«Io, ex Alpino, chiedo le scuse per gli abitanti di Ustje»

Una voce fuori dal coro: «Io, ex Alpino, chiedo le scuse per gli abitanti di Ustje»

LA POLEMICA

Una voce fuori dal coro: «Io, ex Alpino, chiedo le scuse per gli abitanti di Ustje»

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 13 Ott 2024
Copertina per Una voce fuori dal coro: «Io, ex Alpino, chiedo le scuse per gli abitanti di Ustje»

A contattarci un lettore che auspica le scuse dei vertici Ana per gli eccidi compiuti anche dagli alpini ai danni della comunità slovena di Ustje.

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«Chissà se dopo il raduno nazionale delle fanfare alpine congedati i vertici dell'Ana presenti a Gorizia si recheranno a Ustje, paesino vicino ad Aidussina, in Slovenia. In quella località, l'8 agosto del 1942, i "valorosi alpini" della "eroica" divisione Julia, fucilarono 8 persone inermi e, non soddisfatti, bruciarono il villaggio».

La domanda giunge alla nostra redazione dal caprivese Sandro Corazza, ex alpino, militante dell'Anpi e appassionato di storia locale. A turbarlo è la retorica nazionalista che si manifesta non appena si parla delle penne nere e che comprende anche gli aiuti portati ai terremotati del Friuli: fra le case diroccate e gli edifici squarciti hanno lavorato in molti volontari, anche diversi operai cormonesi a cui, però, non è mai stato tributato un vero ringraziamento.

«Il mio intervento si inserisce in un quadro storico più generale. Adesso si cerca di unire i due gruppi etnici italianoe sloveno, di superare scontri e difficoltà, ma persistono le incomprensioni sull'invasione della Jugoslavia» spiega Corazza.

Riprendiamo un passo di un articolo di Simonetta Fiori apparso su La repubblica il 2 aprile del 2021: «L’8 luglio del 1942 (in realtà la data corretta è l'8 agosto, giorno della memoria per il paesino sloveno, ndr.) un reparto distrugge Podhum, un paese considerato una possibile base d’appoggio per i partigiani nel territorio annesso alla provincia di Fiume. I maschi dai 16 ai 65 anni vengono fucilati (108 persone). Tutti gli altri – donne, vecchi e bambini – sono deportati. Un alpino italiano sopravvissuto, Giovanni Corvino, ricorda la strage di Ustje, scatenata dall’uccisione di un commilitone: la rappresaglia è raccontata con voce ferma, senza temperatura emotiva. Dopo l’inferno jugoslavo, Corvino ha subito la prigionia in un lager tedesco. La memoria appare raffreddata, come per difendersi dall’orrore».

Corazza rimane perplesso di fronte all'accoglienza degli alpini come “salvatori della patria” dal momento che, al pari di tanti altri soldati, sono stati autori di eccidi. «Mi chiedo solo se, al di là delle celebrazioni di sabato e domenica, ci sia la volontà di chiedere perdono ai discendenti di quegli abitanti per quel vile misfatto». 

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