L’EVENTO
Gorizia, torna la protesta per la cittadinanza a Mussolini: in piazza una volta al mese

Durante il primo raduno erano state raccolte 890 firme. Ora le petizioni saranno inviate a Mattarella, «dove c’è Cultura non c’è fascismo».
Si erano ritrovati in centinaia, qualche giorno prima dell’avvio della Capitale Europea della Cultura 2025, di fronte al municipio di Gorizia con richieste ben precise: la revoca della cittadinanza onoraria della città a Benito Mussolini, la celebrazione della Festa della Liberazione dal nazifascismo del 25 aprile di ogni anno e che l’Amministrazione non riceva più i rappresentanti della Decima Mas in modo istituzionale nell’atrio del municipio. Richieste alle quali, tra l’altro, si era associato anche il responsabile del programma della Capitale europea della Cultura 2025, Stojan Pelko, «in qualità di rappresentante morale dei cittadini della città transfrontaliera, quantomeno sotto la bandiera della Cultura», come rimarcato in una nota dagli organizzatori.
Ora, forti anche delle 890 firme raccolte in pochi giorni, gli stessi organizzatori rilanciano l’iniziativa proponendosi di ritrovarsi o il primo o il secondo sabato di ogni mese per tutto il 2025. Queste sono le date già programmate: sabato 12 aprile e sabato 17 maggio.
«Leggeremo nuovamente, all’inizio di ogni incontro, il nostro comunicato bilingue, per poi consentire a chi vorrà di parlare ed esporre le proprie idee ed eventuali proposte. Continueremo inoltre a raccogliere le firme di quei goriziani che vogliono dichiarare, seppure simbolicamente, “di voler rinunciare alla cittadinanza goriziana”, oppure, se non residenti, di sostenere tale iniziativa. Ricordiamo che tra questi hanno già sottoscritto Senatori, Deputati, Consiglieri Regionali e Sindaci di questa regione», prosegue la nota.
Il gruppo di cittadini annuncia di voler inviare, alla fine di ogni mese, le nuove sottoscrizioni al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Questa iniziativa – concludono – deriva anche dalla convinzione che la Cultura, intesa nel suo senso più ampio, sia lo strumento più potente per debellare tutte le forme di violenza, fisica e verbale, di xenofobia e di razzismo: dove c’è Cultura non c'è fascismo».
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