L’APPELLO DEI RESIDENTI DI VIA BAGNI
«Invasi da muffe e da allagamenti ricorrenti». Morsolin e Saullo chiedono l’istituzione di un Osservatorio sull’Edilizia Popolare

Gli inquilini denunciano la scarsa manutenzione degli alloggi Ater. Focus sugli alloggi sfitti, «pensare ad un ‘Piano Casa’ che preveda l’acquisizione di nuovi alloggi».
Gli inquilini delle case popolari di via Bagni a Monfalcone denunciano diverse criticità che da tempo affliggono le loro abitazioni interessate – tra i vari problemi - da muffe e allagamenti di cortili. Più in generale poi, i residenti denotano una scarsa manutenzione degli immobili costruiti 21 anni fa. «Quando piove qui diventa tutto un fiume e non possiamo uscire – spiega la signora J.G. alla nostra redazione - tanti di noi hanno problemi di umidità, ci sono case piene di muffa con gli intonaci che cadono già dal 2004, quando gli stabili erano appena stati costruiti. L’Ater anni fa ha predisposto un tombino nel cortile ma non drena nulla, le grondaie non sono mai pulite ed entra tantissima acqua nei garage».
Sottolineata anche la presenza di alloggi vuoti in una delle città con la più alta emergenza abitativa del territorio. Monfalcone è infatti un comune classificato “ad alta tensione abitativa”. Sulla questione intervengono anche i consiglieri di Monfalcone Civica e Solidale Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo. «Partiamo da queste denunce non solo per sostenerle ma anche per fare il punto di come sta la casa pubblica a Monfalcone, città dove è molto difficile trovare un affitto a prezzi compatibili con uno stipendio medio e dove il patrimonio pubblico è fermo agli anni Sessanta. Sono esclusi gli alloggi più recenti di via Bagni e qualche complesso in via Volta. Va detto che troppi alloggi sono vuoti» affermano i due esponenti.
«La casa è la prima spesa per le famiglie e impiega circa il 60% dello stipendio – fanno notare - pensare quindi che ci siano più case pubbliche nella città con i redditi più bassi della Regione significa non solo dare risposte ad una fascia ampia di popolazione ma fare in modo che la città possa essere più ricca, che le persone possano stare meglio e possano spendere a Monfalcone». Morsolin e Saullo considerano «pochi o nulli» gli investimenti degli ultimi anni su questo versante. «La mia casa è pervasa dall’ umidità. C’è un odore forte. Spesso si forma sui muri della muffa che dobbiamo togliere a spese nostre. Ci vorrebbe un intervento da parte dell’Ater che da diverso tempo trascura questa zona di sua competenza», aggiunge un altro residente, G.S.
Morsolin e Saullo fanno un altro “investario” delle situazioni che vanno attenzionate. Sul complesso di via Volta, per esempio, secondo i due consiglieri, l’Ater avrebbe dovuto già nel 2019 investire circa 400mila euro per effettuare delle migliorie sulle case. In via Valentinis l'unico intervento fatto risale ad uno stanziamento di fondi del 2016. «In via Rossini, case del Comune, lo stanziamento era stato previsto nel 2016, ma ancora le case non sono state assegnate, in via Bagni manca la manutenzione e se vogliamo parlare di casa Mazzoli, unico edificio realmente ristrutturato, è stato messo un limite di reddito molto alto per poter entrare, tanto che i primi due bandi sono andati deserti».
«Insomma sul principale nucleo di riscatto economico non esiste nessun intervento che abbia, come si usa dire, “cambiato il volto della città” in meglio – rivendicano gli esponenti civici - dopo dieci anni di governo leghista, sia in Comune che in Ater, ci troviamo a fare i conti con case senza manutenzione, alloggi vuoti e affitti privati alle stelle. Non è assurdo pensare che per evitare la fuga dei monfalconesi da Monfalcone sarebbe più utile rendere le case pubbliche più salubri e soprattutto più numerose per dare risposte a chi ne ha bisogno e per evitare la speculazione sugli affitti».
Monfalcone Civica e Solidale elabora quindi delle proposte articolate in tre punti «per cominciare a cambiare le cose». La prima è quella di rimettere in circolazione i troppi alloggi sfitti a Monfalcone, recuperare le case che hanno bisogno di manutenzione e effettuare le manutenzioni straordinarie per quelle abitate. Poi merge la proposta di pensare ad un "piano casa" che preveda l’acquisizione di nuovi alloggi, anche dal mercato privato, per aumentare la disponibilità di alloggi pubblici sulla scorta di quanto già hanno iniziato a fare nel Comune di Roma perché «l'amministrazione di destra in questi anni ha diminuito il patrimonio pubblico invece di aumentarlo». Infine, Morsolin e Saullo chiedono di istituire un Osservatorio sulla Casa che permetta di raccogliere i dati sugli alloggi sfitti in città, pubblici e privati, che registri l'andamento dei prezzi e monitori la domanda. Questo permetterebbe di costruire politiche efficaci e mirate sulle necessità della popolazione.
Foto di Enrico Valentinis
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