Incendio di Mossa, Legambiente si costituisce parte offesa nel procedimento

Incendio di Mossa, Legambiente si costituisce parte offesa nel procedimento

Le richieste

Incendio di Mossa, Legambiente si costituisce parte offesa nel procedimento

Di Redazione • Pubblicato il 25 Nov 2021
Copertina per Incendio di Mossa, Legambiente si costituisce parte offesa nel procedimento

L'associazione preme affinché sia fatta luce. Chiesta la bonifica del sito.

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Legambiente Friuli Venezia Giulia si costituirà parte offesa nel procedimento sul rogo di Mossa. L'associazione ha infatti nominato l’avvocato Daniela Moreale del foro di Udine, responsabile del Centro di azione giuridica di Legambiente, affinché la assista e la difenda nell'iter che nascerà dall’incendio dello stabilimento ex Bertolini. Se si sia trattato di addo doloso, però, ancora non c'è conferma e lo stesso legale confida "che le indagini possano chiarire questo cruciale aspetto". Nel frattempo, "nel breve si chiede di valutare se ci sono ricadute dell'inquinamento sul suolo e nelle acque di falda e procedere alla bonifica del sito”.

A chiederlo è Anna Maria Tomasich, presidente del circolo di Gorizia. "La bonifica - evidenzia il sodalizio in una nota - incrocia evidentemente il procedimento penale in corso che ha visto tre persone condannate in primo grado per traffico illecito di rifiuti e il nuovo fascicolo aperto dalla procura contro ignoti per l'incendio di Mossa". Nel 2020, la regione ha registrato 318 reati ambientali (-6% rispetto al 2019), con 499 persone denunciate (+12% rispetto al 2019) e 368 sequestri (+86% rispetto al 2019). Il rischio che la rotta balcanica si apra - o anzi lo sia già - anche al traffico illecito di rifiuti "è a questo punto è acclarato".

Stesso discorso per i flussi di materiali in ingresso illegali e di animali di affezione. "A tale proposito - prosegue la nota - il rapporto ecomafia predisposto da Legambiente verrà presentato all’interno di una iniziativa congiunta di Legambiente Fvg e del Dipartimento di Scienze giuridiche, del linguaggio, dell'interpretazione e della traduzione dell’Università di Trieste agli studenti e pubbliche autorità nel mese di marzo 2022. I giovani devono essere presidio di legalità anche e soprattutto in una stagione che vede l'arrivo di molti fondi pubblici del Pnrr. Ma anche la nostra regione deve fare avanti significativi nella azioni di monitoraggio e controllo del territorio".

“Chiederemo – conclude Cargnelutti – all’assessore Zanier, dati alla mano, un potenziamento importante del Nucleo operativo delle attività di vigilanza ambientale". A livello nazionale, Legambiente, tra le sue principali 10 proposte, chiede: di inserire, come primo provvedimento utile, i delitti ambientali previsti dal titolo VI-bis del codice penale e il delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non scatta l'improcedibilità; approvare delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale, archeologico e artistico e introduzione nel Codice penale dei delitti contro gli animali.

Auspica anche il ripristino, se necessario con una modifica legislativa, la corretta attuazione da parte delle prefetture di quanto previsto dall’articolo 10-bis della legge 120/2020, che ne stabilisce il potere sostitutivo in tutti i casi, anche antecedenti all'approvazione della norma, di mancata esecuzione da parte dei comuni delle ordinanze di demolizione di immobili abusivi; inasprire le sanzioni previste contro i traffici illegali di rifiuti; emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema nazionale per la protezione per l'ambiente.

Infine, chiede anche di garantire l'accesso gratuito alla giustizia da parte delle associazioni, come Legambiente, iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore e impegnate di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria in qualsiasi grado di giudizio nel perseguimento dei propri fini statutari.

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