l'esposizione
L'Italia anni '50 rivive a Gorizia, tra design e moda a Palazzo Attems

La mostra allestita fino al 27 agosto, viaggio nella grande moda italiana con importanti collaborazioni nazionali.
Moda, design, ma anche cinema ci riportano indietro a quell’età di benessere, per molti versi mitica e iconica, che sono stati gli anni Cinquanta. Sono questi gli aspetti su cui punta “Italia Cinquanta moda e design. Nascita di uno stile” la mostra promossa da Erpac e inaugurata questa sera a Palazzo Attems Petzenstein a Gorizia. Un ritorno ai grandi eventi del passato, salutato da un pubblico numeroso in cui si sono mescolati curiosi, appassionati, giornalisti nazionali e i numerosi prestatori delle opere esposte.
Curata da Carla Cerruti, Enrico Minio Capucci e Raffaella Sgubin, l’esposizione prende idealmente in esame l’arco temporale compreso fra le elezioni del 18 aprile 1948 e le Olimpiadi di Roma del 1960, periodo di grande rinascita che – come hanno sottolineato Anna Del Bianco, dirigente Erpac, e l’assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli – ha portato a più possibilità per tutti permettendo all’Italia di uscire splendidamente dal Dopoguerra. Fra i due estremi temporali delineati, a raccontare la storia di questa ripresa sono oggetti di uso quotidiano.
Dalle sedie alle poltrone, passando per raffinate consolle, tavolini, ma anche vasi, portaombrelli, la mitica Lettera 22, la macchina per cucire. Al piano inferiore del Palazzo, specificamente dedicato al design, troviamo poi oggetti che – nell’attuale percezione – oscillano fra il kitsch e la riscoperta per le loro forme spesso bombate o per il semplice profumo di mitica età dell’oro che portano con sé, come portagrissini, shaker, sifoni, la macchina da caffè per bar siglata La San Marco.
Tra i nomi di spicco nell’arredamento, Gio Ponti, Piero Fornasetti, Ettore Sottsass, mentre troneggia, al centro dell’ingresso, una Lancia Aurelia del 1957 perfettamente restaurata nel 1995 e arrivata a Palazzo Attems direttamente sulle sue ruote. A farle da pendant, al piano superiore, non poteva assolutamente mancare la Vespa con un riferimento fotografico a tutta parete a Audrey Hepburn, evocata nella sua grazia elegante anche dalle ballerine per lei create da Salvatore Ferragamo che ha firmato anche le décolleté che Marilyn Monroe ha indossato in “A qualcuno piace caldo”.
La moda, assoluta protagonista del primo piano, riporta alle raffinate atmosfere che richiedevano abiti da sera o da cocktail con eleganti borsette e calzature abbinate. Visitabile fino al prossimo 27 agosto, la mostra durante l’estate verrà animata da eventi realizzati in collaborazione con Federmoda e il premio Amidei proprio per omaggiare l’importanza del cinema italiano nel secondo dopoguerra.
Elogio del made in Italy, “Italia Cinquanta” è stata realizzata con la partnership della Fondazione Roberto Capucci, la collaborazione dell’Archivio della moda italiana di Giovan Battista Giorgini e dello Csac (Centro studi e archivio della comunicazione) dell’Università di Parma. Circa centocinquanta i pezzi della sezione design, provenienti tanto da collezioni private quanto da istituzioni museali. Gli abiti in mostra provengono invece dalla Collezione Enrico Quinto e Paolo Tinarelli, dalla Fondazione Roberto Capucci e dagli archivi di maison come il Museo Salvatore Ferragamo, l’Associazione Germana Marucelli e la Fondazione Micol Fontana.
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