Il Centro Dzemat continua l’attività ma restano sotto esame flussi finanziari e tensioni con bengalesi

Il Centro Dzemat continua l’attività ma restano sotto esame flussi finanziari e tensioni con bengalesi

IL CASO

Il Centro Dzemat continua l’attività ma restano sotto esame flussi finanziari e tensioni con bengalesi

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 12 Dic 2025
Copertina per Il Centro Dzemat continua l’attività ma restano sotto esame flussi finanziari e tensioni con bengalesi

L’associazione ha 60 giorni di tempo per ricorrere al Tar. Il dem Moretti, «il Comune definisca nel piano regolatore un’area per il culto islamico».

Condividi
Tempo di lettura

Raggiunta dall’ordinanza dirigenziale del Comune di Monfalcone che chiede venga ripristinata la destinazione d’uso commerciale e direzionale dei locali di viale Verdi 48, l’associazione Dzemat ha 60 giorni di tempo per ricorrere al Tar del Fvg contro il provvedimento dell’Ente. Anche se il Comune ha evidenziato le difformità con il Piano Regolatore comunale, il centro che raccoglie per lo più fedeli islamici di origine macedone, sta continuando le sue attività.

Della «moschea dei balcanici» parlano anche diverse testimonianze, una delle quali si è palesata alla nostra redazione intendendo però restare anonima. In queste ore – anche riguardo il caso di questa sede – ci viene riferito di «flussi finanziari non chiari» quindi di soldi «che non si sa da dove provengano né dove vengano destinati». Il referente del centro sarebbe un imprenditore edile locale.

Emergerebbe poi un altro dettaglio: «Nel consiglio direttivo figura anche un sindacalista». Da quanto ci viene riferito, sembra che si tratta di una sigla sindacale italiana. Questo elemento fa riflettere sul come un rappresentante dei lavoratori possa far parte di una organizzazione raggiunta dal provvedimento comunale. Pare, inoltre, che persone bengalesi abbiano chiesto di accedere ai locali per la preghiera senza essere accolte. Nel frattempo continuano le prevedibili reazioni politiche. Dopo quelle del sindaco Fasan, dell’europarlamentare leghista Cisint e della deputata del Pd Serracchiani, arriva anche il consigliere comunale e regionale dem, Diego Moretti.

«Sbagliato e pericoloso rendere il clima in città sempre più tossico, diviso e invivibile – afferma il dem - la stessa sentenza del Consiglio di Stato, dando ragione al Comune sulla vicenda con il Centro Culturale Darus Salam, affermava che quello alla preghiera collettiva era un diritto costituzionale sul quale non erano ammessi ostruzionismi». Per Moretti si è davanti «all'ennesimo episodio di una situazione che la Giunta Fasan non vuole in alcun modo risolvere, e che rischia di creare ulteriore crescente tensione». 

«Il Comune di Monfalcone si prenda le proprie responsabilità, cambi il piano regolatore generale e definisca - chiede l'esponente dem - assieme alla comunità islamica un'area dedicata al culto senza scaricare il problema sui comuni vicini, facendo finta che il problema non esista». «Continuando con questi atteggiamenti l'amministrazione non fa che esasperare il clima e rendere tutto più complicato. Mi chiedo se non sia forse questo che vuole il Comune» conclude Moretti.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione

×