l'incontro
Gorizia sogna il Distretto aerospazionale, mercato da 2 miliardi in Italia

Gli esperti hanno dialogato su possibilità e opportunità, coinvolto anche il colosso Leonardo.
Gorizia potrebbe essere la sede adatta per la nascita di un Distretto tecnologico aerospaziale. È quanto emerso questa mattina nella sede della camera di commercio Venezia Giulia di via Crispi, durante l’incontro per celebrare la Giornata nazionale dello spazio. istituita dal governo italiano nel 2021, mira a informare i cittadini sui contributi che la scienza e la tecnologia applicate allo spazio portano al miglioramento della condizione umana, anche nella vita di tutti i giorni, in una data significativa.
La data del 16 dicembre, infatti, è stata scelta a ricordo del lancio del primo satellite italiano, il San Marco 1, avvenuto negli Usa la sera del 15 dicembre del 1964. Questo permise all’Italia di entrare, terza al mondo dopo Stati Uniti e Unione sovietica, nel ristretto novero di Paesi in grado di superare l’atmosfera terrestre. Per questo motivo, l’Agenzia spaziale italiana ha invitato amministrazioni pubbliche, enti di ricerca, università, musei e aziende ad attivarsi per l’organizzazione di iniziative sul settore spaziale.
“La scelta della Camera - ha indicato il vicepresidente, Massimiliano Ciarrocchi, aprendo l’incontro - di percorrere questa strada nasce essenzialmente da due fattori: dalla consapevolezza dell’importanza della cosiddetta Space Economy e del ruolo delle attività ad essa collegate, agli ingenti investimenti che ruotano in questo campo, al valore aggiunto che le attività di alto profilo tecnologico generano su un territorio come il nostro”. Forte anche la convinzione che la regione abbia le carte giuste “sul fronte della sfida tecnologica verso lo spazio”.
“Da qui - ha rimarcato - la decisione di approfondire la conoscenza e di valutare la possibilità di fare sistema di queste potenzialità, in un soggetto quale un Distretto tecnologico aerospaziale che potrebbe trovare una sede adatta in Gorizia, con diverse ipotesi in fase di valutazione”. Questo lavoro viene approfondito dal Comitato promotore di un Distretto tecnologico aerospaziale Alpe Adria (DT3A) in virtù della posizione strategica della regione, nella prospettiva di coinvolgere e collaborare con le interessanti realtà che operano nelle regioni e stati contermini.
Coinvolte le università di Trieste e di Udine, nonché la Sissa, Area Science Park, Sincrotrone Elettra, le sedi triestine degli Istituti di Fisica nucleare e di Astrofisica, Intesa San Paolo, Autorità Portuale di Trieste, alcune realtà industriali come le startup Picosat e Sky Proxima, oltre a Leonardo e all’amministrazione regionale. Un percorso “non ancora concluso – ha detto Umberto Malusà, coordinatore del Comitato - ma siamo certi di avere di fronte una realtà molto interessante e di grande potenzialità per poter dare il nostro contributo”.
Da Washington, dove hanno preso parte all’evento organizzato dall’ambasciata italiana per presentare il valore del settore in Italia, erano collegati la professoressa Anna Gregorio, docente all’Università di Trieste e fondatrice di Picosat, ed Anilkumar Dave, advisor del Comitato DT3A. “Lo spazio è una risorsa al servizio della società – ha ricordato Gregorio – e ormai siamo ben coscienti dell’utilità dei sistemi satellitari per le telecomunicazioni, con la consapevolezza che in futuro costerà molto meno creare infrastrutture spaziali piuttosto che terrestri”.
Parlare di New Space Economy significa fare riferimento, ha ricordato l’esperta, a numeri che nel 2020 si attestavano sui 330 miliardi di dollari in ambito mondiale, 53-62 miliardi in Europa e 2 miliardi in Italia. Valori importanti come ha inteso evidenziare Anilkumar Dave, sempre collegato da Washington, che possono offrire ottime occasioni anche a livello regionale per le “infrastrutture di opportunità esistenti nel Fvg” che spaziano dalle realtà scientifiche, ai centri di ricerca e all’industria di eccellenza.
Delle condizioni favorevoli esistenti in regione hanno anche parlato i professori Carlo Baccigalupi, della Sissa, e Andrea Vacchi dell’Università di Udine.
Foto from PxHere
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