La Sinagoga di Gorizia celebra la Giornata della Cultura Ebraica ricordando Carlo Michelstaedter

La Sinagoga di Gorizia celebra la Giornata della Cultura Ebraica ricordando Carlo Michelstaedter

LE INIZIATIVE

La Sinagoga di Gorizia celebra la Giornata della Cultura Ebraica ricordando Carlo Michelstaedter

Di REDAZIONE • Pubblicato il 11 Set 2025
Copertina per La Sinagoga di Gorizia celebra la Giornata della Cultura Ebraica ricordando Carlo Michelstaedter

Domenica 14 l'inaugurazione di un’esposizione e un dialogo dedicati al legame della famiglia del filosofo con i libri, nel cuore del più antico luogo di preghiera della regione.

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In occasione della Giornata Europea Della Cultura Ebraica, domenica 14 settembre, la Sinagoga di via Ascoli 19, la più antica del Friuli Venezia Giulia, ospiterà un doppio evento per ricordare la figura del filosofo, scrittore e poeta Carlo Michelstaedter e approfondire il profondo legame tra la sua famiglia e i libri. Alle 18 sarà inaugurata l’esposizione “Libri di famiglia. Qualche scaffale della biblioteca Michelstaedter”, che vede come curatori Antonella Gallarotti, scrittrice, bibliotecaria e già responsabile del Fondo Michelstaedter, e Simone Volpato, bibliografo e titolare della libreria Antiquaria Drogheria 28. A seguire il Direttore della Biblioteca Statale Isontina, Luca Caburlotto, che ha concesso alcune delle opere che saranno esposte, dialogherà con i due curatori, affrontando vari aspetti della storia della famiglia Michelstaedter e delle letture del giovane Carlo.

Essendo il tema della Giornata 2025 “Il Popolo del Libro”, si è deciso di dedicare un'esposizione al legame tra i libri e la famiglia ebraica goriziana dei Michelstaedter. Si è trattato infatti di appassionati lettori e al tempo stesso anche di autori, discendenti di rabbini, amanti dei volumi e delle carte scritte, al punto di cercare di mettere in salvo la biblioteca di famiglia nei tragici giorni della Shoah. Oltre al Fondo Michelstaedter esiste anche una Biblioteca Michelstaedter, conservata tra le raccolte della Biblioteca Statale Isontina di Gorizia. Sarà quindi l’occasione di conoscere la storia della biblioteca di famiglia e prendere visione di alcuni volumi, scoprendo gli interessi bibliografici di Alberto Michelstaedter e alcune delle letture del giovane Carlo. La mostra sarà poi visitabile nelle giornate di apertura della Sinagoga, quindi martedì, venerdì e domenica dalle 10 alle 18, con ingresso libero.

Le due iniziative saranno quindi l’occasione per ricordare la figura del filosofo goriziano, di cui si ricorda ancora oggi la tesi di laurea “La Persuasione e la Rettorica”. A breve in Sinagoga sarà riaperta la sala a lui dedicata, attualmente in corso di ristrutturazione, contenente alcune opere pittoriche da lui stesso realizzate. Domenica inoltre saranno annunciate importanti iniziative, che saranno proposte entro il 2025, dedicate alla figura del filosofo e alla storia della comunità ebraica e del ghetto, che rappresentarono uno straordinario tassello culturale nella storia di Gorizia.

La storia della Sinagoga, la più antica del Friuli Venezia Giulia
Gorizia ha avuto storicamente accertata la presenza di una comunità ebraica fin dal XIII secolo. Il primo insediamento cittadino è testimoniato nella “terra di sotto” ai piedi del Colle del Castello, nel vicolo che a tutt’oggi conserva l’antico toponimo di Cocevia. Della fine del XVII secolo poi, per volontà dell’Imperatore Leopoldo I, fu istituito il Ghetto di Gorizia dove gli ebrei praticavano le loro attività commerciali, bancarie e manifatturiere legate alla lavorazione della seta. In questo contesto, nel corso dei secoli, molti studiosi e letterati ebrei si guadagnarono ampia fama tanto da far conoscere Gorizia come la “piccola Gerusalemme sull’Isonzo”.

Pur non essendo mai una comunità molto numerosa, quella ebraica fu per la storia della città una presenza importante nell’ambito della borghesia cittadina sotto il dominio asburgico quasi totalmente irredentista: molti i protagonisti della Comunità che aderirono all’idea nazionale italiana almeno fino al 1938. ovvero fino all’emanazione delle leggi razziali. Con l’occupazione nazista, il 23 novembre 1943, tutti gli ebrei rimasti in città furono deportati ad Auschwitz e pochissimi fecero ritorno. Nel 1969 la decimata Comunità goriziana si unì a quella di Trieste. Costruita nel 1756, la Sinagoga fu utilizzata dalla Comunità ebraica di Gorizia fino a quell’anno. Nel 1978 la Comunità di Trieste donò l'edificio in abbandono al Comune, perché lo restaurasse e lo destinasse ad attività culturali riguardanti l’ebraismo: dopo una serie di importanti lavori di restauro la riapertura del Tempio avvenne nel 1984. Attualmente il Tempio non è adibito al culto.

La Sinagoga, di Rito Askenazita, fu costruita nella seconda metà del XVIII secolo: nel 1894, a fronte dell’abbattimento di alcune case del Ghetto, fu realizzato il cortile d’accesso preceduto dal portone coronato da un frontone che si affaccia tutt’oggi sulla via Ascoli. Entrando una lapide ricorda gli ebrei deportati nel ’43 e accanto si può ammirare una scultura dedicata di Simon Benetton. Il Tempio conserva la profonda suggestione di un luogo fuori dal tempo visto che poche modifiche sono intervenute dal Settecento: l’ampia sala è sovrastata da un sontuoso matroneo ligneo a balconata e, grazie ad ampie finestre e due splendidi lampadari in ferro battuto, la Sinagoga è particolarmente luminosa. A lato troviamo i banchi lignei dei fedeli e sulla parete di fondo il tabernacolo costituito da quattro colonne tortili in marmo scuro è protetto da una balausta in ferro battuto e dorato: all’interno veniva posto il rotolo delle Sacre Scritture ovvero la Torah mentre sul lato opposto una pedana rialzata per chi legge le Scritture durante i riti. Dietro l’edificio il giardino è intitolato a Bruno Faber, il neonato goriziano deportato nel ’43 ad Auschwitz, da cui non fece ritorno.

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