la proposta
Un Parco dell'Isonzo da Gorizia a Grado, l'idea Pd per difendere il fiume
La proposta dei dem in vista delle elezioni regionali, sì allo sviluppo di impianti idroelettrici se di piccoli dimensioni.
I cinque candidati del Partito democratico nella circoscrizione di Gorizia hanno scelto le sponde di Gradisca per lanciare la propria proposta. In vista delle elezioni regionali, l’idea è di creare un Parco dell’Isonzo che vada dal capoluogo a Grado, uniformando così la gestione del corso tra tutti i comuni bagnati. Inclusi quelli dell’ex provincia di Udine per circa 1.140 metri quadri, oltre a studiare un coinvolgimento diretto anche della Slovenia per il tratto dalla sorgente fino al confine. L’obiettivo, precisano, non è però di imporre nuovi vincoli.
“Non vogliamo un museo - ha spiegato l’ex Presidente della Provincia, Enrico Ghergetta, prima di passare la parola ai nomi in corsa - dove non si tocca nulla, ma un’area fruibile per la comunità. Vogliamo difendere e tutelare il fiume”. Ricordando la nascita della Riserva della foce a Staranzano e i diversi parchi comunali sorti negli anni, il dem ha evidenziato la volontà di avere una voce unica: “Il fiume non conosce campanili e confini, dobbiamo superare la logica frammentaria”. A finanziare il tutto potrebbero essere Regione ed Europa.
A oggi, esiste lo strumento del Contratto di fiume che già altri territori - come quello bagnato dal fiume Natisone - stanno percorrendo. La tutela ambientale, precisano gli esponenti del centrosinistra, si lega anche a GO! 2025 che “non può essere solo l’occasione per fare Gusti di frontiera per due settimane e mettere a posto qualche strade. Mi spiace per Ziberna, è mio amico, ma non mi aspettavo facesse il becchino di Gorizia”. L’obiettivo, quindi, è far dialogare tutti i comuni “per gestire un bene di tutti”, ha incalzato Diego Moretti.
Il consigliere regionale uscente ha puntato il dito verso gli interventi messi in atto recentemente dalla Regione sul fiume, “solo perché siamo in campagna elettorale”. L’ex sindaco di Romans, Davide Furlan, ha quindi ricordato quanto è stato fatto sulla gestione del corso d’acqua a livello provinciale, come la realizzazione del collettore unico: “Una scelta per avere un fiume pulito”. Per il primo cittadino di Doberdò, Fabio Vizintin, “oggi ci sono tante aree verdi non gestite adeguatamente. Ci serve una visione unitaria, la Regione deve intervenire”.
Per il candidato carsolino c’è il tema più ampio dell’ambiente: “Questa estate ho vissuto i momenti più drammatici come sindaco durante gli incendi, non è possibile che in Slovenia stiano già rimpiantando alberi e noi siamo fermi”. La candidata di Monfalcone Lucia Giurissa ha invece guardato alle richieste fatte dai giovani, come quelle di venerdì scorso durante lo Sciopero per il clima: “Tanta parte della destra fa finta di niente”. L’ex senatrice Laura Fasiolo ha rilevato che “chi di noi sarà eletto, dovrà rappresentare l'esigenza di vita dell’Isonzo”.
La dem ha toccato quindi le sfide a cavallo del confine, come la presenza del cementificio di Ankhovo e la necessità di trovare "un accordo serio con la Slovenia sulla portata d’acqua" dalla diga di Salcano. Riguardo allo sfruttamento delle acque, in particolare per impianti idroelettrici, tutti i candidati si sono detti favorevoli se di piccole dimensioni, nonché alla realizzazione di piccoli bacini. “No a dighe impegnative” ha precisa Gherghetta. “L’utilizzo antropico non è in contrasto con la tutela ambiente” ha rimarcato Giurissa.
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