108 immagini per i 108 anni di Boris Pahor: ecco la mostra al Kulturni Dom

108 immagini per i 108 anni di Boris Pahor: ecco la mostra al Kulturni Dom

LA MOSTRA FOTOGRAFICA

108 immagini per i 108 anni di Boris Pahor: ecco la mostra al Kulturni Dom

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 07 Feb 2025
Copertina per 108 immagini per i 108 anni di Boris Pahor: ecco la mostra al Kulturni Dom

L'esposizione, inaugurata giovedì, si inserisce nelle celebrazioni della Giornata della cultura slovena e dell’ormai prossima Capitale europea.

Condividi
Tempo di lettura

Sopravvissuto al dolore, Boris Pahor fu «un uomo vivo nella città dei morti», come lo definì Claudio Magris nella prefazione al romanzo “Necropoli”. Testamento, prima ancora che opera letteraria, nel quale l’autore rivive attraverso le proprie ferite tutte le atrocità e l’indicibile orrore dei campi di concentramento. È stata inaugurata giovedì presso il Kulturni dom la mostra “No. 108 – Boris Pahor” dell’artista Alenka Slavinec. Attiva nell’ambito del cinema, della fotografia e dei media visivi, collabora con il festival di Lubiana ed espone le proprie opere negli Stati Uniti, Giappone, Egitto, Kuwait, Italia e molti altri Paesi.

Le opere presentate durante la serata s’innestano nel solco della Giornata della cultura slovena e dell’ormai prossima Capitale europea – come ha anche ricordato il direttore Igor Komel - emblema di un futuro che intende svilupparsi nel segno della fratellanza fra Nova Gorica e Gorizia. Una mostra di grande importanza «che ci offre la possibilità d’inaugurare l’anno della Capitale della cultura con un grande spirito europeo», ha rimarcato la senatrice Tatjana Rojc, presente all’evento. Che ha voluto ricordare come Pahor fosse «aperto al mondo e alle culture europee» quanto, del resto, lo era lo scrittore Srečko Kosovel cui si è ispirato, secondo il quale bisognava essere «tutt’uno nello spirito e nell’amore» mantenendo ciascuno la propria essenza e identità.

Compongono la mostra i fotomontaggi di scatti realizzati quando lo scrittore aveva spento 100 candeline, per l’esattezza 108 foto assemblate su dodici pannelli complessivi, ciascuno con una propria storia da raccontare. «Mi sono incontrata tre volte con Pahor – rivela l’autrice Slavinec – e ho scelto 108 foto a simboleggiare l’età in cui è scomparso, ma anche alludere al significato che racchiude per le altre civiltà», come i 108 fili di cui si compone la mala usata dai buddisti. Pannelli che dipingono in mille sfaccettature un uomo gentile e ultracentenario mentre si affaccia sul mondo – come in “Rdeča vrata/Red door” – oppure riflette in sovrapposizione ai palazzi asburgici di “Trst/Trieste”; o ancora, mentre si dondola infantilmente sull’altalena.

«Ho avuto il privilegio di lavorare con Pahor per un ventennio – ricorda la senatrice – e ho potuto conoscerne il pensiero attraverso la sua esperienza di deportato. “Il deportato lo resta per tutta la vita”, diceva». Così rivela lo stesso Pahor nell’intervista rilasciata a “Che tempo che fa” da Fazio (2008), ammettendo come «praticamente io quella vita non l’ho mai lasciata da parte. Non è che ci pensi tutti i giorni, ma in qualunque momento, se devo parlare di un campo di concentramento, sono sempre di nuovo lì». Nel campo di Natzweiller-Struthof sui Vosgi, vivendo «vicino a un forno che arde giorno e notte» con l’angoscia dei corpi bruciati e dell’immenso «tulipano» che sovrasta le baracche.

«Pahor ha scritto il grande capolavoro di “Necropoli” senza puntare il dito contro i popoli, ma contro le dittature», riflette Rojc. Un’esperienza attraverso cui l’animo di Boris arriva a sublimare il dolore cristallizzandolo in prosa che lenisce ogni ferita. «Il lager per lui diviene un’esperienza universalizzante – prosegue Rojc - perché ciascuno porta con sé i propri traumi, che possono essere curati soltanto con l’amore». Tornato a distanza di anni negli stessi luoghi, lo scrittore osserva uomini e donne radunarsi sui terrazzamenti di montagna «dove le ceneri dei loro simili segnano nella coscienza dei popoli una tappa incancellabile della storia umana». Da questa esperienza sgorga il suo romanzo, riportando alla luce le terribili stigmate della guerra.

«Per Boris la grande capacità di catarsi è stata la parola con cui ha espresso il proprio pensiero sempre colmo di speranza – ribadisce la senatrice – mentre qui nelle opere di Slavinec si coglie un altro aspetto. Quando parlava di pogrom e di lager la sua espressione era sempre dura, carica di rabbia e dolore, ma in queste fotografie si coglie l’altra, quella del bambino che osserva con sguardo innocente il mondo». Uno sguardo che nel suo fluire si stempera in consapevolezza, la stessa trasmessa dalle note dell’arpa suonata dalla giovanissima Asja Zavadlan nel suo “Inverno” di Vivaldi, seguito da “La tarantella” per infondere coraggio e «positività nell’andare avanti».

A portare il suo contributo è stato anche il prefetto Ester Fedullo, che ha ribadito l’importanza del momento storico che l’intera comunità sta attraversando. «I racconti di Pahor sono di grande spessore e segnano un momento di riflessione su una delle pagine più drammatiche della storia e il nostro compito è mantenere viva la memoria per costruire una società più giusta», ha evidenziato. In questo senso, la fotografia rappresenta secondo il prefetto «uno strumento che unisce nel nome della solidarietà». La mostra si sviluppa sui due piani del Kulturni Dom: al piano terra sono presenti sei pannelli legati alla vita a Trieste o a Parigi – come in “Pariz/Paris” e “Trst/Trieste” - mentre a quello superiore è possibile incontrare il Pahor della vita quotidiana e privata, come accade nel fotomontaggio “Prosek/Prosecco” o “Duša/Soul”. La mostra è a ingresso gratuito e sarà visitabile fino al 23 febbraio.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram e Whatsapp, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione

×