Guida e parroco della gente, addio commosso a Gorizia per don Paolo Bonetti

Guida e parroco della gente, addio commosso a Gorizia per don Paolo Bonetti

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Guida e parroco della gente, addio commosso a Gorizia per don Paolo Bonetti

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 22 Mar 2021
Copertina per Guida e parroco della gente, addio commosso a Gorizia per don Paolo Bonetti

Un ultimo addio commosso al sacerdote, scomparso venerdì. Il ricordo del suo impegno in parrocchia e nella Coldiretti.

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È rimasto nel cuore di tanti, in ogni parrocchia o esperienza associativa di cui ha fatto parte. Per questo, questa mattina in molti hanno voluto partecipare ai funerali di don Paolo Bonetti, sacerdote natio di Gradisca d’Isonzo scomparso venerdì pomeriggio a causa di un problema cardiaco. Nella cornice della chiesa di Maria SS. Regina, nel quartiere Montesanto a Gorizia dove ha vissuto gli ultimi anni, gli è stato così dedicato l’ultimo saluto, dopo 73 anni dedicati all’amore per il Signore e per il prossimo. Un momento che ha chiamato a raccolta le persone che hanno conosciuto il parroco nel corso degli anni, crescendo anche grazie ai suoi insegnamenti.

La celebrazione, trasmessa in diretta streaming sui canali dell’Arcidiocesi, è stata celebrata dall’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli e ha ricordato i tratti salienti di don Paolo. Era un “un prete appassionato - ha spiegato lo stesso monsignore nella sua omelia -. Una caratteristica, questa, che mi ha colpito fin dal primo incontro con lui. Una caratteristica che mi ha ricordato anche l’arcivescovo di Bologna, il cardinale Zuppi, che, presentando le sue condoglianze, così definiva don Paolo: ‘Un uomo che ha servito il Vangelo nelle messi dei campi sempre con tanta sensibilità e passione’. Una passione, un entusiasmo, una capacità di empatia, un carisma che don Paolo ha vissuto nei diversi ambiti pastorali dove gli è stato chiesto di esercitare il suo ministero”.

Tra le sue esperienze, c’è stata quella di cappellano a Staranzano, in Duomo a Gorizia, a Cervignano; come parroco a Vermegliano, a Cormons, e infine nella parrocchia che oggi gli ha dedicato l’estremo addio. Ha poi vestito i panni per diversi anni di responsabile della pastorale giovanile diocesana e come assistente della Coldiretti provinciale e poi nazionale. “Una passione intelligente - ha proseguito l’arcivescovo - perché don Paolo è stato un uomo in ricerca, desideroso di vivere fin dai primi anni di sacerdozio il rinnovamento conciliare, un sacerdote che pensava e rifletteva sul magistero e sul cammino della Chiesa, sapendo poi proporre a chi lo ascoltava dei percorsi innovativi”.

Sono state quindi ricordate anche le parole del vescovo di Faenza-Modigliana, Mario Toso, che si è detto “profondamente colpito dalla notizia della sua improvvisa morte. Lo ricordo come sacerdote zelante, come consigliere ecclesiastico intelligente, affabile, capace di ravvivare la prospettiva della Dottrina sociale della Chiesa a fronte del rinnovamento della Coldiretti e dei nuovi compiti dell’agricoltura. Colpiva il suo amore per il creato e la passione spirituale che lo animava”. Tornando alle letture della Sacre scritture, monsignor Redaelli ha quindi sottolineato che “Lazzaro per sé non è risorto, è solo tornato alla vita terrena per poi morire di nuovo in attesa della risurrezione”.

“Ciò che conta - ha aggiunto - è il fatto che Gesù è per noi risurrezione e vita in quanto ha condiviso fino in fondo la nostra vita, con le sue gioie, i suoi affetti, i suoi dolori, le sue speranze, le sue angosce. L’ha condivisa sino alla morte e alla morte di croce, dove ogni morte, persino la più disperata, trova un senso e una realtà di vita”. È comunque nato un vuoto, come testimoniato da chi ha preso la parola sul pulpito, dalla comunità di quartiere alla Coldiretti, così come la politica regionale, in particolare per il suo ruolo nella prima scuola di formazione politica diocesana, organizzata tra il 1988 e il 1989 nei locali della parrocchia di Vermegliano.

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