il personaggio
Jasmin lascia Doberdò e vola in Thailandia con gli elefanti, «vivo un sogno»

La giovane ha lasciato il Carso per inseguire il sogno di lavorare con gli elefanti, insegnando ai turisti i pericoli e a rispettare questi animali.
È partita con la sua valigia, un biglietto di sola andata e quel brivido che ti prende quando stai per esaudire un desiderio. La vita di Jasmin Laurencic è a dir poco cambiata dal marzo 2022, quando ha lasciato la sua Doberdò del Lago per arrivare in Thailandia, inseguendo il sogno di poter lavorare a stretto contatto con gli elefanti. Una storia raccontata anche da Vanity Fair. Dopo aver percorso 10.500 chilometri, la trentenne carsolina è arrivata nella comunità Karen, minoranza etnica nel nord del Paese asiatico, per lavorare in un "santuario etico".
Facciamo però un passo indietro. «Ho sempre voluto fare un progetto con gli elefanti - ci racconta Jasmin, in una telefonata dall’altro capo del mondo - ma la vita mi aveva portato a fare altre cose. Ho studiato Turismo all’Università a Lubiana, poi ho fatto esperienze come animatrice per sette mesi alle Bahamas e un anno in Spagna. Con l’arrivo del Covid, il settore era chiuso e, tornata a casa, per due anni fatto la supplente in un asilo sloveno». Pur amando i bambini, però, si immaginava il futuro in modo assai diverso.
Ecco quindi che, cercando su internet dei progetti in cui lanciarsi, ha trovato quello giusto per lei: 6 mesi di volontariato tra le montagne del distretto di Naklang. «Qui ho imparato tanto dagli elefanti - racconta - Nel primo villaggio in cui sono arrivata ho incontrato Kerri McCrea, fondatrice del santuario dove lavoro ora, e ho iniziato ad aiutarla con i tanti turisti spagnoli che ci sono». In breve tempo, Laurencic è diventata coordinatrice degli ospiti. Da un anno e mezzo ha cambiato villaggio, rimanendo comunque nella zona.
Com’è stato ambientarsi? «Ho iniziato a viaggiare a 16 anni, sono abituata allo shock culturale ma è stato comunque un po’ difficile la prima settimana. In Italia e in generale un Europa siamo abituati alle comodità, qui invece all’inizio non c’erano le docce. Però mi abituo abbastanza velocemente alle nuove esperienze, non è stato uno shock tremendo». A ripagarla è certamente la possibilità di ammirare nella natura i pachidermi, anche se ogni interazione è limitata: «Hanno 16 chilometri quadri di bosco per girare liberamente, ma restiamo sempre a distanza».
È proprio per questo che il Kindred Spirit Elephant Sanctuary è definito "santuario etico", senza interazioni tra umani e animali: «Li osserviamo per due ore circa, spiegando ai turisti le differenze tra gli esemplari asiatici e africani». Complice i rischi dietro a questi animali apparentemente mansueti, così come il rispetto per il loro habitat, i visitatori non possono farsi una foto con loro, lavarli né tantomeno cavalcarli. Cose che rimangono ancora popolari nell’immaginario collettivo «ma speriamo che ciò cambi con l’educazione».
Per raggiungere il luogo di avvistamento, si parte dalla città di Chang Mai e si devono percorrere diversi chilometri prima di arrivare. A raggiungere questo angolo di mondo, però, sono ben pochi italiani o sloveni, mentre sono numerosi quelli che arrivano da Olanda, Usa, Canada, Belgio, Australia, Singapore e Inghilterra. Con loro, Jasmin parla in inglese e spagnolo, mentre sta imparando anche un po’ della lingua locale: «È decisamente differente da altre che parlo, ha origine dal Myanmar e ormai solo le vecchie generazioni sanno anche scriverla».
Come reagisce la popolazione del posto all’arrivo di turisti? « I visitatori vengono qui due o tre volte volte a settimana, il marito e metà della famiglia di Kerri sono del posto. Gli abitanti sono contenti, perché così hanno altre entrate economiche e vedono facce nuove». Se per ora la sua vita è qui, la giovane è comunque tornata di recente a casa e ha già in programma un altro ritorno per vacanza: «Ho il contratto fino a fine anno. Per il momento sto bene qua, per ora sto vivendo il mio sogno e voglio godermi al massimo la mia esperienza».
Foto Aislinn Buttron
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