Immobiliarista alla scoperta di Dubai, la storia di un 21enne di Viscone

Il giovane ha avviato il suo business in tutta Italia: «Il settore è in espansione».

Il mondo dell’immobiliare è un settore che, nonostante la pandemia, continua a crescere. Già da prima del Covid, Marco Billiani (nella foto) aveva iniziato a studiarne il meccanismo da “auto-didatta”, iniziando a muovere i primi passi. Un percorso avviato quattro anni quando aveva solo 17 anni, partendo dal piccolo paesino di Viscone. Oggi, a 21 anni, il giovane ha creato una piccola rete sparsa in tutta Italia e punta ora a scoprire i “segreti” del mercato di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, insegnando anche ad altri quello che ha imparato nel frattempo.

“Ho sempre avuto la voglia di investire in questo settore - racconta - però non sapevo come partire. Serviva un capitale iniziale per l’acquisto degli immobili e nessuna strada era facilmente accessibile”. Da lì, ha seguito la strada di prendere in affitto per lungo periodi delle case o appartamenti, mettendoli sul mercato per tempi più ridotti. “Li preparo per le piattaforme web come Booking e Airbnb. Ho iniziato a Trieste, i primi mesi sono stati duri ma dopo ho iniziato a genere numeri importanti”, decidendo così di provare a “esportare” l’esempio.

Dopo la città giuliana, Billiani ha puntato su case a Ferrara, Torino e Roma. A questo business, il giovane ha visto che riceveva sempre più feedback anche dai social: “Ho iniziato a usare questi canali per fare consulenze, diversi inquilini a lungo termine mi chiedono consigli sugli affitti a breve”. Stessa cosa succede con diversi ragazzi che, attratti dal settore, vorrebbero iniziare a fare i loro primi passi. “Li aiuto a gestire gli ospiti e a creare il loro network” grazie a dei corsi venduti online. Al momento, segue direttamente tre ragazzi.

La decisione di scommettere sulla città araba è stata una sfida. “Forse brucio le tappe, ma non mi interessa. Questa città cresce alla velocità della luce. Al momento sto facendo networking con agenti immobiliari, sono qui per imparare. Non ho ancora un portafogli clienti né immobiliare qui, le dinamiche sono molto diverse, dai contratti ai pagamenti”. In ogni caso, un possibile sbocco lo ha già intravisto: “Bisogna puntare sui palazzi costruiti in serie e lasciati vuoti, rendendoli unici. È difficile avere un vantaggio competitivo altrimenti”.

Anche i rapporti con i proprietari sono nettamente diversi rispetto al contesto che conosceva prima. “Ti interfacci sempre con agenti o gestori, ci sono colossi con centinaia di immobili”. Intanto, in Italia, continua a nutrire la sua rete: al momento, conta oltre una ventina di appartamenti, dal Nordest fino alla Sicilia. Un lavoro imponente portato avanti dal team che sta strutturando. Sul futuro, vede con certezza che “gli affitti brevi esploderanno, negli Stati Uniti l’uso delle piattaforme dedicate è ormai normale. Bisogna puntare di più su questo”.

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