Incidente mortale la notte di Capodanno, 66enne di Gradisca condannato a 4 anni

Incidente mortale la notte di Capodanno, 66enne di Gradisca condannato a 4 anni

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Incidente mortale la notte di Capodanno, 66enne di Gradisca condannato a 4 anni

Di Redazione • Pubblicato il 29 Gen 2024
Copertina per Incidente mortale la notte di Capodanno, 66enne di Gradisca condannato a 4 anni

Arrivata oggi la decisione del Giudice per l’udienza preliminare, assolvendo anche l'amica della vittima che guidava l'auto sulla regionale 56.

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Arriva la condanna a quattro anni di reclusione per omicidio stradale pluriaggravato a carico di S.N., 66enne di Gradisca d'Isonzo, ritenuto responsabile della morte di Mirella Candussio. La tragedia era avvenuta la notte di Capodanno del 2019 a Buttrio, sulla strada regionale 56 a due passi dalla casa della vittima. Quest'ultima, 35 anni, era in auto insieme a un'amica, U.B.: erano appena uscite da via Beltrame, svoltando a sinistra verso Udine sull'arteria, quando sono state tamponate dall’Audi A6 che sopraggiungeva nella stessa direzione. Un impatto violentissimo per la donna.

Dopo più di quattro anni di attesa, il giudice per l’udienza preliminare Roberta Paviotti del Tribunale a Udine ha emesso la sentenza. L'uomo è stato ritenuto l’esclusivo responsabile del sinistro: è stata infatti assolta l'altra persona alla guida, 39 anni anche lei di Buttrio. All’imputato è stata altresì comminata la sanzione accessoria della revoca della patente di guida. L’incidente, rilevato dai carabinieri di Torviscosa, vedeva la Fiat Panda terminare la propria corsa dentro il giardino di una casa, a quasi 50 metri dal punto d’urto. Candussio è deceduta nel tragitto verso l'ospedale di Udine.

La Procura di Udine aveva subito aperto un fascicolo sul sinistro. Il Pubblico ministero Luca Olivotto aveva iscritto nel registro degli indagati entrambi i guidatori e, oltre all’autopsia, aveva disposto una perizia cinematica per ricostruire dinamica, cause e responsabilità del tremendo schianto, affidando l’incarico all’ingegnere Enrico Dinon. Alle operazioni peritali ha partecipato anche l’ingegnere Iuri Collinassi, messo a disposizione da Studio3A-Valore Spa, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui i familiari di Mirella Candussio si sono affidati per fare piena luce sui fatti.

Lavoro fatto attraverso il responsabile della sede di Udine Armando Zamparo, in collaborazione con l’avvoccato Elisabetta Zuliani. Il consulente tecnico d’ufficio ha concluso ascrivendo l’esclusiva responsabilità del sinistro al conducente dell’Audi. Secondo la perizia, il veicolo stava viaggiando a più di 100 chilometri orari, laddove il limite è di 50. Per quanto riguarda il comportamento dell'altra imputata, l'analisia delle telecamere ha mostrato che si era fermata allo stop della laterale, attendendo il transito di tutte le vetture “e iniziando la ripartenza quando il veicolo più vicino, l’Audi appunto, si trovava a non meno di cento metri”.

Al momento dell’impatto l’utilitaria aveva già percorso 15 metri sulla Sr56. Per Dinon, quindi, a carico dell’indagata si profilava sì la violazione dell’omissione di precedenza, “che tuttavia non era prevedibile o volontaria” in ragione dell’eccessiva velocità dell’auto di controparte. A conclusione delle indagini preliminari, il Pm ha chiesto il processo per S.N. per omicidio stradale per colpa consistita in “negligenza, imprudenza imperizia e inosservanza di norme sulla disciplina della circolazione stradale”, in particolare per la velocità tenuta.

Gli sono state contestate anche le aggravanti della velocità, superiore al doppio di quella consentita, e quella di aver anche procurato lesioni ad un'altra persona, l’amica di Candussio. Il Sostituto procuratore aveva chiesto lo stralcio della posizione di quest’ultima, ma il Gip, Carlotta Silva, con ordinanza ad hoc ne aveva imposto l’imputazione coatta e quindi anche U. B. ha dovuto sostenere il giudizio per omicidio stradale in concorso per omessa precedenza. Oggi il giudice Paviotti l’ha mandata assolta, condannando l'autista dell'Audi al risarcimento dei danni anche nei suoi confronti.

La mamma e la sorella di Mirella, che oggi erano in aula accompagnate dall’area manager Armando Zamparo e dall’avvocato Zuliani, attraverso Studio3A sono già state da tempo integralmente risarcite dall’assicurazione dell’Audi, ma, anche in ragione della sua colpevole condotta di guida, si aspettavano una risposta anche in sede penale.

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