Gorizia, ritorna la ‘Panchina dell’ascolto’ in memoria dell’imprenditore Enzo Comelli

Gorizia, ritorna la ‘Panchina dell’ascolto’ in memoria dell’imprenditore Enzo Comelli

L'INIZIATIVA

Gorizia, ritorna la ‘Panchina dell’ascolto’ in memoria dell’imprenditore Enzo Comelli

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 26 Mar 2025
Copertina per Gorizia, ritorna la ‘Panchina dell’ascolto’ in memoria dell’imprenditore Enzo Comelli

Svelata ieri la targa in via Rastello. L’idea è stata pensata per chi ha bisogno di essere ascoltato senza giudizi o commenti su qualsiasi argomento. Allo studio una replica lungo il confine.

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Non è una panchina qualunque, quella inaugurata ieri pomeriggio in via Rastello, alle spalle della statua del filosofo Carlo Michelstaedter. E per molti goriziani non è neanche una vera e propria novità. Si tratta, infatti, di un gradito ritorno: quello della “Panchina dell’ascolto” ideata qualche anno fa dal compianto imprenditore Enzo Comelli, anima ed ex presidente dell’associazione 50&Più, e realizzata dal gruppo Cabaret goriziano.

In apparenza può sembrare una panchina modello Vienna come tutte le altre che arredano il centro storico di Gorizia. A contraddistinguerla, da ieri, c’è solo una piccola targa d’ottone, in ricordo di Comelli, scomparso lo scorso 19 agosto. Ma ogni mercoledì, tra le 17 e le 18, tornerà a essere «il luogo dove — questo è il motto dei promotori — chiunque abbia qualcosa da dire su qualsiasi argomento troverà sempre qualcuno disposto ad ascoltare le sue riflessioni». Quindi, chiunque si siederà «sarà ascoltato senza che alle sue parole seguano commenti o osservazioni, se non esplicitamente richiesti».

Un vero e proprio presidio contro la solitudine, la cui importanza è dimostrata dalla presenza di più componenti della giunta comunale: gli assessori Maurizio Negro, Silvana Romano e Patrizia Artico. Negro, in particolare, ha il merito di aver contribuito attivamente alla realizzazione della targa. «Conoscevo Enzo per motivi professionali — il ricordo dell’assessore — quando era dietro la scrivania del suo negozio. Ci trovavamo qui più volte e mi ero già impegnato a fare una scritta provvisoria e plastificata. Il giorno in cui avremmo dovuto affiggerla sono rimasto incredulo, perché lui non c’era più. Enzo era dotato di un dinamismo particolare; andava ad ascoltare le persone non solo qui, ma anche in giro, senza bere mai più di un bicchiere di vino».

«Ma Enzo non ascoltava solo gli anziani — ha rimarcato Romano — prestando molta attenzione anche ai giovani». Un fatto confermato da Luka, un giovane di Bergamo, residente a Gorizia dall’anno scorso: «Lui è stato tra le prime persone che ho conosciuto in città. Stavo vivendo un periodo abbastanza difficile e avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse. Per questo ho cominciato a frequentare la panchina dell’ascolto, dove ho conosciuto non solo Enzo, ma anche Franz (Franco Glessi). Anche lui mi è stato tanto vicino. Mi hanno aiutato tanto».

Un’esperienza che, nell’anno della Capitale europea della Cultura, sarà rilanciata anche a livello transfrontaliero. L’assessore Artico, infatti, ha confermato che è allo studio l’ipotesi di installare una nuova Panchina d’ascolto anche in prossimità del confine con Nova Gorica, magari in piazza della Transalpina: «Un sogno che era stato espresso dallo stesso Comelli». In questo modo la panchina diventerebbe un simbolo potente del dialogo e del confronto non solo tra persone, ma anche tra culture e nazioni diverse.    

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