‘Gorizia a sorpresa (con Prepustnica)’ presentato a èStoria, la graphic novel ripercorre con ironia la storia del capoluogo

‘Gorizia a sorpresa (con Prepustnica)’ presentato a èStoria, la graphic novel ripercorre con ironia la storia del capoluogo

DAL FESTIVAL

‘Gorizia a sorpresa (con Prepustnica)’ presentato a èStoria, la graphic novel ripercorre con ironia la storia del capoluogo

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 02 Giu 2025
Copertina per ‘Gorizia a sorpresa (con Prepustnica)’ presentato a èStoria, la graphic novel ripercorre con ironia la storia del capoluogo

Il volume è frutto del lavoro di squadra tra il giornalista Roberto Covaz e il disegnatore Massimo Racozzi. Il commento dei primi lettori, «era ora che si facesse un libro del genere su Gorizia».

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Mettete Gorizia innanzi a uno scrittore e a un disegnatore, e non potranno che sprigionarsi le scintille di quella città incantata che è “Gorizia a sorpresa (con Prepustnica)”, appena lanciato da Qudulibri. Il libro è stato presentato nell’ambito di èStoria nella mattina di domenica primo giugno - all’Hotel Entourage di piazza Sant’Antonio - ed è il frutto di un lavoro di squadra fra il giornalista e scrittore Roberto Covaz e il disegnatore Massimo Racozzi.

Un’idea nata anche dall’imprenditore Alessandro Lovato, che dopo aver letto “Gorizia capovolta” (2018) edito da Bottega Errante contatta Covaz per proporgli di trasformarlo in una graphic novel. «E qui entra la creatività di Covaz, che del libro precedente ha salvato solo la parola “Gorizia”». Già, perché la creatura che verrà alla luce non sarà né guida turistica né fumetto, ma un prezioso viaggio fra passato e presente cucito assieme dal processo creativo, che rincorre i disegni delle tavole in un magico impasto variopinto. «Il disegnatore ha approfondito la sua ricerca attraverso il simbolo e il dettaglio – prosegue – in un lavoro ben diverso dall’idea iniziale. E forse per questo è riuscita così bene». Un volume che per Lovato è simile a un viaggio in calesse «trainato da due cavalli: l’ironia e la leggerezza. Da non confondere con la superficialità».

Protagonista della favola è Osimo, il cui nome allude implicitamente al cinquantesimo anniversario dell’omonimo trattato e al contempo simboleggia lo sguardo lieve di chi a Gorizia non è mai stato. Milanese con genitori goriziani, si reca nel capoluogo isontino per assistere alla celebrazione della Capitale europea della cultura, prendendo una stanza proprio nel signorile Hotel Entourage. La camera si affaccia sul silenzio del monastero delle clarisse, mentre al di là della strada sorge il Palazzo Lantieri e il meraviglioso chiostro di piazza Sant’Antonio. È peregrinando fra le viuzze e le chiese della città che s’imbatte in una donna «molto strana», vestita di scuro e con uno chignon «dall’aspetto sinistro»: Jolanda Pisani. Una donna di Borgo San Rocco realmente esistita scomparsa nel 1978, che per mestiere era maestra, giornalista e storica. Sarà lei stessa a presentarsi, chiamandolo per nome.

«Insieme a Patrizia Dughero faccio parte di una piccola casa editrice – interviene il moderatore Simone Cuva di Qudulibri – che da trent’anni lavora nel mondo dell’editoria. Questo libro è frutto di un lavoro corale e complesso, sul quale c’è stato lungo confronto. Sono quattro giorni che il libro è negli stand e da circa sei è in distribuzione nelle librerie, ma già qualcuno commenta “Era ora che su Gorizia si facesse un libro di questo tipo”». Un lavoro storico che si coniuga con l’ironia e il divertimento rendendo fluida la lettura, coronato dalla veste grafica di Offline Design Studio. «Covaz è un giornalista di lungo corso e apprezzato scrittore – commenta - oltre che ricercatore storico.

Racozzi è invece apprezzato illustratore e artista per il design scenico, termine che sto coniando dopo aver visto le meravigliose scenografie al teatro San Giorgio di Udine. Com’è nata e come si è sviluppata questa ricerca così dettagliata? Osimo è nato il giorno della ratificazione del trattato», spiega. Il protagonista sta per compiere mezzo secolo, ma lungo la strada incontrerà personaggi che hanno segnato la storia della città, compresi gli animali. «Dal momento in cui ha preso vita il libro a oggi sono trascorsi due anni e mezzo – prende la parola Covaz – ed è solo all’apparenza una storia immaginaria. Perché s’incontrano personaggi storici o popolari di Gorizia, come il conte Leonardo e la sua sfortunata moglie Paolina Gonzaga, ma anche a noi più vicini, come l’ingegner Fornasir. Li ho inseriti in un frullatore e mi sono divertito a scrivere la storia».

Una piacevole passeggiata in cui le lancette dell’orologio continuano velocemente a girare saltando da un’epoca all’altra, rievocando nomi illustri e meno noti al nostro presente. «Jolanda Pisani “Cassandra” era davvero una giornalista, mentre Osimo è un personaggio all’apparenza di fantasia, che richiama quel trattato da cui cominciò la lunga storia delle occasioni perdute». Alla trama fitta d’incontri si affiancano le illustrazioni arricchite da una mappa con 50 luoghi, «sorta di guida fantastica e al contempo reale» realizzata dall’illustratore. «L’idea di convocare Massimo – ricorda il giornalista di Monfalcone – l’ho avuta aspettando il bus alla fermata davanti al murales dedicato a Daphne Caruana Galizia».

Sfuggita all’universo di “Gorizia capovolta” è invece la gattina Prepustnica, che avrà un ruolo cruciale nel finale. «Mi sono inserito fra gli spazi di Roberto – precisa Racozzi – con immagini poste all’inizio dei capitoli, che hanno la funzione di stimolare la curiosità. Mi sono lasciato trascinare in questo viaggio immaginifico per esaltare quanto scritto da Roberto, ma il testo stesso è stato talvolta rielaborato sulla base dei bozzetti. Perché le immagini contengono simbologie molteplici che richiedono al lettore un’indagine ulteriore».

Come nella tavola sulla ratificazione del trattato del 1975, in cui oltre ai ministri degli esteri viene raffigurata la gente di confine. O nella rappresentazione della statua di Augusto, portata via dagli esuli, dove ricompare la piccola Egea con la sua valigia. Non manca l’aneddoto su come avrebbe potuto essere piazza Vittoria per volontà di Mussolini. «Nella prima tavola ho dovuto reperire le vecchie cartoline di Gorizia, che venivano prima colorate e poi riprodotte, mentre in quella dedicata a via Ascoli ho rappresentato anche Emma Michelstaedter perché fu la più anziana deportata». Uno scrigno di carta in cui fioriscono anche amori di confine o trova spazio il vecchio lavatoio di Straccis, mostrato come “La colazione sull’erba” di Manet. Cui fa da contraltare la Nizza austriaca con l’antica linea numero uno del tram che conduceva alla Transalpina. Ma i protagonisti sono anche loro, gli animali: i cani dei conti Coronini, il canarino, il cavallo Papuzza, che intersecano i loro destini a quello di nomi celebri, come lo stesso Vittorini che esce da una locanda insieme a Ernest Hemingway. Con u finale a sorpresa, che assurge a simbolo di una volontà di uscire in piena luce e superare le ferite del passato. 

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