LE INIZIATIVE
Gorizia, al via gli appuntamenti di ‘Cinema Basaglia’. In serata l’ultima tappa della carovana di Marco Cavallo

L’iconica scultura ha girato la Slovenia nell’ambito del progetto di sensibilizzazione ‘Dove siamo arrivati? Siamo arrivati da voi!’. Sei le proiezioni al Parco Basaglia, fino a domenica 15 giugno.
In collaborazione con il Museo della Follia, dall’8 giugno a oggi si è svolto un viaggio artistico-sociale del Marco Cavallo, simbolo di Franco Basaglia e della sua rivoluzione, in Slovenia. La carovana, guidata dalla celebre scultura blu alta quasi quattro metri e creata nel 1973 in occasione della chiusura dell’ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste, ha visitato in cinque giorni le strutture residenziali di Dutovlje e Hrastovec, i centri di Lubiana e Maribor, nonché il Museo della Follia a Trate, portando il Cavallo per la prima volta in Slovenia.
L’iniziativa rientra nel progetto “Dove siamo arrivati? Siamo arrivati da voi!”, nato per sottolineare l’urgenza della deistituzionalizzazione e della cura comunitaria per le persone con disabilità di lunga durata e per promuovere una cultura dell’accoglienza e dell’inclusione contro la paura e il pregiudizio.
Il progetto fa parte del programma ufficiale della Capitale Europea della Cultura 2025 Nova Gorica – Gorizia, ed è proprio qui, nel luogo simbolico che accomuna le due città, che Marco Cavallo si appresta a concludere il suo cammino. Oggi venerdì 13 giugno, infatti, la carovana effettuerà l’ultima tappa tra le 17.30 e le 18, recandosi da Mostovna a Nova Gorica fino a piazza della Transalpina/Trg Evrope. Qui sarà accolto dal sindaco di Nova Gorica Samo Turel e dall’assessore di Gorizia per GO! 2025, Patrizia Artico. Definitiva destinazione finale il Parco Basaglia di Gorizia, dove il celebre cavallo blu giungerà alle 20.30, cornice nella quale sarà ricevuto dal dottor Franco Perazza, ex collaboratore di Franco Basaglia.
Per proseguire dopo le tappe di Marco Cavallo il viaggio nel lavoro rivoluzionario messo in moto dallo storico psichiatra, la serata proseguirà con il primo degli appuntamenti previsti al Parco di via Vittorio Veneto nell’ambito di “Cinema Basaglia”. Rassegna cinematografica nata in collaborazione con Kinoatelje e il Cinema itinerante Soča, “Cinema Basaglia” prevede sei proiezioni a Gorizia fino a domenica 15 giugno.
Si tratta di un ampio progetto cinematografico transfrontaliero itinerante che porta proiezioni, eventi e materiali d’archivio in diversi luoghi per far rivivere spazi e memorie legate al celebre riformatore della psichiatria contemporanea: l’obiettivo dei film in programma è stimolare una riflessione su ciò che ha portato all’abolizione dei manicomi e alla liberazione dei pazienti che vi erano internati, avvicinando questo importante capitolo della storia civile a un pubblico ampio e in particolare ai giovani.
Si comincia questa sera alle ore 21 con “Cantico dei matti” di Bianca D’Aponte e Claudio Misculin (Italia, 2000): la canzone come inno alla follia, alla diversità e alla creatività, celebrazione dell’espressione artistica oltre la realtà convenzionale; a seguire “Noi siamo gli errori che permettono la vostra intelligenza”, di Erika Rossi (Italia, 2024), focus sull’esperienza unica a livello internazionale dell’Accademia della Follia, la compagina teatrale nata a Trieste negli anni Settanta grazie a Claudio Misculin i cui membri sono «matti di mestiere e attori per vocazione».
Domani sabato 14 giugno, sempre in Parco Basaglia e sempre a partire dalel 21, verranno proiettati in sequenza “I giardini di Abele” di Sergio Zavoli (Italia 1968), "La porta aperta" di Michele Gandini (Italia, 1968) e “Corrispondenze immaginarie” di Piero Pieri e Alessandro Spanghero (Italia, 2025). Le prime due, pellicole d’epoca, sono state girate direttamente all’ospedale psichiatrico di Gorizia nel pieno del dibattito sull’abolizione di tali strutture e sui nuovi metodi di cura; Sergio Zavoli si recò a incontrare il direttore della clinica, Basaglia, per conoscere le sue innovative pratiche. “Corrispondenze immaginarie”, invece, racconta un progetto d'arte pubblica partecipata dell'artista Mariangela Capossela, il quale si concentra sul recupero delle lettere scritte dai pazienti degli ospedali psichiatrici italiani nella prima metà del '900, quando ogni comunicazione tra degenti e mondo esterno era per prassi negata.
Conclusione domenica 15 giugno, sempre alle ore 21, con una replica di “Cantico dei Matti“ e con la proiezione di “La seconda ombra“ di Silvano Agosti (Italia, 2000). Come dichiarò lo stesso regista: «Il titolo del film avrebbe dovuto essere "Il Muro", perché io volevo raccontare questo momento fiabesco in cui Basaglia ha detto ai suoi 1200 ricoverati buttiamo giù il muro in modo che la gente veda cos'è il manicomio, e ho costruito questa fiaba di questi straordinari personaggi che decidono di buttare giù la barriera fisica che li separa dal mondo circostante, sperando inutilmente che cadano anche tutte le altre barriere».
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