Il commento
Immigrazione e presenza di stranieri, Morsolin e Saullo rilanciano il Patto di Legalità

I due consiglieri chiedono si discuta di appalto, di subappalto, di livelli salariali, di crescita economica reale per il territorio.
“Il tema dell'immigrazione e del numero di stranieri a Monfalcone è un tema che è sempre attuale, ma tende ad esplodere in campagna elettorale”. Così i consiglieri comunali Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo commentano le recenti posizioni politiche sui ricongiungimenti proponendo, di fatto, un tavolo con prefetto, Regione, Fincantieri e Comune per stilare un nuovo Patto di Legalità per il territorio che possa discutere di appalto, di subappalto, di livelli salariali, di crescita economica reale per il territorio.
“La sindaca si è lamentata in particolare del carico dei servizi sociali che queste persone avrebbero nel nostro territorio cercando di scaricare su di loro le responsabilità suggerendo che limitando i ricongiungimenti familiari di poterne mettere un argine al problema”, così ancora i consiglieri. “In realtà questa non crediamo essere la strada maestra per la soluzione dei problemi. Infatti, riteniamo che a Monfalcone esista un altro tipo di un'emergenza, un'emergenza economica che riguarda i salari troppo bassi con cui vengono ingaggiati i lavoratori in quella che è la più grande fabbrica del territorio e che ha richiamato qui lavoratori ancor più sfruttati nei loro paesi d'origine”.
Secondo i due esponenti de La Sinistra, la possibilità di frenare la situazione è quella di attivare “uno strumento interistituzionale, che coinvolga altri attori, che riescano veramente a chiamare chi di dovere ad una seria responsabilità di impresa. Come la storia e i dati ci dimostrano, non basta farsi dare i soldi per ristrutturare una scuola, ma servono politiche di più ampio respiro”.
Tornando al tema del Patto di Legalità, secondo Morsolin e Saullo il territorio “ha già dato e solo con risorse proprie, di investimenti sulle case pubbliche per calmierare veramente il mercato degli affitti che ormai a Monfalcone è impraticabile per le giovani coppie o i single. Si chieda a Fincantieri di spostare a Monfalcone la parte di progettazione, gli uffici direzionali e che dia alla città anche una diversificazione di lavoratori e lavoratrici, portando così anche nuove opportunità per il commercio cittadino. Solo dando salari dignitosi e case pubbliche potremmo pensare che non si pesi più sul servizio sociale da un lato e che i nostri giovani non se ne vadano in territori economicamente e professionalmente più vantaggiosi del nostro. La legalità è la parola chiave, ma declinata sul tema del lavoro. Più salari meno telecamere”, concludono.
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