il risultato
La ‘poesia’ del movimento tradotta in danza dall'Asd Movartex
La realtà sportiva racconta i risultati al primo Mondiale Adult Master Rising in Austria e la nascita della scuola.
Dal frac di cui canta Modugno alle paillettes e swarowski di vestiti da fiaba, l’abito è parte dell’appeal nel ballo standard e latino-americano, ma a calzare a pennello dev’essere soprattutto la scarpa. A raccontarlo è Nika Bagon, che insieme a Luca Miclausig dirige la scuola di danza ASD Movartex sorta a Gorizia come importante realtà transfrontaliera. Un’eccellenza che ha visto Luca e la ballerina Giulia Lanari aggiudicarsi la gara internazionale di danza sportiva di coppia organizzata in Grecia e, di recente, classificarsi nella top ten dei mondiali di Adult Master Rising organizzata a Schladming: «I “rising” – spiega la direttrice - sono gli astri nascenti. Dalla classe di professionisti sono esclusi i primi sei finalisti mondiali; quindi, ballano tutti gli altri a scendere». Una gara a eliminatorie in cui ciascuna coppia mira a raccogliere il punteggio più alto per classificarsi nel turno successivo attraverso il “sistema skating”, dove il computer elabora i dati dei palmari dei giudici per stilare la classifica finale. «In Grecia hanno vinto la gara – rimarca - mentre in Austria si sono classificati al settimo posto». Una posizione eccellente che a Luca ha regalato «felicità e soddisfazione». «Sentire che gli obiettivi sono stati raggiunti grazie all’impegno di tutti – riflette con orgoglio - è una delle emozioni più forti che la danza possa regalare». Grande entusiasmo anche per Giulia in primis nel constatare i propri miglioramenti e «quella fame di apprendere che cresce a ogni risultato raggiunto».
Una scuola di ballo dedicata per lo più alla danza sportiva di coppia qual è il latino-americano e lo standard, cui si aggiungono discipline come hip hop e modern. «Io e Luca nasciamo come professionisti di danza sportiva latino-americana, standard e ballo sociale – prosegue Nika – quindi copriamo tutte le fasce d’età, dal prescolastico all’età adulta anche avanzata». Nato dalla fusione fra due scuole, oggi l’istituto vanta una media di 300 iscritti all’anno con apertura fino a tarda sera. «Da settembre a oggi sono 202 – calcola - ma di solito il boom d’iscrizioni avviene da gennaio con il nuovo anno». La storia della scuola inizia durante gli incontri ai camp, quando Luca e Nika decidono di unire le forze e aprire una propria sala. Dall’attività a Nova Gorica di Bagon a quella monfalconese di Miclausig non poteva che nascere un astro vincente, nel capoluogo isontino che era già noto per lunga tradizione di danza. «Ci siamo trovati a metà strada – precisa – e proprio durante gli anni del Covid decidemmo di aprire una sede nostra per un investimento futuro». Fra lezioni private, agonismo e terza età sono tante le ore di allenamento alle quali si dedicano gli sportivi: «La domanda è quando “non” ci dedichiamo alla danza – ammette con ironia - perché la mattina abbiamo i corsi per la terza età, mentre al pomeriggio cominciamo verso le 15, e prima comunque abbiamo lezioni private o degli agonisti, andando avanti ogni giorno fino alle 22. Certo, dipende dal livello».
Chi si avvicina alla disciplina segue in genere due o tre ore a settimana, mentre gli agonisti che già gareggiano oltrepassano la decina di ore settimanali, «soprattutto – puntualizza - se fanno due discipline: ogni settimana va fatta la lezione tecnica, quella pratica e poi privata, fino all’allenamento da gara e a quello autonomo». Se il mese di novembre ha visto impegnato il gruppo ogni weekend fra mondiali e championship di gare internazionali, domenica 7 dicembre saranno ospitati al Kulturni Dom insieme a scuole del Veneto, Lubiana e Cervignano: «È come una simulazione di gara interna fra noi – chiarisce – per offrire anche ai principianti un primo approccio alle gare». Ma un ruolo cardine Movartex lo ha ricoperto soprattutto durante le celebrazioni per la Capitale europea della cultura: «È stato un pieno di emozioni – ricorda - perché l’8 febbraio avevamo attività una in fila all’altra. Siamo partiti con la parata insieme alle bande, coinvolgendo nei balli anche i ragazzi delle sedi esterne di Doberdò, Duino, Malchina e Capriva, oltre a una scuola di Trieste. Poi i nostri Alex e Mara (Alex Devetak e Mara Cappiello, ndr) hanno ballato in piazza Vittoria durante la parte istituzionale».
La coppia si è esibita nel pezzo con cui si è aggiudicata il bronzo al mondiale ShowDance trascinando la folla in un lungo applauso finale. «Schladming ci porta bene – ammicca - è stata una grande emozione vederli nella piazza piena. Poi abbiamo accompagnato la seconda parte della parata e il passaggio del testimone al confine, ed avendo la doppia cittadinanza ci tenevo che fosse bello. È stato un momento molto festoso sul confine». Una parata accompagnata dalle percussioni dei Drumsquad di Trieste, che ha oltrepassato il valico di San Gabriele in un happening multicolore. Fino allo spettacolo serale conclusivo per simboleggiare l’universale nel singolare delle culture: «Abbiamo usato canzoni classiche mixate e adattate ai ritmi di oggi - sottolinea – rappresentando tutte le discipline della danza fuse assieme in un’unica unità. Un apparente caos per dimostrare che dove c’è sinergia tutto può funzionare, che è un po’ quello che ci contraddistingue come cultura di frontiera». Determinazione, passione, forza e coraggio, dove però a prevalere è «sicuramente la determinazione – ribadisce - che metterei al pari col coraggio. Perché la danza non è solo un gesto fisico, tecnico e motorio, ma un mettersi in gioco. Uno sport artistico da seguire senza inibizioni e paure, altrimenti il gesto tecnico non coinvolge e non risulta efficace».
Dalle scarpe su misura che devono «calzare come un calzino» al protagonismo scenico degli abiti, il consiglio è sempre lo stesso: «Divertirsi – evidenzia - perché il ballo crea gioia e fa dimenticare i problemi della vita. E poi è necessario avere tanta pazienza, lavorare molto e crederci, il che può portare a migliorare sia l’aspetto fisico che quello emotivo e di autostima». Una passione che Nika iniziò a coltivare fin dai dodici anni, quando iniziò a ballare insieme al cugino: «Fu il mio primo ballerino – rammenta - lui smise subito e io continuai. La costanza porta sempre a qualcosa». La stessa passione che condusse Luca e Giulia a intraprendere il percorso dell’agonismo: «Iniziai a tre anni – riporta Giulia - con la danza classica, poi a sei con il “latino”. Per me è essenziale saper usare il corpo in modo naturale, fino a raggiungere quella sensazione che nasce nello stomaco quando parte la musica: una scossa che attraversa tutto e ti fa capire cosa intendi raccontare con il movimento». Una favola elettrizzante che ogni giorno si ripete al ritmo delle note di jive, samba o rumba, per esprimere attraverso l’energia ciò che solo in poesia la parola riesce a cogliere.
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