tradizione e comunità
Grado celebra i suoi patroni e saluta don Anton: «Insieme come una grande famiglia»

Commozione per l'addio al sacerdote dello Sri Lanka. Il sindaco Corbatto: «Uniti come i nostri martiri per affrontare le sfide del territorio».
La città di Grado ha vissuto anche quest’anno la festa dei santi Ermagora e Fortunato, patroni dell’isola e primi evangelizzatori della regione, come un’occasione per rinnovare il senso di appartenenza e il legame con la propria storia.
La celebrazione liturgica, fulcro della giornata di domenica 13 luglio, ha visto riunirsi una grande partecipazione di fedeli, turisti e rappresentanti delle istituzioni, tra cui il sindaco Giuseppe Corbatto, il consigliere comunale Andrea Moscatelli e il presidente della Git Roberto Marin.
La messa solenne è stata presieduta da don Arulappan Anton Gavasker, accompagnato da sacerdoti provenienti da diverse realtà: padre Frank Siegfried dall’Alto Adige, don Stanistaw Nowak dalla Polonia, don Gianni Medeot, monsignor Mauro Belletti e il parroco monsignor Paolo Nutarelli. A dare voce all’inizio della liturgia, l’inno ai santi patroni eseguito dalla Corale Orchestrale Santa Cecilia diretta dal maestro Annello Boemo.
Nell’omelia, monsignor Nutarelli ha offerto una riflessione profonda sull’importanza di sentirsi parte di una storia comune, sottolineando come le figure di Ermagora e Fortunato rappresentino un invito concreto a vivere relazioni di fraternità e speranza. «Non è solo un rito, ma una chiamata a riscoprire cosa significa essere comunità», ha detto il sacerdote, indicando i martiri come modelli di coraggio e di legami che superano le difficoltà del presente.
A impreziosire la giornata, anche un momento di commiato: don Anton, sacerdote originario dello Sri Lanka, ha concluso il suo servizio estivo sull’isola. A lui sono stati rivolti parole cariche di affetto da parte della comunità, che lo ha visto presente in tante occasioni con discrezione, umanità e vicinanza. Don Nutarelli ha ricordato anche un gesto simbolico del suo ministero: il posizionamento del bambinello nel presepe del Cason, allestito a Roma in piazza San Pietro, come segno della presenza di Grado nel cuore della cristianità.
Nel suo intervento, il sindaco Corbatto ha lanciato un appello al territorio: «Ho ringraziato i presenti e in particolare il Comune di Aquileia, rappresentato dal consigliere Andrea Moscatelli, e il presidente della Git Roberto Marin. Dobbiamo rafforzare la collaborazione: è il nostro stesso territorio a chiederlo. Alla nostra comunità, seguendo l’esempio dei santi patroni, ho chiesto di dimostrare quella coesione necessaria ad affrontare le sfide che ci attendono. Un grazie sincero anche alle associazioni locali, sempre pronte a rispondere alle esigenze della città, e a don Anton: il suo sorriso ha illuminato tutti».
La celebrazione si è conclusa sul sagrato della basilica, dove don Anton ha rivolto la sua benedizione alla città e ai suoi abitanti, tenendo tra le mani le reliquie dei santi patroni. Un arrivederci, il suo, che ha lasciato un segno profondo. Perché, come ha detto don Paolo, «don Anton, anche se tornerà nel suo Paese, qui a Grado resterà sempre di casa».
Fotoservizio Enrico Cester.
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.









































Occhiello
Notizia 1 sezione

Occhiello
Notizia 2 sezione
