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Le insidie del gioco raccontate ai ragazzi, pericoli e modelli a Gradisca
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Confronto con i ragazzi per contrastare il vizio. Idea nata dal consigliere Andrea Tomasella.
Il tunnel della malattia del gioco è un percorso in cui ci si può finire indipendentemente dall’età. Per questo, gli studenti dell’Istituto agrario Brignoli di Gradisca d’Isonzo sono stati coinvolti dalle Acli della provincia di Gorizia in un progetto dedicato proprio al tema dell’azzardopatia, ponendoli a confronto con situazioni di vita vissuta. Il tutto si inserisce nelle attività che ogni anno l’associazione svolge con i ragazzi, puntando su sensibilizzazione e prevenzione di comportamenti pericolosi per sé stessi e l’intera comunità.
Per l’occasione, quindi, sono state coinvolti una settantina di studenti in presenza, oltre a cinquantina in videoconferenza. Tra i relatori, anche Maurizio Fiasco, sociologo e presidente dell’associazione scientifica Alea, nonché membro della commissione parlamentare antimafia. Insieme a lui, anche persone che hanno sfiorato il burrone del gioco, o che hanno comunque deciso di prenderne le distanze per etica: è il caso del Bar no slot di Lorenzo Lenhardt, che ha detto di no a questa fonte di entrate ma anche di danni alla salute degli avventori.
“Senza formazione, non si va da nessuna parte” spiega Silvia Paoletti, responsabile dello sviluppo associativo dell’Acli Gorizia e presente insieme al presidente provinciale, Silvio Spoladore. Per questo, la mattinata ha voluto parlare soprattutto ai più giovani, cercando con loro un dialogo su tematiche che non vengono spesso trattate in ambiti scolastici. L’idea è nata da una richiesta del consigliere comunale di Gorizia, Andrea Tomasella, già in passato attivo sul tema. In Aula, infatti, aveva presentato una mozione a contrasto della ludopatia e tutela dei malati.
Il lavoro era stato fatto insieme al collega di minoranza Andrea Picco (Forum). Da lì, è partita la macchina per organizzare l’incontro, coinvolgendo personalità e gli stessi ragazzi. L’attività con quest’ultimi non terminerà in questa cornice, ma il tutto verrà ripreso in occasione della consegna delle borse di studio dell’Acli, a fine anno scolastico. Tornando all’azzardopatia, sono stati diversi gli spunti offerti per maturare una riflessione, tra cui quelli raccolti nel volume di Marilena Cimatoribus, coautrice di “Storie d’azzardo in terapia di gruppo”.
“Il ruolo della Fondazione Carigo - è intervenuto il presidente, Alberto Bergamin - è di intercettare anche questa drammatica realtà, che cammina sotto traccia nella nostra società. L’appello che farò è che, nella predisposizione dei nostri bandi soprattutto nell’ambito educativo, le istituzioni che operano sul territorio affrontino anche questa tematica”. Dal canto suo, Lenhardt ha evidenziato la volontà fin da subito l’obiettivo di rendersi “indipendenti” dalle slot, trovando anche l’appoggio dell’amministrazione locale: “Una scelta fatta per privilegiare un luogo sociale”.
Foto Andrea Tomasella
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