A Gorizia studenti ed ex uniti per difendere il liceo classico, «è la vostra festa»

A Gorizia studenti ed ex uniti per difendere il liceo classico, «è la vostra festa»

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A Gorizia studenti ed ex uniti per difendere il liceo classico, «è la vostra festa»

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 06 Mag 2023
Copertina per A Gorizia studenti ed ex uniti per difendere il liceo classico, «è la vostra festa»

La serata dedicata alla cultura classica, ospiti numerosi ex allievi del liceo Dante: «Ragazzi verso il futuro solo con il dialogo».

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Nella cornice del Kulturni dom di Gorizia si è svolta ieri sera la nona edizione de “La notte nazionale del liceo classico”, ideata dall’Isis “Gulli e Pennisi” di Acireale. L’evento, in contemporanea nei licei classici di tutta Italia, “ha come finalità la promozione della cultura classica (greca e latina) nonché la valorizzazione del curricolo classico in tutta la sua complessità e versatilità”. Ideata dal professor Rocco Schembra, che quest’anno ha unito 375 licei “e per la prima volta anche licei non italiani”, l'iniziativa goriziana è uscita dalla sede di viale XX settembre per portare nel teatro di via Brass storie di ex studenti e progetti attuali.

È una narrazione alternativa nella cornice di una festa, “la vostra festa - ha sottolineato la dirigente Giovanna Petitti rivolta ai tanti allievi presenti - un’occasione ancora più preziosa per comprendere la portata valoriale della cultura classica, perché noi crediamo che il lavoro sia rivolto alla costruzione di un progetto di vita che veda i giovani protagonisti della società”. In sala anche il vicesindaco Chiara Gatta, i consiglieri regionali Diego Bernardis, Antonio Calligaris, Laura Fasiolo e una delegazione dell’Arma dei carabinieri. A loro, la dirigente ha voluto ricordare come “il nostro futuro non è solipsista, in quanto dialoghiamo con le istituzioni".

"È solo attraverso un dialogo collaborante che riusciamo a proiettare i ragazzi verso il futuro, secondo una missione che ci vede partecipi, una scelta e un pensiero democratici”. Un evento che intende spingere a una riflessione, “alla riscoperta del liceo classico” citando Schembra, dove purtroppo si registrano iscrizioni sempre più in declino, sia a causa di un fisiologico calo demografico, sia per la domanda sempre crescente di figure specializzate. Perché, come ha ricordato Vincenzo Compagnone sul palco insieme agli ospiti, “questa piccola tavola rotonda nasce da una notizia triste, scaturita dalle iscrizioni di febbraio, che attestano una perdita di 0,4 punti".

"Tendenza negativa che ha scatenato nei mass media un dibattito, sfociato nell’affermazione che il liceo classico possa essere soppresso. Si tratta della solita accusa di ritenere il liceo classico troppo impegnativo, che non prepara ad affrontare il mondo del lavoro. Vorrei allora riproporre la riflessione di Massimo Gramellini, che ha paragonato il liceo classico a una cyclette. Si pedala, si fa fatica, con l’impressione di non andare da nessuna parte. Ma quando si scende, ci si rende conto di avere i muscoli”. Dopo la canzone premiata a Vicino/Lontano, “Ci sei?”, cantata con passione dalla studentessa Giulia, il dibattito si è acceso con le cinque domande poste a ex-studenti del liceo classico, oggi professionisti.

“In che maniera ritenete che i vostri studi classici abbiano avuto un’impronta rilevante nelle vostre vite?”, ha chiesto il giornalista anche a quanti erano in collegamento su piattaforma Meet, fra cui Emanuele Silli da Toronto e Giulia De Savorgnani, dell’Università di Regensburg. Il primo a prendere la parola è stato Andrea Bellavite. Giornalista e scrittore, oltre che direttore della basilica di Aquileia ed ex sindaco di Aiello, ha affermato come i suoi studi gli abbiano fornito “uno schema mentale ed esistenziale. Una sola cosa è stata penalizzante: la mancanza di attenzione verso le lingue moderne e quella slovena, fondamentale per chi vive in questo territorio”.

Maria Masau, già direttrice del museo Revoltella di Trieste e dei Musei provinciali di Gorizia, ha ribadito come il classico stimoli “capacità organizzative, precisione, ma anche creatività e inventiva attraverso il rigore della ricerca”. A seguire, la risposta di Antonio De Nicolo, magistrato e procuratore capo della repubblica di Trieste, il quale ha sottolineato l’importanza di porsi domande, perché “non esiste ipse dixit, non bisogna mai dare nulla per scontato”. A prendere la parola è stata poi Chiara Bressan, neolaureata in Medicina, che con gli studi classici ha appreso “il pensiero critico”, ricordando come in classe ci fosse sempre “acceso dibattito per interpretare la realtà".

"Il liceo non fornisce competenze immediatamente spendibili, ma una prospettiva di pensiero a lungo termine”. Alessandra Ferretti, giornalista e ricercatrice oltre che docente, ritiene invece che gli studi classici “aiutino a porsi domande, ma anche risposte, con la certezza di avere una solida preparazione”. Al ragionamento del magistrato si è ricollegato Ezio Benedetti, docente di diritto internazionale all’Università di Trieste, affermando come “bisogna coltivare il sacro fuoco del dubbio”. Fondamentale, nel suo trascorso liceale, è stato “l’approccio multidisciplinare”.

Citando Umberto Eco, ha ribadito come “cancellare gli studi classici significa cancellare la memoria per vivere nel presente”. La discussione si è poi incentrata sulla polemica relativa al greco e al latino, spesso erroneamente considerate “lingue morte”. “La parola democrazia è una parola greca”, ha sottolineato Andrea Bellavite. “La nostra costituzione comincia con la democrazia. È una parola che sgorga da una lingua morta oppure da una lingua viva? Io mi auguro che per tutti noi sia il termine di una lingua viva”. La serata si è quindi conclusa con la rappresentazione teatrale dei ragazzi de "Il Canto di Astianatte", liberamente ispirato a "Troiane" di Euripide.

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