti nel commercio online.

Questo fenomeno si era infatti manifestato nelle province di Milano, Treviso e Gorizia, rispecchiando probabilmente la localizzazione delle società specializzate che agiscono come rappresentanti fiscali dei soggetti non residenti, occupandosi degli adempimenti in materia di imposta sul valore aggiunto. Non a caso le diminuzioni di maggiore entità nel 2022 si sono riscontrate proprio a Milano (-11.042 aperture), a Treviso (-7.341) e appunto a Gorizia (-1.958). A livello nazionale (il dato non è disponibile su base regionale), sempre nei primi nove mesi del 2022, oltre 200mila soggetti hanno aderito al regime forfetario, pari a poco meno della metà del totale delle nuove aperture.

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