L'INIZIATIVA
Gorizia, ritorna la ‘Panchina dell’ascolto’ in memoria dell’imprenditore Enzo Comelli

Svelata ieri la targa in via Rastello. L’idea è stata pensata per chi ha bisogno di essere ascoltato senza giudizi o commenti su qualsiasi argomento. Allo studio una replica lungo il confine.
Non è una panchina qualunque, quella inaugurata ieri pomeriggio in via Rastello, alle spalle della statua del filosofo Carlo Michelstaedter. E per molti goriziani non è neanche una vera e propria novità. Si tratta, infatti, di un gradito ritorno: quello della “Panchina dell’ascolto” ideata qualche anno fa dal compianto imprenditore Enzo Comelli, anima ed ex presidente dell’associazione 50&Più, e realizzata dal gruppo Cabaret goriziano.
In apparenza può sembrare una panchina modello Vienna come tutte le altre che arredano il centro storico di Gorizia. A contraddistinguerla, da ieri, c’è solo una piccola targa d’ottone, in ricordo di Comelli, scomparso lo scorso 19 agosto. Ma ogni mercoledì, tra le 17 e le 18, tornerà a essere «il luogo dove — questo è il motto dei promotori — chiunque abbia qualcosa da dire su qualsiasi argomento troverà sempre qualcuno disposto ad ascoltare le sue riflessioni». Quindi, chiunque si siederà «sarà ascoltato senza che alle sue parole seguano commenti o osservazioni, se non esplicitamente richiesti».
Un vero e proprio presidio contro la solitudine, la cui importanza è dimostrata dalla presenza di più componenti della giunta comunale: gli assessori Maurizio Negro, Silvana Romano e Patrizia Artico. Negro, in particolare, ha il merito di aver contribuito attivamente alla realizzazione della targa. «Conoscevo Enzo per motivi professionali — il ricordo dell’assessore — quando era dietro la scrivania del suo negozio. Ci trovavamo qui più volte e mi ero già impegnato a fare una scritta provvisoria e plastificata. Il giorno in cui avremmo dovuto affiggerla sono rimasto incredulo, perché lui non c’era più. Enzo era dotato di un dinamismo particolare; andava ad ascoltare le persone non solo qui, ma anche in giro, senza bere mai più di un bicchiere di vino».
«Ma Enzo non ascoltava solo gli anziani — ha rimarcato Romano — prestando molta attenzione anche ai giovani». Un fatto confermato da Luka, un giovane di Bergamo, residente a Gorizia dall’anno scorso: «Lui è stato tra le prime persone che ho conosciuto in città. Stavo vivendo un periodo abbastanza difficile e avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse. Per questo ho cominciato a frequentare la panchina dell’ascolto, dove ho conosciuto non solo Enzo, ma anche Franz (Franco Glessi). Anche lui mi è stato tanto vicino. Mi hanno aiutato tanto».
Un’esperienza che, nell’anno della Capitale europea della Cultura, sarà rilanciata anche a livello transfrontaliero. L’assessore Artico, infatti, ha confermato che è allo studio l’ipotesi di installare una nuova Panchina d’ascolto anche in prossimità del confine con Nova Gorica, magari in piazza della Transalpina: «Un sogno che era stato espresso dallo stesso Comelli». In questo modo la panchina diventerebbe un simbolo potente del dialogo e del confronto non solo tra persone, ma anche tra culture e nazioni diverse.
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