Grado, una vita spesa fra musica e fotografia: la comunità ricorda Ivan Regolin

Grado, una vita spesa fra musica e fotografia: la comunità ricorda Ivan Regolin

IL CONCERTO

Grado, una vita spesa fra musica e fotografia: la comunità ricorda Ivan Regolin

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 25 Ago 2025
Copertina per Grado, una vita spesa fra musica e fotografia: la comunità ricorda Ivan Regolin

Mercoledì 27 agosto alle 21 al Parco delle Rose avrà luogo il concerto in memoria dell’amico scomparso in gennaio.

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L’ultima storia su Instagram risale al 18 settembre del 2024, quando Ivan Regolin immortala un kiter sospeso fra cielo e mare. Nella giornata di bora molti erano in spiaggia a Pineta per ammirare le evoluzioni dei kiters, scesi da Villaco o Lubiana a infilarsi la muta e farsi portare dal vento. C’era anche Ivan incappucciato a proteggersi dal freddo, fra le mani la sua Canon Eos per catturare quell’angelo in muta azzurra al quale il sole baciava i capelli. Ivan - poco oltre la soglia dei cinquant’anni - è scomparso lo scorso inverno in una domenica di gennaio, lasciando un dolore sordo in amici e conoscenti. Qualche anno fa - nel 2022 - aveva realizzato lo spot per la Nissan, in cui una Qashqai ripresa col drone sfreccia sfiorando la laguna, immersa in tonalità struggenti. Prima ancora c’erano state le straordinarie riprese aeree dei fenicotteri rosa davanti a Barbana, e i panorami mozzafiato di Grado al tramonto, dove era nato e vissuto.

A ricordare Ivan il 27 agosto alle 21 saranno gli amici, che nella cornice del Parco delle Rose si esibiranno nel concerto “I Tovi Ani Tu li Cunti fra le Stele”. Una serata in sua memoria organizzata dall’Associazione Donatori Volontari del Sangue e dal Comune, ma soprattutto da quanti avevano intersecato la loro vita alla sua, volendogli un gran bene. «Ivan era una persona solare e divertente, col quale era piacevole stare», ricorda il suo amico fotografo Enrico Cester. Dagli esordi di bagnino all’Isola del Sole alla parentesi come idraulico, coltiva la sua passione per la fotografia e le riprese aeree fino a trasformarla in una professione. Una mente poliedrica che in parallelo suona come bassista al fianco degli amici, approdando persino in Canada.

«Erano così tanti anni che ci conoscevamo – rammenta l’amico Alex Bassi, col quale fonda la prima band “Black&White” - che quasi non avevamo cognizione dell’inizio. Ci incontrammo a fine anni Novanta – prosegue – quando cercavamo un bassista». Appena venticinquenni vedono decollare il proprio progetto fino a fondare il gruppo rock “Mr Juice”. Un fulmine a ciel sereno è invece l’incontro con il cantante Paolo Pedretti - in arte Paul – che conduce il gruppo in Nord America. «Fu l’esperienza più bella assieme – ammette Bassi – perché registrammo anche un album». Dopo aver fondato il gruppo “5db”, in cui suona all’incirca fino al 2015, ecco Ivan assorbito in altre esperienze. «Di carattere è sempre stato esigente verso se stesso – riflette - e quando raggiungeva l’apice di un progetto ne cercava un altro». Una sorta di sfida continua con cui misurarsi, dove scalata una vetta se ne profilava una ulteriore, in una prova dalla quale risultava sempre vincente.

«Negli anni - precisa - ci si rivedeva per far musica insieme. Era empatico, sapeva ridere e far ridere. Obiettivo, concreto, preparato e sensibile. Una persona decisamente positiva ed equilibrata». Lasciato alle spalle il mestiere di idraulico, Regolin si mette in testa di realizzarsi in campo fotografico. Insegue questo sogno fino a fondare la società “Mood”, che riscuote un grande successo. «Aveva prospettive – rimarca Alex - era proiettato verso tanti altri progetti, incluso la possibilità di ricominciare a suonare con me. A giugno dell’altro anno ci siamo rivisti per il mio matrimonio – aggiunge – dove abbiamo suonato assieme. Ho un bellissimo ricordo». «Si faceva in quattro per aiutarti – interviene l’amico Mattia Marchesan – ma era molto riservato. Avrei voluto fare qualcosa per lui, se solo avessi saputo». Così recita una frase dei Goo Goo Dolls, in qualche modo rispecchiando l’animo di Ivan: «E non voglio che il mondo mi veda/ Perché non credo che capirebbero». Un ragazzo «ermetico», sottolinea Alex, che non lasciava trasparire la vertigine interiore.

Con Mattia aveva suonato pochi giorni prima, proprio il 10 gennaio, nel locale in centro “In Ciotego”, contro il muro dipinto di bianco. Probabilmente quella sera nel suo cuore rimbalzano le parole di Robbie Williams: «Pensieri che mi attraversano la testa», ma non le lascia trapelare né si confida con qualcuno. «Dal punto di vista musicale – racconta Mattia - non abbiamo mai fatto una prova. Abbiamo sempre improvvisato: ci trovavamo al volo». La scaletta che suonavano ripeteva sera per sera il medesimo copione: “Creep” dei Radiohead, “Iris” dei Goo Goo Dolls e poi “Angel” di Robbie Williams. La stessa che verrà rispettata al concerto, al quale interverrà anche la sorella di Mattia, Elena Marchesan. «Che diavolo ci faccio qui?», esordisce il cantante in “Creep” (Sfigato). Con il ritornello «But I’m a creep» a sottolineare il disagio profondo e quel malessere spesso invisibile agli occhi degli altri.

E poi si suonerà “Nobody’s Wife” di Anouk, in cui pare di ascoltare la voce di quanti avrebbero desiderato tendergli una mano: «Stavo volando alto nel cielo quando avevi bisogno della mia spalla». «Suoneremo solo sulle basi – avverte Mattia – così che si senta anche Ivan». Fra gli altri brani proposti, la recente “Bella” – già su Spotify – e “Dimmi se è vero”, scritte da Filippo Fabris con Mattia Troian, in cui a pizzicare il basso è ancora una volta la mano di chi oltre alla chitarra usava divinamente la reflex. A coronare il palco gremito per un commiato finale sarà “With or Without you” degli U2. «Era la canzone che concludeva tutti i nostri concerti», riconosce Mattia. Perché chi resta deve fare i conti con quel «con te o senza te» dell’assenza definitiva, che soffoca in fondo al cuore. In caso di maltempo l’evento sarà recuperato il primo settembre. 

Nella foto di Mattia Marchesan, Ivan è al centro.

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