La marmellata di arance

La marmellata di arance

LA LETTERA

La marmellata di arance

Di ENRICO ALTRAN • Pubblicato il 22 Dic 2024
Copertina per La marmellata di arance

Vittimismo e responsabilità sono i temi contenuti in questa lettera. Enrico Altran riuflette su convivenza e modelli di partecipazione.

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Enrico Altran ci scrive di “vittimismo e responsabilità”. Parte da un racconto natalizio per arrivare all’attualità proponendo una riflessione su convivenza e partecipazione. S.F.

Natale era alle porte e Giacomino stava vagando in cerca di qualcosa nella dispensa della nonna. In alto erano sistemati dei vasetti di marmellata, tutti allineati, con il tappo rosso e con l’etichetta scritta a mano: “Marmellata di arance 1982”. Senza perdere tempo e senza far rumore, si arrampicò, raggiunse la mensola e prese uno di quei vasetti, avendo cura di spostare i rimanenti per mascherare il furto.

Poi, tornato sul pavimento, si mise dietro ad un sacco di farina e si gustò quella prelibatezza su alcune grosse fette di pane. Pensava di averla fatta franca ma, pochi giorni dopo, la nonna lo chiamò e gli porse un bel cesto di vivande al cui centro c’era un buco cilindrico, sembrava quasi fosse lo spazio per un vasetto di marmellata. Non servì alcuna parola, corse dalla nonna, l’abbracciò e le chiese scusa. Fu un bellissimo Natale in quella casa.

Un storia simile sembra ripetersi quasi ogni giorno nel nostro Paese: uno fa il furbetto, crede di averla fatta franca ma poi, qualche giorno dopo c’è qualcun altro che se ne accorge, che chiede conto del misfatto. Ma qui cambia il finale: il primo, invece di chiedere scusa e restituire quanto sottratto, inizia a sbraitare, ad accusare di complotti gli altri, a fare la vittima incompresa che, sotto sotto, in realtà ha commesso il reato per il bene degli altri. Questo ultimo passaggio è un po’ più ardito, ma, se ci si pensa bene, avviene molto più spesso di quanto si creda.

È vero che il mondo cambia e con esso cambiano le priorità e le esigenze della popolazione. Regole, consuetudini e leggi che sembravano corrette e giuste solo qualche anno fa, ora sembrano distanti, inapplicabili, obsolete. Devono essere cambiate. E qui sta il punto, le regole di convivenza devono e possono essere adeguate e modificate, ma usando gli strumenti che ci sono messi a disposizione, valutandone bene effetti e conseguenze, facendo si che socialmente, economicamente e umanamente abbiamo un impatto positivo su tutti. Per farlo ci sono il Parlamento, il Consiglio Comunale, l’assemblea di condominio, la famiglia. Sicuramente la scorciatoia, la soluzione diretta e istintiva, quella che spesso viene definita di “buon senso”, non è una via accettabile nella nostra società.

Come cristiani sappiamo tutti di avere talenti unici e preziosi, che vanno usati per il bene dei fratelli, siamo interpellati in prima persona e non ci resta che decidere coerentemente di partecipare attivamente alla vita della comunità, come e quando possiamo, ma facendo in modo che gli altri possano contare su di noi e sulla nostra presenza. Ma come si può cercare di incidere e portare il proprio contributo ai cambiamenti che il nostro mondo richiede, se le decisioni vengono prese addirittura in Parlamento?

Andando a votare alle elezioni e stabilendo un rapporto attento e continuativo con i nostri rappresentanti eletti. Questa opzione non viene quasi più percepita, ma è un modo unico per riprendere in mano la responsabilità dello sviluppo del Paese, della città, del quartiere, della nostra comunità. Ciascuno per la propria parte, collegialmente si potrà dare supporto all’eletto, nelle scelte che dovrà fare in nome e per nostro conto, aiutandolo a rimanere uno strumento di sviluppo e progresso.

Solo così ci sarà la certezza che le leggi saranno modificate e approvate nelle sedi opportune, in base alle esigenze del tempo, consapevoli che chi non le seguirà, sia egli semplice cittadino o ministro della Repubblica, rimarrà soggetto alle verifiche del potere giudiziario con tutte le conseguenze del caso. Per garantire tutti, non ci sono scorciatoie di sorta, la via stretta va percorsa, tutti assieme.

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