IL SOLSTIZIO D'ESTATE
Grado accoglie e benedice l’estate con la messa all’alba di monsignor Nutarelli. «Bellezza del creato non è solo sfondo ma chiamata»

La celebrazione eucaristica si è svolta dinanzi al mare, sulla diga. L'arcivescovo di Gorizia, Redaelli, saluta i turisti e richiama a Go! 2025.
Con il primo sole d’estate e un vento di bora impetuoso, all’alba di oggi sabato 21 giugno monsignor Paolo Nutarelli ha celebrato la Santa Messa per il solstizio d’estate sulla diga di Grado, davanti al mare. Un gesto semplice e profondo per affidare al Signore l’Isola, i suoi abitanti e i tanti ospiti che la abitano in questi mesi.
«La bellezza del creato non è solo uno sfondo, ma una chiamata: siamo parte dell’universo, non padroni ma custodi – sono state le sue parole - all’uomo è stato affidato il creato – con le sue meraviglie, le sue fragilità, i suoi ritmi – perché lo custodisca, lo contempli, e ne riconosca il Creatore». «Oggi davanti al mare che riflette il cielo, riscopriamo che pregare all’aperto è anche un modo per rimettere Dio al centro del mondo»: comincia così, con una benedizione ricca di gratitudine, stupore e responsabilità, l’estate a Grado.
Al termine della Santa Messa e prima del concerto è stato distribuito il messaggio dell’arcivescovo di Gorizia Monsignor Carlo Maria Redaelli. «Vi invito a lasciarvi toccare dalla bellezza dei nostri paesaggi, ma anche delle nostre Chiese, che non sono solo testimonianze artistiche e storiche, ma segni vivi di una Fede che attraversa i secoli e ci spinge, oggi e sempre più, ad attualizzare il Vangelo di Cristo – queste le sue parole - ogni pietra, ogni affresco, ogni silenzio tra le navate è un anelito verso il Trascendente, un invito ad alzare lo sguardo, ad aprire il cuore».
Il pensiero di Redaelli è andato anche a «Nova Gorica e Gorizia, che quest’anno sono insieme Capitale Europea della Cultura, un evento che richiama l'anima profonda di questa terra di confine, dove i popoli si incontrano, i linguaggi si intrecciano e le culture si abbracciano», ma anche e a tutti gli operatori del turismo, che «con passione e dedizione accolgono, accompagnano e fanno conoscere le ricchezze del nostro territorio. Il loro lavoro è prezioso e contribuisce a costruire legami di umanità e dialogo».
«In questo contesto, la Fede cristiana continua ad offrire un contributo prezioso: quello della fraternità, della pace e della speranza che nasce dalla Risurrezione di Cristo, ha concluso il suo messaggio l’arcivescovo di Gorizia – l’anno giubilare alimenti nei nostri cuori la Speranza per un futuro di pace».
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