Ad Formandum investe a Gorizia, laboratorio e opportunità per studenti

Ad Formandum investe a Gorizia, laboratorio e opportunità per studenti

la nuova sede

Ad Formandum investe a Gorizia, laboratorio e opportunità per studenti

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 30 Gen 2024
Copertina per Ad Formandum investe a Gorizia, laboratorio e opportunità per studenti

L'investimento da oltre 500mila euro. L'assessore regionale Rosolen annuncia 9 milioni di euro di risorse a favore di 13 enti formativi.

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A Gorizia è stato inaugurato ieri sera – al termine di una tavola rotonda sull’impresa formativa non simulata – il nuovo laboratorio di ristorazione di Ad Formandum, in via Carducci 41. L’agenzia organizza dal 1979, tra le province di Trieste e Gorizia, corsi di formazione professionale con l’obiettivo dell’integrazione sociale e lavorativa delle persone in condizione di debolezza e svantaggio per ragioni fisiche, sociali o di altra tipologia.

Un’attività che si è conquistata il plauso e il pieno sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia oltre che del Comune di Gorizia, ieri rappresentati, rispettivamente dall’assessore al Lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia Alessia Rosolen, e dal sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna. Nutrita anche la presenza degli esponenti della comunità slovena, a cui fin dalle origini si rivolge principalmente l’agenzia.

«Recentemente abbiamo trasformato la nostra organizzazione in una cooperativa sociale – ha spiegato la presidente di Ad Formandum Mirjam Malalan – ma nello spirito lo siamo sempre stati. Il nostro obiettivo principale è offrire ai nostri studenti un ambiente sicuro per lo sviluppo delle proprie abilità, indipendentemente dalla loro situazione socio-familiare».

I contributi
La realizzazione del laboratorio è stata possibile soprattutto grazie al contributo regionale per l’adeguamento tecnologico di 241.105 euro e al Fondo sviluppo di Confcooperative Fvg, che ha sostenuto l’iniziativa con 30mila euro a fondo perduto e un finanziamento di 120mila euro a tasso zero della durata di dieci anni. A questi si sono aggiunti anche i 112.550 euro del Superbonus 110%, in forma di credito fiscale.

Grande soddisfazione, quindi, da parte di Rosolen che ha sottolineato come «il sistema di formazione professionale in Friuli Venezia Giulia funziona molto bene nel dare risposta allaricerca di un ruolo per alcuni giovani la cui intelligenza, come diceva don Milani, si esprime attraverso le mani e il saper fare». Ragione per cui «la Regione sostiene il sistema di istruzione e formazione professionale (IeFP) con 9 milioni di euro di risorse a favore dei 13 enti formativi che a loro volta hanno messo in campo una trentina di progettualità».

Per Ziberna, inoltre, «riuscire a far coincidere nello stesso luogo attività che vanno dalla produzione di risorse alla formazione è sicuramente un gran risultato, soprattutto se in un settore, quello dell’ospitalità e della somministrazione di cibo e bevande, che sarà strategico in vista di Go! 2025».

La tavola rotonda
Ma fare impresa formativa, soprattutto in un sistema legislativo e burocratico come quello italiano, non è affatto facile. A metterne in luce tutti i possibili ostacoli è stato l’incontro al Kinemax con quattro professionisti ed esperti del settore: il docente ordinario dell’Istituto universitario salesiano di Venezia Arduino Salatin, il ricercatore Emmanuele Massagli, esperto di Didattica e Pedagogia speciale, il direttore nazionale della Fondazione Ciofs Fp Ets Massimo Peron e Alessandro Infanti, direttore di Ad Formandum.

Come ha evidenziato Massagli, «la normativa vigente consente a una scuola di farsi promotrice e protagonista della vendita di beni e servizi a scopo formativo, istituendo un’azienda speciale». Azienda condizionata principalmente dal fatto di dover essere senza scopo di lucro: cosa che però non significa che non possa generare utili. Tuttavia, soprattutto negli anni scorsi, erano rimasti molti dubbi sulle modalità di applicazione pratica senza correre il rischio di violare leggi in materia fiscale o a tutela del libero mercato. Le scuole si sono dovute quindi ingegnare per trovare il sistema migliore, anche ricorrendo a soggetti intermediari per la fatturazione dei prodotti e dei servizi.

Da ciò sono nati diversi casi in giro per l’Italia che possono fungere da modello per lo sviluppo in sicurezza di questo tipo di attività, esposti nei vari interventi. Chissà che anche la gestione del nuovo laboratorio goriziano non diventi anch’esso un nuovo caso di scuola.

L’inaugurazione
Al termine della conferenza si è potuto infine procedere al taglio del nastro, a cui ha fatto seguito il sontuoso buffet allestito dagli allievi della scuola in collaborazione con l’azienda Nonino e dall’Associazione produttori Ribolla gialla di Oslavia. Un avvio tutto da leccarsi i baffi e che ha lasciato ben sperare anche sul futuro dell’iniziativa.

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