LA GIORNATA STORICA
Grado, inaugurato il Museo del Tesoro dedicato a Monsignor Tognon, Corbatto: «Parte viva dell’identità dell’Isola»
L’iter progettuale è durato 25 anni. L’impegno di Mod.Land Architetti e il contributo del curatore scientifico Dario Gaddi. Un momento ricco di memoria e commozione.
Folla delle grandi occasioni stamane, sabato 6 dicembre, a Grado per l’inaugurazione del Museo Civico del Tesoro di piazza Biagio Marin. Il sito nasce dopo un faticoso iter di realizzazione durato 25 anni.
Gli interventi istituzionali in Sant’Eufemia
Il taglio del nastro è stato preceduto dai discorsi istituzionali moderati dall’assessora alla cultura Lidiana De Grassi e tenutisi nella Basilica di Sant’Eufemia. In apertura, il sindaco Giuseppe Corbatto ha definito il Tesoro «accessibile a tutti», ha ricordato «per il suo amore sconfinato» lo storico parroco monsignor Sebastiano Tognon che si è speso con tutto le sue forze per preservare il patrimonio culturale della comunità. Corbatto ha espresso gratitudine anche per l’attaccamento della cittadinanza gradese «al patrimonio di Fede» contenuto nel Museo ed è «parte viva dell’identità dell’Isola». Alla cerimonia erano presenti autorità civili e militari, i rappresentanti della So.Co.Ba e della Soprintendenza, l’arcivescovo di Gorizia monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli e il parroco monsignor Paolo Nutarelli. Ha preso parte allo storico momento anche monsignor Michele Centomo, già parroco dell’Isola, il quale - raccogliendo il testimone del suo predecessore monsignor Armando Zorzin – ha seguito una delle fasi intermedie del lungo percorso che ha portato alla nascita di questo polo culturale. Tra gli altri, sono intervenuti anche l’europarlamentare Anna Maria Cisint, il Questore Luigi Di Ruscio, l’ex Commissario Prefettizio dell’Isola Augusto Viola e il sindaco di Aquileia Emanuele Zorino.
Di segno «legato alla Fede Cristiana» ha riferito il monsignor Redaelli il quale ha sottolineato la valenza del Tesoro «che si apre agli altri e sa offrire una testimonianza». Il presule ha poi fatto riferimento al patrimonio «da vivere insieme» rappresentato da Grado e Aquileia. Alle radici già menzionate dal primo cittadino Corbatto, si è collegata l’onorevole Cisint perché «ci danno la dimensione di quel che siamo stati e quel che siamo». L’europarlamentare si è detta poi disponibile a ragionare e dialogare con monsignor Nutarelli per le future misure di tutela europea che in futuro potrebbero interessare Sant’Eufemia. Voce rotta dalla forte emozione invece per il curatore scientifico del progetto, dottor Dario Gaddi che ha tracciato dei puntuali riferimenti storici sul patrimonio custodito. A porre al centro relazioni, tensioni e desiderio «di innescare il desiderio di ritornare» è stato il progettista, l’architetto Ramon Pascolat che ha pure realizzato il logo “Grado Cultura”.
In chiusura, per la Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e Paesaggio Fvg, l’ex funzionario di zona Paola Ventura ha parlato della ricaduta scientifica e dell’attenzione internazionale suscitate dai lavori effettuati. Ventura ha posto in primo piano anche l’importanza della salvaguardia dei materiali, persone e la cura delle professionalità scientifiche, fondamentali per fare rete con Enti ed Istituzioni. Conclusi i discorsi, dalla chiesa si è formato il corteo aperto dalla Banda Civica Città di Grado giunto poi in piazza Biagio Marin dove hanno avuto luogo la benedizione e il taglio del nastro.
La struttura
L’allestimento del Museo del Tesoro della Basilica di Grado, giunge al termine di un percorso progettuale condiviso. La progettazione in tutte le fasi, fino alla Direzione Lavori, è stata curata dallo studio MOD.LAND architetti associati. Il progetto è stato firmato e coordinato dagli associati architetti Moira Morsut e Ramon Pascolat con il contributo dell’architetto Enrico Smareglia. Il progetto di allestimento interpreta il contesto fisico degli spazi dell’ex canonica e da evidenza del progetto scientifico curato dal dottor Dario Gaddi. La valorizzazione dei reperti è affidata ad un racconto cronologico e suggestivo della storia del territorio, della città e dei suoi abitanti. Il museo non descrive solo una sequenza di avvenimenti storici, ma è il luogo dove comprendere la città nella sua dimensione fisica e geografica, dove sono rese evidenti le implicazioni sociali ed umane che hanno determinato il "carattere" unico di Grado. L'esposizione dei reperti è accompagnata da contributi multimediali (video sonori), curati dalla società Italy Qb di Venezia, funzionali a una narrazione che vuole essere scientificamente corretta ma allo stesso tempo "evocativa".
Il museo si sviluppa sui due piani. Al piano terra, dopo l'area accoglienza, è posta la sezione dedicate all'inquadramento geomorfologico dell'isola, alla città Romana e a quella Paleocristiana. Al primo piano una sorta di galleria centrale, conduce al cuore del museo: la stanza del Tesoro della Basilica, dove trova spazio il Calco della Cattedra-reliquiario di Eraclio. Lateralmente le sezioni dedicate a Grado Altomedioevale e al Medioevo. Il percorso espositivo integra visivamente il contesto urbano: le finestre inquadrano la Basilica di Sant'Eufemia e gli scavi della Basilica parte integrante del racconto museale. Chiude il percorso la sezione dedicata al Rinascimento e all'età moderna. La storia del Museo è inizia nell’ormai lontano 2001, quando è cominciato l’iter che ha portato nel 2006 ad un accordo tra la Parrocchia di Sant’Eufemia e l’Amministrazione Comunale di Grado, con l’avallo del Ministero della Cultura e dell’allora Soprintendenza per i beni archeologici, architettonici, ambientali, artistici e storici del Friuli Venezia Giulia. Come anticipato, la gestione del museo sarà affidata dal Comune di Grado alla Fondazione So.Co.B.A, che ne garantirà l’apertura, la custodia e la vendita dei biglietti.
Informazioni per la fruizione del sito
Il Museo Civico sarà aperto, con orario dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30, nelle giornate del 6, 7, 8, 13 e 14 dicembre, dal 20 al 30 dicembre e dall’1 al 6 gennaio. L’allestimento ha visto l’impegno e il prezioso lavoro di molte maestranze coinvolte. Per la realizzazione dell’allestimento è intervenuta la ME.VI. snc, mentre i contenuti multimediali sono stati curati da Italy q.b. srls. Atrel srl ha provveduto alla posa delle installazioni digitali. I trasporti dei reperti restaurati dalla L.A.A.R. srl di Emanuela Querini sono toccati alla Malvestio Diego & C. snc. Ad ideare le stampe tipografiche ci hanno pensato tre realtà specializzate: la Artefatto srl, Art&Grafica snc e Triplika snc.
Fotoservizio di Enrico Valentinis
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