il programma
La grande musica nella natura di Capriva, Piccolo Festival guarda al 2025

Partirà tra qualche giorno la nuova edizione del festival. Sguardo rivolto all'Est Europa ma non solo, in vista della Capitale della cultura.
Un festival che guarda al futuro e, in particolare, all’importante evento del 2025 con la Capitale della cultura a Nova Gorica e Gorizia. Si è presentato così, questa mattina, la 14esima edizione del Piccolo Opera Festival, kermesse dedicata alla musica d’opera che avrà come palcoscenici diverse località del Goriziano e non solo. A partire dal Castello di Spessa a Capriva del Friuli, dov’è stato illustrato il programma da parte del direttore artistico Gabriele Ribis e alla presenza dell’assessore regionale alla cultura, Tiziana Gibelli. L’area del Collio, infatti, ha deciso di scommettere su questa realtà, creando un teatro immerso nella natura.
Si tratta del Nuovo Teatro delle Vigne, o di Verzura, in questi giorni ancora in fase di realizzazione, che sarà interamente inserito nel verde del parco della dimora. Qui si terrà uno degli eventi di punta del calendario, in partenza già il 19 giugno con la prima anteprima all’Enoteca di Cormons: si tratta dell'ottocentesco Don Pasquale di Gaetano Donizetti, diretto dal trio internazionale Juliana Vanscoit, Ana Bunjak e Fabiano Pietrosanti. La pièce sarà messa in scena nel doppio appuntamento del 29 giugno e primo luglio. Seguirà la Maria de Buenos Aires, a cento anni dalla nascita dell’autore, presso Vila Vipolže a Dobrovo il 2 luglio e, il giorno dopo, al castello di San Giusto di Trieste.
Quest’ultima opera è stata firmata dal compositore Astor Pantaléon Piazzolla, nato in Argentina e che nel 1968 volle celebrare a modo suo il tango. Nacque così questa messa in scena, co-prodotta per l’occasione dal festival insieme alla Fondazione Teatro della città di Livorno “Carlo Goldoni”. Spazio poi a molte altre location disseminate nel verde e nella storia, con un vero e proprio itinerario transfrontaliero tra Collio e Brda, che si propone di buon auspico per l’inserimento dell’area nella lista dei Patrimoni Unesco. Tra queste date, c’è quella del 5 luglio, con la realizzazione del Marc’Antonio e Cleopatra, alla sua prima assoluta, e frutto di una collaborazione italo-serba.
L’opera, infatti, sarà successivamente portata a Belgrado, grazie al supporto del consolato serbo di Trieste e del locale Istituto di cultura italiano. “I Balcani sono l’area di sviluppo socio-culturale naturale per i nostri territorio - ha evidenziato Ribis -. Lì c’è sempre più fame di cultura italiana, anche fuori dalla capitale”. L’aria di internazionalità sarà alla base anche della serata del 17 luglio, quando piazza Transalpina ospiterà Histoire du Soldat di Igor Stravisnky, a 50 anni dalla sua morte. La storia della Grande guerra sarà inscenata in uno dei luoghi simbolo della città di frontiera, recintando sia in italiano che sloveno. L’orchestra sarà diretta da Hirofumi Yoshida.
Infine, non poteva mancare il riferimento a Dante, nel 700esimo anniversario della sia morte: tre concerti in altrettante zone suggestive, mettendo al centro le opere del Sommo Poeta e la musica. Da piazza Capitolo di Aquileia all’Ara Pacis di Medea, passando per la Rocca di Cormons. Questa - ha commentato Gibelli - è una iniziativa che ci può aiutare molto per creare quel percorso di avvicinamento ad un importante evento culturale che il Friuli Venezia Giulia ospiterà nel 2025. Inoltre il teatro naturale della manifestazione, rappresentato dal territorio del Collio-Brda, permette di far accendere i riflettori sull'inserimento di questo territorio quale patrimonio dell’Unesco".
Proprio in questo senso, l’esponente della giunta Fedriga ha spiegato che bisogna accelerare per arrivare a un risultato concreto. "L'esperienza del piccolo festival è una delle prime azioni concrete che un soggetto di promozione culturale della nostra regione sta compiendo verso l’evento che si terrà tra quattro anni. Ciò è ancora più importante se si tiene conto che il cartellone si snoda tra la nostra regione e la Slovenia. L'auspicio è che molte altre realtà seguano questo esempio”. Ha quindi puntato l’attenzione su come dovrà evolversi il mondo della cultura dopo la pandemia, ampliando il proprio pubblico e dotandosi sempre più di una struttura che si autosostenga.
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