il racconto
La situazione sanitaria negli anni '50 a Nova Gorica in un report CIA
A recuperare i documenti il blogger Marco Barone. Nel 1951 in servizio vi erano solo due medici nell'area.
Come era la situazione sanitaria a Nova Gorica negli anni ’50? Un report della CIA focalizzato sulla situazione del socialismo in Jugoslavia, fotografa, in modo impietoso, la situazione oltreconfine. Siamo nel 1951 ed emerge che nell'area di Nova Gorica, la cui città, ricordiamo venne fondata nel 1947, vi erano in tutto il distretto provinciale solamente due medici a disposizione, uno a San Pietro di Gorizia, si legge, uno a Salcano. I nomi sono stati scritti così.
Vista la complessità dell'area, scrive la CIA nel suo report, il numero dei medici "non è adeguato". Si racconta il caso di un medico di San Pietro, che a luglio di quell'anno è stato sostituito, perché colpito da una crisi nervosa a causa dell'enorme mole di lavoro a cui era chiamato, giorno e notte, senza sosta.
A sottolinearlo il ricercatore e blogger Marco Barone dai documenti emersi dall’agenzia statunitense e resi disponibili in questi mesi. “Vien da pensare a questo povero medico, cosa deve aver sopportato, altro che le pene dell'inferno, per essersi preso l'esaurimento nervoso per il troppo lavoro. Rilevano che il medico domiciliare poteva effettuare una visita, nella migliore delle ipotesi, solo due o tre giorni dopo la chiamata”, riferisce Barone.
Nell'ospedale di Vipacco erano ricoverati i malati che venivano trasportati con la Croce Rossa di Gorizia. “I medicinali erano completamente gratuiti per i lavoratori, mentre chi aveva un reddito superiore ai 50 mila dinari doveva pagarsi l'assistenza sanitaria, i medicinali ordinari erano disponibili nelle farmacie, mentre quelli stranieri erano difficili da trovare e se disponibili il prezzo era costoso.
Una situazione difficile, e c'è da riflettere su quanto sia importante, soprattutto oggi dove diamo tutto per scontato, adoperarsi per avere una sanità pubblica ottimale, efficiente”, prosegue Barone che rileva come “il diritto alla salute nella costituzione jugoslava del 1946, vigente in quel tempo, vedeva lo Stato assumere l'obbligo di attivarsi per migliorare la salute delle persone organizzando e controllando il servizio sanitario, gli ospedali, le farmacie, i sanatori, i sanatori e i centri di convalescenza e le altre istituzioni sanitarie. Ma la realtà del goriziano sul fronte jugoslavo dei primi anni '50 sembrava raccontare una situazione difficile e tutt'altro che corrispondente ai dettami costituzionali della Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia”, conclude.
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