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L'Interporto di Gorizia rivede gli spazi, il progetto per accogliere cultura e turisti

Presento il progetto da concludere in 30 mesi per recuperare le aree inutilizzate a cavallo del confine, nascerà un centro polifunzionale e uno spazio per l'arte.
L’Interporto di Gorizia si apre al turismo e agli eventi culturali, puntando a risolvere tre problemi: il sottoutilizzo delle aree confinarie, l’integrazione dell’offerta turistica e il permanere di alcuni confini e resistenze culturali che impediscono ancora una piena integrazione transfrontaliera. Gli obiettivi sono stati illustrati alla Sdag, presentando il progetto Crew che vede proprio l’azienda partecipata dal Comune di Gorizia come ente capofila, finanziato con 1.332.547,38 dal programma Interreg Italia-Slovenia.
Questa, ha sottolineato l’amministratore unico di Sdag Giuliano Grendene, «è una sfida e un’ambizione che coniuga la logistica con lo sviluppo del territorio». Nella rete di partner c’è anche la confinaria municipalità di Šempeter-Vrtojba, il cui sindaco Milan Turk ha rilevato come quest’area si sia progressivamente trasformata dall’indipendenza della Slovenia fino al suo ingresso nell’Unione europea. Se tante realtà doganali hanno chiuso, infatti, oggi c’è un’alta concentrazione di aziende di spedizione, principalmente familiari.
Secondo il primo cittadino, infatti, sul suo territorio si contano 360 camion e tir registrati, mentre a Nova Gorica ce ne sono poco meno di 200. «Questo - così Turk - è il valico con più alto numero di veicoli pesanti al giorno in Slovenia, ben 2800. La situazione non cambierà, bisogna trovare nuovi contenuti e rendere la vita più vivibile per chi è qui, così come rendere meglio il transito a chi arriva. Negli ultimi 10 anni non è stato fatto abbastanza». Per l’omologo goriziano Rodolfo Ziberna, «qui ci saranno spazi d’incontro».
Ad oggi, quindi, i fondi permetteranno di avviare uno studio - affidato all’Università Iuav di Venezia e a quella di Lubiana - per definire un nuovo uso delle aree confinarie oggi in stato di abbandono o inutilizzo. Per Ezio Benedetti del Gect, «stiamo pensando di ragionare su una sinergie tra Walk of peace e Crew. Potrebbe essere un’ottima occasione per dimostrare come progetti diversi, che a prima vista non sono collegati, invece possono avere dei punti di contatto». L’aspetto culturale sarà invece campo per il Kulturni dom di Nova Gorica.
Come illustrato dalla responsabile del progetto, Eleonora Anut, si seguiranno due strategie: per il turismo si punterà sull’uso delle aree già esistenti per realizzare un centro polifunzionale, con un parcheggio per decongestionare la città e un punto di primo supporto per i viaggiatori. Per la cultura, invece, si realizzeranno opere artistiche, una parco transfrontaliero delle culture, graffiti e incontri usando sempre strutture già presenti. L’arco temporale del progetto è di 30 mesi, partendo ufficialmente da aprile 2024.
Le aree transfrontaliere di Gorizia e Šempeter-Vrtojba sono state scelte come cuore del progetto in quanto maggiore esempio della cosiddetta economia di frontiera, economia che ha caratterizzato il tessuto imprenditoriale del territorio fino agli anni Duemila, traendo la propria forza dall’esistenza stessa del confine. Questi spazi, con il loro profondo significato simbolico e valenza culturale, saranno rimessi quindi al servizio del territorio come luogo di incontro, caratterizzato da una forte accessibilità, delle comunità locali transfrontaliere.
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