Gradisca, la Casa del Popolo aderisce alla mobilitazione nazionale ed espone i 'sudari' per Gaza

Gradisca, la Casa del Popolo aderisce alla mobilitazione nazionale ed espone i 'sudari' per Gaza

La manifestazione

Gradisca, la Casa del Popolo aderisce alla mobilitazione nazionale ed espone i 'sudari' per Gaza

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 24 Mag 2025
Copertina per Gradisca, la Casa del Popolo aderisce alla mobilitazione nazionale ed espone i 'sudari' per Gaza

A muoversi, coinvolgendo tutte le associazioni ospitate nell'edificio, sono state le donne di Udi. Lenzuola bianche sono il simbolo della richiesta di pace.

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Si sa, quando le donne si mettono d’accordo e si organizzano, non ce n’è per nessuno. Anche nel piccolo, come nel caso di Gradisca d’Isonzo dove, proprio dall’Udi, Unione Donne in Italia, con sede nella Casa del Popolo gradiscana, è partita l’idea di aderire alla mobilitazione nazionale lanciata per richiamare l’attenzione su quanto, in questi mesi, sta accadendo a Gaza.

50mila sudari per Gaza”, questo il nome dell’iniziativa che ha visto l’adesione, come detto, di sodalizi gradiscani: dall’Udi tutte le altre associazioni ospitate all’interno della Casa del Popolo si sono ritrovate e unite in un unico coro: ecco, dunque, che stamattina, 24 maggio, in giorno di mercato e con i banchetti per il referendum già aperti, due striscioni sono stati fatti rotolare proprio dai balconi di quella Casa: “L’ultimo giorno di Gaza”, questo il motto ripreso a livello nazionale e anche locale. Tra i presenti anche assessori, consiglieri comunali, segretari di partito e militanti, ma anche numerosi cittadini.

Donne – e uomini – che hanno voluto ribadire ed esternalizzare la propria contrarietà al genocidio e agli scontri che ormai da settimane infangano e insanguinano quelle terre. Bressan Alessandro, Defend Greta, Marcuzzi Mariarosa, Juric Massimo e Piras Andrea, ovvero tutto il direttivo della Casa del Popolo, hanno srotolato il “sudario”, dipinto nelle ore precedenti proprio dalle volontarie che, attivamente e in modo spontaneo, si sono avvicinate all’iniziativa. Subito hanno aderito tutte le associazioni, come detto, ovvero Anpi, Udi, Auser, Rifondazione Comunista, Partito Democratico e Borghi per la Fortezza.

«È necessario che questa storia – così Juric e Defend – non rimanga solo nei servizi alla televisione ma ci si ricordi ogni giorno. Ecco perché abbiamo scelto di aderire alla manifestazione nazionale esponendo questi sudari». Il sudario rappresenta un simbolo di pietà e di cura, un abbraccio a chi ha perso la vita e una denuncia contro l'ingiustizia e la violenza che continuano a colpire la popolazione civile in particolare donne, bambini e anziani, vittime innocenti di un conflitto che non può lasciare indifferenti.

La mobilitazione è stata lanciata da Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, e Paola Caridi, scrittrice e giornalista che da oltre 20 anni si occupa di Medio Oriente e Nord Africa. Queste le parole usate: «Teli bianchi. Sudari. Avvolgono, a Gaza, i corpi dei palestinesi morti ammazzati, e sono così diventati simbolo della strage. Sono, cioè, gli oggetti comuni del nostro tempo crudele. Tempo di genocidio. Il sudario ricopre, sottrae alla vista del mondo il corpo di cui è stato fatto scempio. Avvolgere nel sudario è un gesto estremo di cura, di pietas. Protegge la dignità degli esseri umani quando le vite non valgono più niente, nella conta approssimativa dei morti. Come si fa a piangere, onorare la memoria, dei morti di Gaza in quasi 600 giorni di assedio? Come si fa a piangerli uno per uno? Proviamo a farlo, in silenzio, sabato 24 maggio: in ogni città, paese, contrada d’Italia. Riempiamo piazze, strade, finestre di lenzuoli bianchi a ricoprire il selciato e le facciate di edifici privati e pubblici. Vorremmo che tutti insieme, in tutta Italia, arrivassero al numero tragico dei 50.000 di Gaza. Tutti insieme saranno i corpi che il mondo non vuole vedere». 

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