i riconoscimenti
Imbarazzo, humor e calcio: Bruno Pizzul diventa commendatore

Ieri sera la cerimonia, accompagnato dalla moglie ed Edi Reja. Il ricordo di Giannino Busato.
Adesso, nel suo curriculum già denso, potrà contare un ulteriore titolo: commendatore. Ieri sera, c’era anche Bruno Pizzul in Prefettura a Gorizia per ricevere l’onorificenza che lo Stato gli ha voluto attribuire, dopo una vita trascorsa come voce di riferimento per milioni di italiani appassionati o meno di calcio. Laureato in Giurisprudenza e per qualche tempo anche insegnante nella sua Cormons, lo storico giornalista era tra gli 11 nomi premiati in occasione del 4 novembre dal prefetto Raffaele Ricciardi.
Oltre alla carriera in Rai, dove raccontò le partite dell’Italia e non solo, c’è stata la parentesi come calciatore che a Catania ricordano ancora con affetto. Un amore, quello per il pallone, condiviso con amici e colleghi - insieme a lui e alla moglie, ieri c’era anche il mister dell’Albania, Edi Reja - ma che lui stesso riassume con poche e incisive parole. “I miei meriti personali sono inadeguati per ricevere un riconoscimento di questo tipo - ha commentato, emozionato - e l’imbarazzo è cresciuto dopo aver sentito quanto fatto da chi mi ha preceduto”.
Per Pizzul, il raccontare delle partite è stato “solo una sublimazione dell’effimero, che ha ben poco di concreto”. A spingere la motivazione del titolo, comunque, è stato anche l’impegno dello stesso giornalista verso situazioni di disagio, come nelle iniziative portate avanti con i detenuti e i ragazzi: “Sono stato un frequentatore assiduo degli oratori del Milanese, andando a promuovere l’attività agonistica e sportiva, proprio per le finalità di carattere sociale che fare e vivere lo sport nella maniera giusta può aiutare”.
Al netto di questo, “non ho fatto alcunché di commendevole”, ringraziando chi ha reso possibile tutto ciò. Non è mancato un simpatico siparietto con sua moglie, “che ha una considerazione di me molto inferiore”. Battuta che ha sottolineato l’intesa e l’affetto reciproco tra i due. Un aspetto, quello dell’amore verso la propria metà, evidenziato anche nel discorso di Anna Maria Ardit, medico per anni impegnata con suo marito Giannino Busato nell’aiutare il prossimo in Africa e poi a Gorizia, lavorando sulle Terapie del dolore.
Un ricordo emozionato, il suo, del consorte da poco scomparso e la stessa dottoressa ne ha ricordato il percorso e qualità, personali e professionali. “Ha sempre pensato di fare qualcosa per gli altri, curare le persone sofferenti e questo lavoro è sempre stato il centro del suo lavoro” ha ricordato. Nella lista dei riconoscimenti, poi, figurano anche Mauro Fortin e Paolo Masella come Ufficiali; Laura Mantovani, Paolo Mileta, Franco Miniussi, Maria Teresa Padovan, Simone Sanson, Guido Sedran e Adriano Valle in qualità di Cavalieri.
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