La Grande Guerra prorompe a Gradisca, le prime ore della tragedia

La Grande Guerra prorompe a Gradisca, le prime ore della tragedia

Il racconto

La Grande Guerra prorompe a Gradisca, le prime ore della tragedia

Di Redazione • Pubblicato il 27 Dic 2021
Copertina per La Grande Guerra prorompe a Gradisca, le prime ore della tragedia

Da un articolo dell'epoca de La Stampa si evincono, seppur con toni nazionalistici, i primi giorni del conflitto con le ricadute su territorio e popolazione.

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Gradisca d'Isonzo è una città che nel corso della sua storia ha conosciuto diversi conflitti, una città che deve gran parte della propria ricchezza e del proprio pluralismo all'Impero Austro Ungarico, e che la Prima guerra mondiale travolse. Nella Fortezza convivevano, da secoli e in pace, popoli slavi, latini, “come d'altronde testimonia lo stesso primo documento che parla di questa importante località del Friuli, visto che si raccontava di un villaggio agricolo abitato da sette famiglie di origine slava e altre latine sotto il patriarcato di Aquileia”, racconta Marco Barone.

Una delle prime testimonianze che fotografarono la situazione all'alba dello scoppio della Prima guerra mondiale e che vide protagonista anche il teatro di Gradisca, fu quella raccolta dal giornale nazionale la Stampa, che faceva chiaramente una inequivocabile campagna antiasburgica. “La testimonianza era quella di un certo Francesco Fantini, un profugo, padre di nove figli. Apprese della dichiarazione di guerra nella sera del 24 maggio alle ore 22, col suono a distesa delle campane. Nel pomeriggio del giorno successivo, narra il Fantini, arrivarono, a Gradisca, che poi fu occupata, gli italiani, che il giornale presenta come truppe liberatrici, ed il comandante militare ordinò alla popolazione di abbandonare la città. E ci furono da subito delle schermaglie tra italiani ed austriaci”, prosegue Barone che illustra l’articolo dell’epoca.

"Mentre ci allontanavamo udimmo impegnarsi fra gli italiani e gli austriaci un violento duello di artiglieria". Gli austriaci cercarono di far saltare un tratto di linea ferroviaria però senza alcun successo. “Il ponte, che univa Gradisca a Sagrado, fu distrutto. Gli austriaci — disse il Fantini — avevano costruito trinceramenti ed avevano minato in vari punti il terreno, ma le truppe italiane superarono ogni ostacolo e la bandiera venne essere issata sul palazzo comunale di Gradisca. Tre giorni prima che le truppe italiane conquistassero Gradisca vennero tratti in arresto il segretario comunale Budau Amilcare e altri impiegati che avevano voluto festeggiare con un banchetto la loro esclusione dalla leva forzata sotto l'Austria, precisa il giornale. Gradisca, subì pesantissimi danni durante la guerra, soprattutto nella ritirata italiana di Caporetto, la città venne devastata, tra gli incendi più noti e dolorosi vi fu quello della chiesa dell’Addolorata”, conclude Barone. 

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