Gradisca, la Lega ritira la mozione su Norma Cossetto ma esplode la politica regionale

Gradisca, la Lega ritira la mozione su Norma Cossetto ma esplode la politica regionale

Il caso

Gradisca, la Lega ritira la mozione su Norma Cossetto ma esplode la politica regionale

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 23 Mar 2022
Copertina per Gradisca, la Lega ritira la mozione su Norma Cossetto ma esplode la politica regionale

Il caso, che sembrava concluso in consiglio comunale, ha scatenato Giacomelli e Calligaris. Tomasinsig, «abbiamo più volte condannato quella violenza».

Condividi
Tempo di lettura

Al consiglio comunale riunitosi lunedì 21 marzo l’opposizione, con i consiglieri in quota lega Massimiliano Cattarin, Andrea Di Matteo, Beniamino Ursic e Rachele Nascimben, ha presentato una mozione per chiedere l’intitolazione di un luogo pubblico nel comune di Gradisca d’Isonzo a nome di Norma Cossetto. Secondo il gruppo consiliare “Norma Cossetto rappresenta ed incarna in modo drammatico ed incisivo il sacrificio di innumerevoli donne oggetto ancora oggi di innumerevoli violenze e soprusi e discriminazioni”. Mozione, poi, ritirata dallo stesso gruppo Lega dopo la discussione, con la promessa di ripresentarne una congiunta con la maggioranza per dedicare un luogo alle “vittime delle foibe”.

Al momento della discussione l’assessore Francesca Colombi, premettendo la condanna della violenza e delle atrocità subite dalla stessa Cossetto, ha ricordato che “la vittima Norma Cossetto è sempre stata considerata una martire fascista, e così continua ad essere rappresentata da chi la intende omaggiare con nostalgia al fascismo stesso. A lei venne perfino intitolato un reparto militare femminile della RSI di Mussolini. Tutto ciò – sono ancora le parole di Colombi in consiglio - non giustifica le atrocità subite. Ma se Norma Cossetto rappresenta simbolicamente qualcosa, quel qualcosa non è il sacrificio di innumerevoli donne oggetto ancora oggi di violenze e soprusi e discriminazioni. E se è rimasta fortemente un simbolo fascista, non è esclusivamente per la sua appartenenza a quel movimento, ma anche per l’uso propagandistico che della sua vicenda è stato fatto nella storia fino ai giorni nostri”.

La proposta dell’assessore è stata il ragionare assieme su “se sia più significativo intitolare un luogo pubblico a tutte le vittime dell’esodo. E questa è la prima proposta che mi sento di farvi. Oppure possiamo fare un salto di paradigma e armarci di volontà di pace e pensare a quelle donne che – non necessariamente vittime – hanno reso questo mondo un mondo migliore emergendo con le loro competenze e le loro azioni, o a quelle donne che hanno combattuto per i diritti e per la verità e hanno innescato – con la loro storia - la nascita di movimenti per i diritti umani”. Da qui la citazione a Dora Bassi, a Margherita Hack, a Marielle Franco, a Daphne Caruana Galizia o a Anna Stepanovna Politkovskaja. “È con nomi come questi che si può allargare il consenso attorno alla mozione e alla volontà che deve essere chiara di valorizzazione del ruolo delle donne. Non solo vittime ma donne capaci di azioni importanti dalle quali si sono poi innescate azioni comuni per la tutela e la lotta dei diritti umani”, ha concluso Colombi.

Ciò, tuttavia, dopo un’accesa discussione in aula, non ha fermato la politica anche a livello regionale nel montare un caso. Sui social il primo a commentare è stato Antonio Calligaris del gruppo consigliare della Lega, scatenando anche sul profilo privato della stessa Colombi, che ha condiviso integralmente il suo intervento, le ire di alcuni commentatori seriali.

Dal gruppo di Fratelli d’Italia il capogruppo Claudio Giacomelli chiede, senza mezzi termini, le dimissioni dell’assessore. "Norma Cossetto, lungi dall'essere "sempre stata considerata una martire fascista" come lei afferma, è stata insignita della medaglia d'oro al merito civile dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. La giovane vittima istriana, pertanto, rappresenta un esempio di coraggio civile per tutta la nazione e per tutti gli italiani". “Mi aspetto - conclude Giacomelli - dal Partito Democratico, dalle cui fila questa assessora proviene - conclude Giacomelli, una pronta e ferma presa di distanza dalle sue dichiarazioni e un'irrevocabile richiesta di dimissioni dal ruolo istituzionale”.

Dal canto suo il sindaco, Linda Tomasinsig, è ferma nel sottolineare che “non ci prestiamo alle strumentalizzazioni di certe parti politiche perché non è il nostro scopo. È stato raggiunto l’obiettivo di fare polemica dove noi non la volevamo. Va detto che siamo contro la violenza sulle donne e sul tema del Giorno del Ricordo siamo attivi, tanto da aver vinto un bando regionale su questo tema”. Riguardo l’intervento dell’assessore Colombi, “non c’è nessun disconoscimento delle violenze e delle atrocità che ha subito, anzi, la condanna c’è stata almeno quattro volte all’interno del testo. Siccome sono tante le donne che hanno subito quel trattamento sia in quegli anni in Istria che in tante altre guerre, la nostra proposta è stata diversa. È innegabile – conclude Tomasinsig – che la figura di Norma Cossetto nel corso dei decenni è diventata divisiva. Da qui la proposta di dedicare uno spazio alle vittime delle foibe oppure a donne che hanno dato un apporto per costruire la nostra società”.

Sul testo letto, Colombi ribadisce di volere “serietà politica nel valutarlo nella sua interezza. Se poi è vietato, in una sede istituzionale antifascista per definizione sulla base della nostra costituzione, usare in modo assolutamente oggettivo e non rincarato di odio la parola "Fascista" come aggettivo descrittivo, allora non sono io a dover fare i conti con il passato, ma chi dietro a Norma Cossetto strizza l'occhio a chi fascista lo è tuttora”. 

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione