Gradisca in festa per la rinnovata chiesa di Santo Spirito: «Chiesa e campanile sono simboli della nostra città»

Gradisca in festa per la rinnovata chiesa di Santo Spirito: «Chiesa e campanile sono simboli della nostra città»

LA CERIMONIA

Gradisca in festa per la rinnovata chiesa di Santo Spirito: «Chiesa e campanile sono simboli della nostra città»

Di MATTEO DONDA • Pubblicato il 09 Giu 2025
Copertina per Gradisca in festa per la rinnovata chiesa di Santo Spirito: «Chiesa e campanile sono simboli della nostra città»

Festa per l’intera cittadina a suon di campane. A riaprire l’edificio sacro l’arcivescovo di Gorizia, monsignor Redaelli.

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Si è svolta ieri, domenica 8 giugno, la cerimonia di riapertura della chiesa dedicata allo Spirito Santo a Gradisca d’Isonzo: a presiedere la Santa Eucarestia l’arcivescovo metropolita di Gorizia, monsignor Redaelli. Una riapertura che, per l’intero quartiere di Bruma, ha visto anche risuonare il campanile. L'edificio, la cui consacrazione risale al 1857 (in sostituzione della precedente 1465-1615), era rimasto chiuso per il raffrescamento degli interni e il restauro del campanile da lunedì 4 novembre 2024.

La celebrazione, presieduta dal presule e concelebrata dal parroco, don Gilberto Dudine, dal canonico del capitolo metropolitano theresiano monsignor Igino Pasquali, con la presenza del diacono Giorgio Piccagli, è stata accompagnata dai cori di Santo Spirito, Ss. Pietro e Paolo e S. Valeriano riuniti per l'occasione, con all’organo Vanni Boscarol.

L'omelia dell'arcivescovo, tenuta davanti a una chiesa gremita di fedeli, ha ricordato la peculiarità della dedicazione della chiesa allo Spirito Santo, che si riscontra in due unici posti all'interno dell'arcidiocesi: a Gradisca, appunto, e nella corte del castello di Gorizia. «Si può dire che sia quasi una missione dichiarata quella dei suoi parrocchiani, quella di venerare la terza persona della Trinità, senza la quale non può esserci fede in Cristo. Ne sono testimonianza, quasi una moderna biblia pauperum, gli affreschi della volta con i simboli dei sette doni dello Spirito Santo sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio» a cui monsignor Redaelli si è richiamato nel commentare le letture della solennità di Pentecoste.

Al termine della celebrazione i ringraziamenti del parroco a tutte le maestranze che si sono occupate dei lavori, oltre che alla Commissione d'Arte Sacra rappresentata dal direttore dell’omonimo ufficio, Roberto Grion per l'autorizzazione al progetto. Il grande grazie, corale, infine, a tutte le "Marta e Maria", a tutti i volontari che hanno aiutato in questi mesi e nella riuscita della giornata di riapertura al culto. Non ultimo l'ex parroco don Gildo, che don Gilberto ricordava «sempre fiero di aver commissionato gli affreschi, oggi rinnovati, nel 1950». Infine i ringraziamenti del sindaco che ha richiamato «chiesa e campanile quali parte fondamentale dei simboli rappresentanti la città», e «la sinergia e comunione d'intenti che l'amministrazione comunale porta avanti nel valorizzare i luoghi storici di uno dei borghi più belli d'Italia».

Dopo la benedizione si sono ritrovati tutti sul sagrato per un agape fraterna, accompagnati dagli scampanotadôrs che, prima e dopo il rito, hanno allietato l'evento con le loro festose melodie.

Foto di Adriano Fecchio

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