domani mattina
L'humor nato a Monfalcone, Paolo Rossi racconta la sua vita da show
Appuntamento al Caffè San Marco con l'istrionico attore e Pino Roveredo.
Dal ricordo tragicomico delle serate alle Feste dell'Unità al dialogo in sogno con Berlinguer, dalla paternità spiegata a San Giuseppe alla difficoltà di ritrovarsi proprietario di un cane lupo antidroga. Fino agli incidenti di scena recitando Beckett con Gaber e Jannacci: ogni capitolo del nuovo libro di Paolo Rossi – artista iconico e irriverente, affabulatore e Maestro dell’happening natio di Monfalcone - “Meglio dal vivo che dal morto”, edito da Solferino, mescola l'alto e il basso.
Il tutto tra il cabaret del Derby e il Riccardo III, per un viaggio mozzafiato che ha il tono della commedia dell'arte e la velocità delle montagne russe. L'istrionico personaggio presenterà il suo libro per la prima volta a Trieste in un incontro pubblico in programma domani mattina alle 11 all’Antico Caffè San Marco, in compagnia di un grande amico triestino, lo scrittore Pino Roveredo. La biografia-confessione di Rossi è in stile monologo ed è intriso dei suoi tempi comici, del suo stile inconfondibile.
Questa irresistibile "versione di Paolo" - pensata come un dialogo immaginario con il Bardo William Shakespeare - è una storia rigorosamente apocrifa e anarchica, disseminata di occasioni e tentazioni, botte date e prese, donne amate e lasciate, poco venerati maestri e pessime compagnie di giro. "Per mettere ordine nella mia vita ci vorrebbe un governo tecnico", conclude l’autore, tra sorriso e nostalgia.
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