STAMATTINA
Gorizia, una tribuna del Bearzot intitolata a Fabio Rosolin
Un’intera giornata dedicata al massaggiatore e tifoso della Pro Gorizia improvvisamente scomparso lo scorso anno.
Il suo cuore si era fermato all'improvviso poco più di un anno fa, ma la passione: quella non si spegne. Ed è proprio per rinverdire quel messaggio di tenacia e passione che lo caratterizzava che questa mattina, nello stadio “Bearzot” di Campagnuzza, lo staff dirigenziale della Pro Gorizia ha svelato una targa memoria in memoria di Fabio Rosolin. La cerimonia, in realtà, è stata solo il primo momento di una giornata interamente dedicata all'ex massaggiatore ma soprattutto appassionato e storico tifoso della squadra: giocando con il soprannome Biuti con cui era chiamato Rosolin, “It's a Biutiful day” è stato il titolo scelto per l'incalzante serie di momenti che hanno scandito la giornata.
In tarda mattinata, il momento ufficiale con la posa della targa commemorativa all'ingresso dello stadio, l'intitolazione della tribuna laterale e l'inaugurazione, accanto a questa, del murales a lui dedicato, realizzato da Alen Decirevich. Un'occasione di festa, con le squadre giovanili e i calciatori della prima squadra schierati di fronte allo stadio, gli amici, gli ultras con i fumogeni azzurri e i cori, la famiglia; ma anche un momento di commozione e l'occasione per sottolineare e cercare di seminare nelle nuove generazioni i valori in cui Biuti credeva.
«Fabio gravitava intorno alla squadra sin da quando aveva i pantaloncini corti e per questo con la cerimonia di oggi abbiamo voluto dare un segno tangibile dell'amore che ha donato alla società», ha esordito il direttore organizzativo Enrico Coceani. «Abbiamo subito una perdita improvvisa e per questo abbiamo pensato a una targa commemorativa proprio sulla sua amata gradinata, per fare in modo che i tifosi lo ricordino attraverso i suoi valori» ha aggiunto il direttore generale della società Domingo Bianco.
Laconico l'intervento dell'assessore comunale allo Sport Giulio Daidone che ha ricordato Rosolin come amico e tifoso mentre, riprendendo la parola, Bianco ha delineato un profilo di Biuti partendo dalla sua ipotetica reazione a questa mattinata.«Nello stile di Fabio, non dobbiamo dilungarci: era una persona schietta, sincera, vera. Fosse qui, direbbe: “Tirè fora 'sta targa e 'ndemo avanti!”. Ha amato la Pro Gorizia fin da ragazzino e ne ha pagato il prezzo fin da allora lanciandosi in forti proclami per la sua squadra e quando questa era in difficoltà, dopo l'era Pozzo, si è comunque messo in prima fila per ricostruirla».
«Infondeva energia come massaggiatore: massaggiatore-psicologo lo chiamavo io - ha aggiunto Bianco – perchè riusciva a infondere grinta e il suo modo di essere riempiva di forza lo spogliatoio». E infatti, sulla targa, scoperta dai fratelli Giorgio e Mauro, si legge: “Tribuna Fabio Rosolin (Biuti). Il tuo entusiasmo e lo spirito vitale che hai sprigionato continuerà a sostenerci, nel tuo ricordo, rallegrando le nostre giornate”.
Dopo la benedizione impartita da don Fulvio Marcioni, che ha evidenziato come l'entusiasmo sia uno dei valori fondanti la nostra società, la cerimonia è proseguita con la consegna di due mazzi di fiori alla compagna e all'ex moglie di Rosolin che hanno tenuto a sottolineare la riconoscenza delle figlie per questa giornata cui non hanno potuto partecipare per impegni lavorativi che senz'altro il padre non avrebbe voluto interrompessero, spronandole invece a prendere in mano le proprie vite.
La cerimonia è quindi proseguita sulla tribuna di destra, con la visione del murales che tratteggia in azzurro il profilo del massaggiatore accompagnato da quel “Vamos!” che era un suo tipico intercalare. Ad accompagnare lo svelamento dell'opera i cori degli amici e la sua benedizione da parte del parroco di Campagnuzza. Nel pomeriggio, dopo il pranzo in campo, la festa è proseguita con il 1° memorial Fabio Rosolin cui hanno preso parte l'Asd Pro Gorizia, l'Usd Azzurra e l'Asd Mossa lasciando quindi spazio al dj set: perchè, come avrebbe voluto Fabio, quando si fa festa si deve cominciare presto e finire tardi.
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