Il dramma amianto a Monfalcone, Percuzzi evidenzia: «La memoria non basta, servono scelte politiche immediate»

Il dramma amianto a Monfalcone, Percuzzi evidenzia: «La memoria non basta, servono scelte politiche immediate»

L'INTERVENTO

Il dramma amianto a Monfalcone, Percuzzi evidenzia: «La memoria non basta, servono scelte politiche immediate»

Di E.V. • Pubblicato il 23 Dic 2025
Copertina per Il dramma amianto a Monfalcone, Percuzzi evidenzia: «La memoria non basta, servono scelte politiche immediate»

La consigliera monfalconese di 'Insieme con Moretti' denuncia ritardi regionali, fondi stanziati a Fincantieri e i «vari silenzi» su prevenzione dei lavoratori.

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In occasione delle recenti iniziative dedicate alla memoria delle vittime dell’amianto, torna al centro del dibattito pubblico il tema delle responsabilità istituzionali e delle politiche di prevenzione nei luoghi di lavoro. Una memoria che, secondo Michela Percuzzi, consigliera comunale della lista civica Insieme con Moretti, non può limitarsi a gesti simbolici, ma deve tradursi in scelte concrete, tempestive e coerenti a tutela della salute e della dignità dei lavoratori: «la memoria delle vittime dell’amianto non può esaurirsi in una commemorazione formale», ma deve tradursi in «interventi reali e tempestivi, capaci di tutelare la vita, la salute e la dignità di chi lavora oggi». Secondo la consigliera, «permangono gravi e persistenti ritardi che non possono più essere giustificati», ritardi che odiernamente rappresentano «precise scelte politiche» e che continuano ad avere «conseguenze concrete sulla sicurezza nei luoghi di lavoro».

Percuzzi ricorda come «da cinque anni il Tavolo permanente Amianto della Regione non venga convocato», nonostante sia «uno strumento essenziale di confronto e programmazione». A questo si aggiunge, sottolinea, «la permanenza da due anni del cosiddetto DM della Vergogna», definito come «il regalo che il Governo ha fatto a Fincantieri», con lo stanziamento di «80 milioni di euro in quattro anni a favore di un’azienda di Stato ritenuta responsabile penalmente per decessi da amianto». Un decreto, evidenzia la consigliera, «ancora vigente e di cui non si vede alcuna modifica», nonostante «lo stesso Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia abbia recentemente bocciato la proposta di legge del centrosinistra che ne prevedeva l’abrogazione», cancellando lo stanziamento di «20 milioni di euro all’anno per quattro anni».

A questo quadro, Percuzzi aggiunge «un silenzio imbarazzante che dura da otto anni» sul tema delle esposizioni a nuovi materiali potenzialmente pericolosi, come le Fibre Artificiali Vetrose, dopo il convegno organizzato dalla Regione nel 2017. Nel complesso, afferma, «emerge un quadro profondamente preoccupante in cui la prevenzione viene continuamente rimandata, gli impegni disattesi e le tutele ridotte a semplici promesse». Ricordare le vittime dell’amianto senza azioni concrete significa, secondo la consigliera, «tradire la loro memoria» ed esporre «nuovi lavoratori a rischi inaccettabili».

«La sicurezza sul lavoro non è un costo da comprimere né un ostacolo allo sviluppo - prosegue Percuzzi - ma è un diritto fondamentale e una responsabilità collettiva che non può più attendere». Solo attraverso «azioni immediate, trasparenti e coerenti» sarà possibile «dare un senso autentico al memoriale delle vittime dell’amianto e costruire luoghi di lavoro davvero sicuri e dignitosi». Infine, Percuzzi rileva come, «dopo il grande polverone sollevato dalla mozione unitaria del Consiglio comunale sul ruolo e l’impatto sociale del Cantiere Navale», resti ancora senza risposta una domanda centrale: «non è dato sapere se e quando i temi enunciati saranno effettivamente affrontati con l’Amministratore Delegato» conclude.  

Foto Unsplash.com 

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