La guida dei migliori vini a Gorizia, 200 bottiglie che raccontano il Fvg

La guida dei migliori vini a Gorizia, 200 bottiglie che raccontano il Fvg

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La guida dei migliori vini a Gorizia, 200 bottiglie che raccontano il Fvg

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 31 Mag 2023
Copertina per La guida dei migliori vini a Gorizia, 200 bottiglie che raccontano il Fvg

Coinvolta un’equipe di oltre 100 fra enotecnici, enologi e periti agrari. Ben 200 vini in lista, tra cui 122 bianchi e 38 prodotti sul Collio.

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Era il 1820, quando nello “Zibaldone” Leopardi scriveva “Il vino è il più certo, e (senza paragone) il più efficace consolatore”. Ed è proprio sul vino della nostra regione che è incentrata la preziosa guida “Top Vini Friuli Venezia Giulia 2023” editoriale Top, che è stata presentata oggi a Gorizia in sala Dora Bassi. Complice la presenza dell’editore Nicolò Gambarotto, che ha ricordato come “non ci sia proprio una redazione, ci sono i vignaioli che hanno raccontato dei propri vini”.

Il testo, realizzato in tre lingue per offrire le sue gemme anche al turista straniero, è “uno spaccato della situazione vitivinicola della regione”, frutto dell’intenso lavoro di “un’equipe di oltre 100 fra enotecnici, enologi e periti agrari”. Un impegno per cui ciascun vino è stato “valutato alla cieca da due distinte commissioni” ottenendo una rosa di 33 vini che hanno raggiunto un punteggio di 4/4 T superiore a 90. Una guida, disponibile in edicola, in cui “la prima cosa da fare è annusarla: vi porterà al primo giorno di scuola, quando si apriva il sussidiario, che aveva quell’odore di lanolina e inchiostro cotto”.

Il così detto “effetto alone” che rappresenta il fascino della carta stampata, ha commentato l’editore. Meravigliosa regione, la nostra, che è “patria di vini famosi in tutto il mondo”, con circa “6000 aziende in grado di produrre 1.800.000 ettolitri di vino, che pesano sul comparto agricolo per il 21%”. Un profumo e un aroma che secondo il sindaco Rodolfo Ziberna non potranno mai essere sperimentati “da un’intelligenza artificiale” perché, per dirla con Rosalia Cavalieri ne “Il naso intelligente”, “gli odori hanno principalmente un carattere emotivo, intimo e immaginativo: accendono le passioni, attivano i ricordi”.

Una guida, ha continuato Ziberna, “che è promozione del territorio”, perché “abbiamo talmente tanti luoghi, paesaggi, cose da bere e mangiare, che ti emozionano”, e rappresentano la “dimostrazione plastica” che “quando qualcuno viene qua e non conosce il territorio, se ne innamora”. Così il vino si traduce in “passione che si innesta sul territorio, esperienza che emoziona”. Ha poi preso la parola il perito agrario e imprenditore Giovanni Cattaruzzi, che ha ricordato come “bisogna interpretare il suolo e il clima con un atto di fede che porta a compimento un mistero”, quello di ottenere vino.

“Dietro c’è arte – ha proseguito – l’arte del fattore umano senza cui la terra non sarebbe nulla, i microrganismi presenti sulla vite non sarebbero nulla se non ci fosse il fattore umano che consente di governare nell’incertezza più totale”. Un’arte che chiama in causa le biotecnologie, scienze che sfruttano i microrganismi per produrre beni e servizi dove la chiave economica ha una rilevanza predominante. “Aggiungo che la guida intende promuovere anche le aziende con la loro storia specifica”, inserendo anche attività agrituristiche o enoturistiche.

Il presidente di Agrifood Claudio Filipuzzi ha invece ripreso l’affermazione del sindaco, ribadendo come “la differenza fra l’intelligenza artificiale e il fattore umano “è la passione”. Per poi raccontare come è nato “io sono Friuli Venezia Giulia”, marchio collettivo depositato a livello europeo: “Stiamo facendo pressione sul ministero perché le aziende possano esporre il marchio”, soprattutto in una regione “leader per i vini bianchi. Spero che il prossimo anno, oltre ai produttori ci siano anche i vini".

“Si tratta di un viaggio che descrive un territorio molto vasto, che vuole trasmettere emozioni e gusti e si rivolge anche agli appassionati del turismo del vino”, ha commentato la vicepresidente dell’associazione nazionale pubblicitari Tiziana Pittia. “La guida è realizzata in 3 lingue perché vogliamo che raggiunga anche il pubblico all’estero, acquistabile anche online, in formato cartaceo o digitale, presenta 3 lingue nella stessa pagina”. Il fulcro centrale è rappresentato dalle degustazioni, e in basso a destra mostra il rating di degustazione: “una grossa differenza con le altre guide come ‘Il gambero rosso’, che invece non riportano il favore della commissione di degustazione”.

I vini presenti sono circa 200, 56 del Friuli Collio Orientale, 38 del Collio, 32 doc Friuli, 24 Igt Venezia Giulia, con 122 bianchi e 78 rossi. “Abbiamo inteso premiare i vini che hanno superato i 90 punti e valorizzare i vini autoctoni. Fra tutti, un bianco e un rosso, il Friulano e il Refosco dal peduncolo rosso”. A coronare l’incontro è stato poi l’agronomo ed enologo Claudio Fabbro, che ha raccontato la storia del tocai e del friulano: “Già Bertoldo de Andechs avrebbe portato al nipote in Ungheria il tocai”.

Aurora Formentini avrebbe invece portato in dote “300 vitti di tocai” al suo sposo, mentre l’Istituto sperimentale di viticoltura di Conegliano, mediante analisi genetica “ricondusse la varietà al Sauvignon vert”. Di differente provenienza è invece il Refosco dal peduncolo rosso, che “si sublima a Scodovacca”, dove fu apprezzato anche dal microbiologo Louis Pasteur, ospite nella villa di Chiozza fra il 1869 e il 1870. A conclusione, sono stati consegnati gli attestati di merito ai 33 vini che hanno oltrepassato 90 punti, superando la rigida selezione fra ben 200 vini.

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