Il viaggio di una giovane donna nei primi anni del Novecento, il ‘Viaggio di Berta’ incanta grandi e piccoli a Grado

Il viaggio di una giovane donna nei primi anni del Novecento, il ‘Viaggio di Berta’ incanta grandi e piccoli a Grado

Il festival

Il viaggio di una giovane donna nei primi anni del Novecento, il ‘Viaggio di Berta’ incanta grandi e piccoli a Grado

Di Nina Tomasi • Pubblicato il 19 Ago 2025
Copertina per Il viaggio di una giovane donna nei primi anni del Novecento, il ‘Viaggio di Berta’ incanta grandi e piccoli a Grado

Lo spettacolo ha aperto l’edizione gradese dell’Alpe Adria Puppet Festival, giunto alla sua 34esima edizione nella località marittima.

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La voce narrante, quella di Giulia Cosolo, racconta la storia di una giovane donna nata «più di cento anni fa» tra le montagne austriache. Berta non ha mai visto il mare, ma ne ha sentito parlare in chiesa la domenica: nella sua immaginazione, questo si delinea come un’entità maestosa ed aggressiva, popolata da mostri spaventosi. I fatti della vita la portano però, a soli ventiquattro anni, a dover lasciare la sua famiglia per trasferirsi a Trieste: il mare di questa città finisce con l’assumere la valenza di un confine – emotivo e geografico – che Berta riuscirà a superare. 

Lo spettacolo, unica produzione CTA all’interno del cartellone gradese, scaturisce dalla penna di Elisabetta Gustini. «Questa storia è vera, e nasce come un racconto di famiglia tramandato oralmente», racconta la regista. «La priorità, nella stesura della sceneggiatura, è stata cercare di conservare quanto più possibile l’atmosfera evocata dai racconti familiari».

Uno dei punti di forza della produzione de ‘La storia di Berta’ che ieri, 18 agosto 2025, ha aperto a Grado la 34esima edizione dell’Alpe Adria Puppet Festival, infatti, è la predilezione di un dialogo artistico che si rivolge allo spettatore singolo piuttosto che ad un generico “pubblico”. Quest’ultimo tipo di teatro, secondo la regista, «non è più adatto alle esigenze degli spettatori. Poiché al giorno d’oggi è possibile ottenere una vastissima gamma di intrattenimento online, bisogna poter fornire all’individuo uno stimolo per uscire di casa e venire a vedere uno spettacolo» spiega Gustini.

È il laboratorio finale, della durata di una decina di minuti, a suggellare questo rapporto attore-spettatore. «Il laboratorio propone diverse immagini del mare, riprese in parte dallo spettacolo: quello tranquillo di una spiaggia, quello in tempesta, quello del porto mentre si dice addio ad un amico che parte», racconta Giulia Cosolo. «L’idea è quella di chiedere al pubblico di mimare con il corpo queste situazioni, e di riflettere su che emozione evocano loro. Prendersi del tempo per riflettere sull’emotività è prezioso ai giorni nostri, in una quotidianità che tendenzialmente porta molto al funzionale».

Sono stati in molti, adulti e bambini, a partecipare al laboratorio. «Quella di Berta è una storia leggibile su più livelli», spiega la regista. «Il bambino apprezza le suggestioni visive e uditive dello spettacolo, mentre un adulto è in grado di cogliere come questa storia parli del coraggio di una donna nei primi anni del Novecento, di un viaggio alla ricerca di un futuro migliore, e di un mondo che cambia».

“Il viaggio di Berta” verrà riproposto all’interno delle “vetrine” del Festival, mercoledì 20 alla stessa ora nel giardino del palazzo municipale di Farra, mentre a Grado il prossimo appuntamento è domani, 20 agosto, alle 18.30 con “Pulcinella e la cassa magica” in Calle Tognon.

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