Lacrime ed emozioni per l'ultimo saluto a Cristina, Ronchi piange la sua giornalista

Lacrime ed emozioni per l'ultimo saluto a Cristina, Ronchi piange la sua giornalista

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Lacrime ed emozioni per l'ultimo saluto a Cristina, Ronchi piange la sua giornalista

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 14 Ago 2021
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Cerimonia molto partecipata alla Maria Madre della Chiesa. Il ricordo commosso di amici e colleghi.

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L’affetto nei suoi confronti si è tradotto in un’immagine, quella di una chiesa piena di persone in lacrime. Questa mattina, in tantissimi non hanno voluto mancare ai funerali di Cristina Visintini, 56enne spentasi cinque giorni fa dopo una lunga malattia. Giornalista impegnata quotidianamente sul territorio, era una figura stimata nella sua Ronchi dei Legionari ma non solo, facendosi apprezzare per le sue qualità umane e professionali ben aldilà dei confini regionali e nazionali. “Era la sorella che non ho mai avuto” l’ha ricordata sul pulpito Luca Perrino, amico fidato.

Insieme, hanno dato vita all’associazione Leali delle Notizie e al Festival del giornalismo, con Cristina che era l’anima organizzativa. Un motore inarrestabile, che solo il male ha spento ma non trovandola mai abbattuta. Dentro le mura di Maria Madre della Chiesa, nemmeno il caldo più pressante ha fatto venire meno la voglia di dedicarle un ultimo saluto, stringendosi al compagno Sergio e al padre Amerigo. “Scompare una grande persona, una grande donna, una grande giornalista e una grande professionista” commenta il sindaco Livio Vecchiet.

“Amava molto la sua comunità - prosegue il primo cittadino - e valorizzarla e difenderla era da sempre un obiettivo della sua vita. Ci lascia una grande e difficile eredità, spero che ci possano essere altri cittadini che la raccolgano”. Al termine della funzione, è stato Perrino a farsi portavoce degli amici più stretti che hanno trovato in lei una spalla sempre pronta al confronto, ricordando i momenti trascorsi insieme. La summa di tutto ciò si trova nei suoi scritti, partendo dagli articoli per le allora pagine di Monfalcone del Messaggero Veneto, fino a quelle più recenti del Primorski.

Nel mezzo, tante altre esperienze, soprattutto a difesa dei giornalisti precari. C’è poi il suo lascito più grande, una kermesse culturale ormai avviata che conta decine di volontari e migliaia di affezionati. “Il festival si farà - preannuncia il presidente del sodalizio - non per mancanza di rispetto ma, anzi, deve continuare perché è stata anche la creatura di Cristina. Lei viveva le parti organizzative in maniera spasmodica, appassionata, correndo senza sosta. L’evento sarà profondamente segnato dalla sua assenza. In queste ore, abbiamo sentito tante testimonianze di questo vuoto”.

Nel corso della sua omelia, il celebrante don Marco Zaina ha quindi evidenziato l’impronta lasciata nella vita di coloro che l’hanno conosciuta: “Il brano del Vangelo ci parla di solitudine e felicità, che non è l’allegria ma la gioia di chi, nel dolore, sa che questo momento purtroppo non può essere ignorato. A ciò siete arrivati sostenuti anche da Cristina che, nonostante la malattia e la sua fragilità, continuava ad andare avanti”. Una consapevolezza che “lascia spazio alla fede ma non alla desolazione. Ora bisogna proseguire, coltivando i semi della sua passione”.

Insieme a don Zaina, hanno concelebrato la messa don Mirko Franetovich, cappellano di Ronchi; don Ignazio Sudoso, prossimo parroco; don Umberto Bottacin, parroco di Maria Madre della Chiesa; e don Giovanni Sponton, parroco di Sagrado.

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